“IL CONCERTO CHE VORREI”, il live inclusivo e accessibile
Immaginate un concerto. Le luci si abbassano, l’aria si fa elettrica, l’attesa palpabile. Ma questa volta è diverso. Questa volta, tutti possono sentire la vibrazione della musica sotto la pelle, tutti possono vedere la passione negli occhi degli artisti, tutti si sentono parte di un’unica, grande famiglia.
Questo è il sogno che anima “Il Concerto che Vorrei“, un progetto ambizioso e necessario che, con un approccio innovativo, si propone di abbattere le barriere fisiche e culturali che ancora oggi impediscono a troppe persone di vivere appieno la magia della musica dal vivo.
Nato da un’idea di KeepOn LIVE, la rete di spazi musicali indipendenti che da anni si batte per un’industria musicale più equa e accessibile, “Il Concerto che Vorrei” è il risultato di un lungo percorso di ascolto e confronto con artisti, pubblico e addetti ai lavori. Un percorso che ha portato alla luce le tante criticità che ancora oggi caratterizzano l’esperienza dei concerti, ma soprattutto ha acceso i riflettori sulla voglia di cambiamento che anima tutto il settore.
Diversità, Gender Equality e Disabilità: i Pilastri del Cambiamento
“Il Concerto che Vorrei” non si limita a denunciare le problematiche, ma propone soluzioni concrete, articolate in tre aree di intervento fondamentali:
- Diversity: una programmazione musicale che dia spazio a artisti provenienti da background diversi, una comunicazione inclusiva che parli a tutti e a tutte, senza distinzioni di genere, orientamento sessuale, etnia o religione.
- Gender Equality: la parità di genere non è un optional, ma un valore imprescindibile. Per questo “Il Concerto che Vorrei” si impegna a promuovere la presenza di artiste donne sul palco, nei ruoli tecnici e organizzativi, e a contrastare ogni forma di discriminazione e violenza di genere.
- Disabilità: la musica non ha barriere, eppure troppo spesso gli spazi musicali le creano. “Il Concerto che Vorrei” si batte per garantire l’accessibilità fisica a tutti gli spazi, la presenza di personale formato in grado di assistere le persone con disabilità e l’adozione di un codice comportamentale inclusivo che faccia sentire tutti benvenuti e a proprio agio.
Un Concerto Ideale? No, Reale!
“Il Concerto che Vorrei” non è un’utopia, ma un obiettivo concreto che si sta già traducendo in realtà. Lo dimostrano i quattro concerti-evento organizzati in giro per l’Italia, da Palermo a Milano, passando per Bologna e Roma.
Un’occasione unica per toccare con mano (e con le orecchie!) i risultati di questo progetto e per sperimentare in prima persona cosa significa partecipare a un concerto davvero inclusivo.
Palermo, 26 Settembre: Il Viaggio Inizia Qui
Il primo appuntamento è per giovedì 26 settembre ai Candelai di Palermo, dove la musica diventa un’esperienza multisensoriale grazie al duo electro-pop olandese CUT, che con il loro “The Ritual” coinvolgeranno il pubblico in un viaggio emozionante tra suoni, luci, profumi e sensazioni tattili.
Ad aprire le danze ci penseranno gli italiani One eat One, la prima band di musica elettronica al mondo composta da persone normodotate e persone con disabilità, e Giorgina Lo Nardo, artista e performer LIS di Palermo.
Un live unico nel suo genere, che dimostra come la diversità, lungi dall’essere un limite, sia una ricchezza da valorizzare e celebrare.
Abbattere le Barriere, una Nota alla Volta
“Il Concerto che Vorrei” non si limita a organizzare eventi, ma vuole cambiare le regole del gioco. Per questo motivo, il progetto prevede anche una serie di iniziative collaterali, come workshop di formazione per addetti ai lavori, momenti di confronto e dibattito aperti al pubblico, e la creazione di un vademecum con le buone pratiche da adottare per rendere i concerti accessibili a tutti.
Un Cambiamento Possibile, un Futuro da Suonare Insieme
“Il Concerto che Vorrei” ci ricorda che un altro mondo è possibile, un mondo in cui la musica diventa davvero un linguaggio universale, capace di unire le persone al di là di ogni differenza.
Un mondo che possiamo costruire solo insieme, artisti, pubblico e addetti ai lavori, mettendo in campo la nostra passione, la nostra creatività e il nostro impegno.
Perché la musica è di tutti, e tutti hanno il diritto di viverla appieno.