Il film del giorno: “Il papà di Giovanna” (su Cine34)
Oggi vi consigliamo Il papà di Giovanna, in onda su Cine34 (canale 34 del digitale terrestre) alle 23.15.
Bologna 1938 – Michele Casali (Silvio Orlando) si trova a vivere una situazione disperata: Giovanna (Alba Rohrwacher), sua figlia unica ancora adolescente, ha ucciso per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica. Nell’ambiente borghese in cui il delitto è avvenuto la vicenda provoca forte emozione ed incredulità.
Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e perciò rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all’età di 24 anni (1945). Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l’unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio da Bologna, dove insegnava arte al liceo Galvani. Giovanna, una ragazza con seri problemi mentali, ricorda fisicamente molto il padre.
Sin da quando era piccola, Michele per rassicurarla dalle sue fragilità e pensando di trasmetterle le energie sufficienti per fronteggiare il mondo, l’ha convinta che avrebbe dovuto e potuto pretendere sempre tutto da tutti. Padre e figlia avevano così instaurato da sempre un legame particolare, forse patetico, dal quale avevano completamente esclusa la mamma: Delia (Francesca Neri), una donna molto bella e molto concreta. Una donna che dopo la tragedia decide di rimanere a vivere a Bologna rinnegando, con una disperazione solo interiore, la propria famiglia e non volendo più rivedere Giovanna.
Testimone sempre presente di questi terribili eventi che hanno sconvolto il piccolo nucleo familiare, in anni certamente non facili, un ispettore di polizia, aitante, simpatico e amico intimo di Michele: Sergio Ghia (Ezio Greggio). Segretamente innamorato da anni di Delia non ha però mai tradito la fiducia dell’amico. Solo per un brevissimo periodo, prima di morire fucilato per i suoi trascorsi nell’Ovra, l’uomo vive finalmente una breve storia con Delia, perché è stato proprio Michele che lo ha spinto fra le braccia della moglie, avendo capito da tempo che anche lei condivideva lo stesso sentimento per il vicino di casa.
Nell’inverno del 1953, in una Bologna che sta ricostruendosi dopo i massacri della guerra, una sera, per caso, nel buio fumoso di un piccolo cinema, Delia incontra lo sguardo della figlia Giovanna accompagnata dal padre che è rimasto sempre con lei. La madre, questa volta, non avrà più incertezze e con loro deciderà che proveranno assieme a ricominciare una nuova vita.
Perché vedere questo film
Un bel film di Avati ambientato nel periodo bellico con un ottimo Silvio Orlando (vincitore della coppa Volpi). Un dramma familiare che fino a un certo punto ha perfino l’andamento di un thriller, un ennesimo tuffo nel passato da parte del regista bolognese, ma molto più concreto del solito, senza inutili nostalgie e languori di maniera. Bene anche Greggio al primo ruolo serio della sua carriera. Nonostante l’orario infelice, vale rinunciare a un po’ di sonno.