IBISCO – Esce oggi RAGAZZI, il nuovo singolo. L’urlo di una nuova generazione tra limiti provinciali e possibilità infinite
Ragazzi è il nuovo singolo di IBISCO, disponibile in tutti i digital store per V4V Records (in licenza esclusiva Virgin Music Italy e publishing Sony ATV).
Come b side una versione alternativa del brano remixata da Populous, che trasporta le sonorità nel proprio universo musicale senza perdere la potenza narrativa delle parole del giovane cantautore bolognese, che dalle note di uno smartphone scritte nei ritagli di tempo di un lavoro precario, sono diventate versi affilati, sapientemente prodotti da Marco Bertoni (Dalla, Demetrio Stratos, Gianna Nannini e molti altri).
Ragazzi è l’urlo della nuova generazione, tra limiti provinciali e possibilità infinite, è la voglia di rivalsa di una gioventù forse mai così poco compresa: troppo veloce, troppo mescolata, così forte da fare paura. Ragazzi è la presa coscienza di un valore, di una forza, della possibilità di creare un nuovo mondo, contro disillusioni, fallimenti e crisi globali.
“Ragazzi è l’inno disperato di chi non rinuncia a un’esistenza migliore. Nella frustrazione c’è sempre una possibilità di pronunciarsi per rendere i propri luoghi un ambiente adatto a riprodurre la propria innata diversità, a renderla un potente valore comunitario. È un brano collettivo in cui si mischiano rabbia e gloria, che diventano sinonimi sulle strade asfaltate la sera, quando non si riesce a mettere a fuoco l’efficacia delle proprie vite. Ragazzi è la malinconia di chi è morto chiuso dentro i cuori, tra illusione e disillusione, ma conosce una fessura per guardarvi al di fuori.” Ibisco
CREDITI
prodotto da Marco Bertoni e Ibisco
mixato e masterizzato da Marco Bertoni al PS1 Studio Pubblico di Registrazione Gianni Gitti (Mercatale, BO)
BIO
Ibisco nasce a Bologna nel 1995 e vive in provincia, dove forse morirà anche.
Canta il sudiciume underground di periferia, sogna Manchester, Berlino, i Joy Division, Dalla e gli MGMT. Osserva da una macchina i campi della pianura padana, essi lo costringono a cercarsi dentro e spogliarsi di ogni pregiudizio nei confronti di qualsiasi travagliata dipendenza, nostra signora delle pulsioni più forti.
I pezzi nascono nella noia dei cessi del lavoro dipendente, dove per soldi si rinuncia a se stessi. Le canzoni, inizialmente, sono cantate sottovoce dentro al cellulare. I suoni sono viola, blu scuro e le parole amano venire come macchie sulla retina dopo che a lungo si è fissata la luce.
Ama l’autunno, odia l’estate.
Saranno gli occhi delle persone, specie quelle che dagli stereotipi sono più lontane.