IL CROGIUOLO - La contemporaneità del male IL CROGIUOLO - La contemporaneità del male
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IL CROGIUOLO – La contemporaneità del male

IL CROGIUOLO - La contemporaneità del male IL CROGIUOLO  - La contemporaneità del maleIL CROGIUOLO

Nel dramma di Miller portato in scena da Filippo Dini la contemporaneità del male

Parte da Torino giovedì 27 ottobre prossimo la tournée de Il crogiuolo di Arthur Miller, dramma tra i più potenti e impietosi dell’autore americano, testo interpretato e diretto da Filippo Dini, che ha inaugurato lo scorso 3 ottobre in prima nazionale la Stagione 2022/2023 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Il testo

Arthur Miller scrive Il crogiuolo nel 1953 durante la “caccia alle streghe rosse” scatenata  dal senatore Joseph McCarty a capo della principale commissione per la repressione delle attività antiamericane operando attacchi personali, spesso privi di fondamento, nei confronti di funzionari governativi, uomini di spettacolo e di cultura considerati filocomunisti e quindi pericolosi per lo stile di vita della società americana, creando con il cosiddetto Maccartismo una vera e propria psicosi anticomunista, che si protrasse per tutti gli anni Cinquanta e anche oltre, per cui spesso persone completamente estranee ai capi di imputazione si trovarono ad essere ingiustamente condannate. Miller, in pieno Maccartismo, decide di mettere in scena il delirio collettivo dei suoi contemporanei, recuperando un misterioso episodio della storia americana: la caccia alle streghe avvenuta a Salem, in Massachusetts nel 1692-1693 e  portarono alla morte di venti innocenti accusate di stregoneria e alla diffamazione di oltre duecento persone, basandosi all’inizio sulle accuse di stregoneria e pratiche occulte e di connivenza con il demonio, rivolte all’inizio da Betty Parris, 9 anni, e sua cugina Abigail Williams, 11 anni, sostenute nelle loro affermazioni da Ann Putnam la Giovane,12 anni, e da Elisabeth Hubbard, 17 anni, ad alcune donne della comunità.

Lo spettacolo

La cifra più potente dello spettacolo di Filippo Dini è la contemporaneità di quello che un gruppo di attrici e attori, affiatati e bravi, restituiscono alla platea. Preso dal fluire della storia delle streghe di Salem, il pensiero va alla teoria dei corsi e ricorsi storici di vichiana memoria, per riflettere come l’intolleranza, l’ignoranza, la paura e l’avversione al diverso e a quanto di destabilizzante può portare la sua presenza, non siano sentimenti dell’oggi ma attraversino i secoli, occultati negli spazi più reconditi della nostra mente e del nostro sentire, ma pronti ad esplodere di fronte all’incertezza e a tutto ciò che mina la nostra vita quotidiana.

La bravura degli interpreti che nelle due ore in scena non si risparmiano neppure sotto l’aspetto fisico per dar vita al crescendo delle accuse e alla disperazione di chi ingiustamente accusato accetta la morte piuttosto che perdere l’onore, lasciano in chi assiste la certezza che la libertà, la diversità intesa come arricchimento e non come minaccia e la civile convivenza, restano non un diritto acquisto, ma un bene su cui vigilare, tenendo alta la guardia, ogni giorno. Perché ci saranno sempre “due blocchi” a disputarsi la sua anima.

Il regista

Filippo Dini è regista residente del Teatro Stabile di Torino, attore cresciuto alla Scuola dello Stabile di Genova e diretto all’inizio della sua carriera da maestri del teatro della levatura di Carlo Cecchi, Giorgio Barberio Corsetti e Valerio Binasco. La sua prima regia è del 2012, seguita poi nel 2015 dal suo primo importante riconoscimento nazionale, il premio Le Maschere del Teatro Italiano per la messinscena dell’Ivanov di Cechov, rinnovato nel 2019 per Così è (se vi pare) di Pirandello, prodotto dal TST. Al cinema ha lavorato con Nanni Moretti, Pupi Avati, i fratelli Taviani, Donato Carrisi, Francesca Comencini, i fratelli D’Innocenzo.

A proposito de Il crogiuolo il regista e interprete ha dichiarato: “Miller scrisse questo dramma durante quel periodo funesto (uno dei tanti nella storia degli Stati Uniti) del Maccartismo, quando lui ed altri artisti e intellettuali furono “presi sotto osservazione” dalla Commissione per le attività antiamericane, prima sotto la presidenza Truman, poi sotto quella di Eisenhower. L’arma più efficace e quindi maggiormente utilizzata in questa indagine fu la delazione: chi non faceva dei nomi di altri simpatizzanti comunisti, veniva accusato di oltraggio e oltre a passare qualche guaio con la giustizia, avrebbe decretato la fine della propria carriera. Lo scrittore non ne fece nessuno, quando venne interrogato qualche anno dopo aver scritto Il crogiuolo, e tutto sommato riuscì ancora a lavorare con discreto successo. La trasposizione della sua storia in quella di Salem è una metafora della sua vicenda personale, ed è quella alla quale ci aggrappiamo per raccontare il nostro contemporaneo. Sono sinceramente onorato di intraprendere questo viaggio e mi sento anche un po’ confusamente grato alla sorte, che non mi abbia permesso di metterlo in scena negli anni precedenti, ma solo adesso, dopo aver visto l’esplodere della pandemia e della guerra in Ucraina. Certamente avrei preferito non vedere nessuna delle due, ma entrambe, in forme diverse, hanno generato diversi stili di follia e di isteria collettive, sia mentale sia intellettuale, sia ovviamente sociale. Conosciamo oggi ogni sorta di delirio isterico e folle che consuma il nostro vivere quotidiano e ammala, oltre che l’aria e il cibo, anche la nostra anima, continuamente, inesorabilmente. Miller ha proiettato il suo mondo nella Salem della caccia alle streghe, attestandone le similitudini prima, e restituendo forza disgregatrice a quel sistema, poi. A noi non rimane che raccogliere le nostre forze più pure e potenti, la massima lucidità di pensiero e la più forte volontà di azione, per poter raccontare questa storia”.

La scheda tecnica

IL CROGIUOLO
di Arthur Miller
traduzione Masolino d’Amico
con (in ordine alfabetico): Virginia Campolucci, Pierluigi Corallo, Gennaro Di Biase, Andrea Di Casa, Filippo Dini, Didì Garbaccio Bogin, Paolo Giangrasso, Fatou Malsert, Manuela Mandracchia, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Valentina Spaletta Tavella, Caterina Tieghi, Aleph Viola
regia Filippo Dini
scene Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
luci Pasquale Mari
musiche Aleph Viola
collaborazione coreografica Caterina Basso
aiuto regia Carlo Orlando
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro Stabile di Bolzano / Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Con il sostegno della Fondazione CRT
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di ICM partners c/o ICM Partners c/o Concord Theatricals Corporation

Le date di programmazione
Torino – Teatro Carignano, dal 3 al 23 ottobre 2022
Bolzano – Teatro Comunale, dal 27 al 30 ottobre 2022
Milano – Teatro Strehler, dal 1° al 10 novembre 2022 (Riposo lunedì 7 novembre)
Correggio (RE) – Teatro Asioli, 12 novembre 2022
Genova – Teatro della Corte, dal 16 al 20 novembre 2022
Roma – Teatro Quirino, dal 22 al 27 novembre 2022
Napoli – Teatro Mercadante, dal 29 novembre al 4 dicembre 2022
Ancona – Teatro delle Muse, dall’ 8 all’11 dicembre 2022
Trento – Teatro Sociale, dal 15 al 18 dicembre 2022
Lugano – Teatro LAC, dal 21 al 22 dicembre 2022

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