I vincitori del CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 11 I vincitori del CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 11
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I vincitori del CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 11

I vincitori del CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 11 I vincitori del CA’ FOSCARI SHORT FILM FESTIVAL 11 Il cortometraggio Digari – The Other (Iran, 24’42’’) di Ako Zandkarimie e Saman Hosseinpour, prodotto dal Elmi karbordi of Farhango Honar Sanandaj, è il vincitore del Concorso Internazionale dell’undicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa interamente organizzato e gestito da un’università, che si è sviluppato anche quest’anno in maniera “diffusa” in tutta la città di Venezia, con proiezioni che si sono svolte, oltre che allo storico Auditorium Santa Margherita, anche in altre dieci sedi tra musei, gallerie d’arte e istituzioni culturali.Il Festival è realizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia, con il supporto della Fondazione Ugo e Olga Levi e di NH Venezia Rio Novo, a cui si sono aggiunti quest’anno nuovi e prestigiosi partner: il gruppo media editoriale Guang Hua Cultures et Media, la piattaforma di cortometraggi on demand WeShort, la più antica casa di produzione di spumanti in Italia Carpenè-Malvolti, il Museo Nazionale del Cinema di Torino e Le giornate della luce di Spilimbergo.

Insieme alle premiazioni, la cerimonia di chiusura del Festival è stata impreziosita dallo spettacolo di realtà aumentata Catoptrofobia, realizzato dal videoartista Igor Imhoff. Utilizzando il software EYE17, Imhoff ha sviluppato un progetto visuale e interattivo nel quale i movimenti dell’attore Marco Tonino venivano rielaborati in tempo reale e restituiti dall’occhio digitale del computer come in una sorta di specchio virtuale, alla ricerca dell’identità umana in uno spazio composto da pixel e vettori.

La Giuria Internazionale, composta dallo scrittore e regista francese Philippe Claudel, dall’animatore e produttore statunitense Tony Grillo e dalla programmatrice e regista italiana Laura Aimone, ha assegnato i principali premi del Concorso Internazionale. Tutti i premi sono stati realizzati in prestigioso vetro di Murano dai mastri vetrai del consorzio PROMOVETRO – Vetro Artistico di Murano.

Il Primo premio al miglior corto del Concorso, consegnato dalla presidentessa della distribuzione Makotoya e membro del comitato scientifico del festival Keiko Kusakabe, è andato a Digari – The Other di Ako Zandkarimie e Saman Hosseinpour, con la seguente motivazione:

Una coinvolgente storia di dolore, compassione, e di lotta tra amore e pazzia. Tinta di una sobria e scarna tonalità, ritrae la fragilità della miseria umana con dignità e grazia, trascinando lo spettatore nella vita privata di una famiglia in lutto. Il film ha un respiro profondo, reso attraverso un ritmo misurato e una forza visiva semplice, mentre si snoda in un mistero avvincente. La potente performance del protagonista mette in mostra una tensione emotiva e una inaspettata motivazione, senza l’utilizzo del dialogo.

The Other è la storia di un uomo che, alla morte della moglie, si ritrova a dover crescere da solo la propria figlia, finché un incontro fortuito non lo porterà a riconsiderare la vita vissuta fino a quel momento. Un film che vive dei silenzi tanto assoluti quanto assordanti fra i due protagonisti, che pur senza l’uso delle parole riescono attraverso i loro sguardi ad annullare, fra personaggi e spettatore, quella distanza che appare invece tanto incolmabile fra padre e figlia. Una narrazione dalla costruzione ciclica, le cui inquadrature fotografate come dipinti, unite al sapiente uso di una gelida palette cromatica, immergono il pubblico sin dalla prima scena in un mondo in cui non sembra esserci spazio per il colore, se non per quello indelebile di un dubbio vorace e di una “colpa” ereditata da un’innocente.

La Giuria ha inoltre assegnato la Menzione speciale “Museo Nazionale del Cinema”, per l’opera che offre il miglior contributo al cinema come espressione artistica, al cortometraggio italiano Where the Leaves Fall (Italia/Cina, 15’) di Xin Alessandro Zheng studente del NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Il premio, consegnato dal membro del comitato scientifico del festival Elisabetta Di Sopra, consiste in un prestigioso libro fotografico sul cinema, due biglietti di accesso al museo e una targa. L’opera è stata premiata con la motivazione:

Un caloroso e splendido lavoro cinematografico che utilizza ombre, luci e colori per rinforzare strati di tensione emotiva, conflitto interno e desiderio di voltare pagina. Ogni immagine appare equilibrata, ogni inquadratura è coreografata in maniera minuziosa e delicata. Il nostro protagonista rivive gli ambienti familiari della sua infanzia, apparentemente progettati per sedurlo e ricondurlo nel loro grembo. La fotografia seducente cattura scenari sereni e armoniosi mentre attira lo sguardo verso il protagonista solo, disconnesso dal mondo. Le composizioni rinforzano le distanze tra i due protagonisti principali, un gap culturale e generazionale gremito di un imbarazzante anelito a ritrovarsi.

“È passato troppo tempo ormai.” Queste sono le parole pronunciate al telefono dallo studente italo-cinese Giacomo, in viaggio per riportare nel paese d’origine le ceneri del padre recentemente defunto, uno dei pochi elementi che lo legava ancora a quella cultura fino ad allora considerata come qualcosa di estraneo. Sarà il nonno a guidarlo in quel mondo sconosciuto, un mondo fatto di tradizione e riti con cui il ragazzo non ha mai, forse, voluto avere a che fare. Il rapporto di Giacomo con il nonno, nonostante le difficoltà causate da differenze generazionali apparentemente incolmabili, funge da tramite in quello che si rivelerà essere un viaggio alla riscoperta della propria cultura, con i sentimenti e le sensazioni a essa legate. Il cortometraggio di Zheng esplora i temi dell’appartenenza culturale, dell’emigrazione e dell’identità nel modo più delicato e vero possibile.

La Giuria ha assegnato anche la Menzione speciale “Guang Hua Cultures et Media”, per l’opera che offre la migliore sperimentazione nei linguaggi cinematografici, al cortometraggio d’animazione cinese Fúyóu rìjì – Dayfly (Cina, 14’05) di Yi Baoxingchen, studente dell’Animation School of Communication University of China. Il premio, consegnato dall’attrice Jun Ichikawa, consiste in un prestigioso piatto in vetro di Murano. L’opera è stata premiata con la motivazione:

Una serie di contrasti piacevoli e illuminanti, Dayfly utilizza un’incantevole sfilata di stili d’animazione e media visuali connessi liberamente, che in qualche modo si fondono in una storia coesa e avvincente sulla tenacia dell’essere. Insieme meditativo e urgente, umoristico e sobrio, mette in scena l’ineluttabilità della vita e della morte con il fascino del disegno tradizionale che simultaneamente trasmette contemplazione matura e stupore infantile.

In Dayfly si ritrovano, uniti insieme, dei tranches de vie dalla natura eterogenea: attimi di esistenze osservati dallo sguardo discreto di una ephemeroptera che, intrufolandosi in questa diversità, ammira le sfaccettature della realtà. Il filo conduttore in questo racconto animato, le cui tecniche ricordano da vicino la pratica degli acquerelli e dei pastelli, è l’effimera, insetto la cui esistenza si limita a una sola giornata, simbolo dell’inesorabile scorrere del tempo. Sullo spettacolo brillante e festoso della vita aleggia infatti una sensazione di morte, e a ricordarlo è un orologio che segna costantemente il tempo rimasto da vivere all’insetto. La morte, però, non assume tinte cupe o luttuose, sembra, invece, essere l’elemento mancante e necessario per completare il proprio ciclo vitale. Ed è proprio sulla dimensione ciclica della natura che il regista pone l’accento, inserendo, in questo suo personalissimo carpe diem, una riflessione profonda secondo la quale tutto si trasforma e ogni essere del cosmo è legato agli altri in un continuum.

Il Premio Levi per la miglior colonna sonora (musica, parola, rumore), offerto dalla Fondazione Ugo e Olga Levi e assegnato da una giuria apposita, composta dal direttore del comitato scientifico della Fondazione Levi Roberto Calabretto e dai compositori Paolo Troncon e Daniele Furlati, è andato al giapponese The Balloon Catcher (Giappone, 6’10”), prodotto dalla Tama Art University per la regia di Kaneko Isaku. Il premio, consegnato dal Direttore della Fondazione Levi Giorgio Busetto, è stato assegnato con la seguente motivazione:

L’ambiente sonoro rievoca in maniera efficace la storia narrata con modalità funzionali alla drammaturgia del film.

In una città immaginaria in cui gli uomini sono palloncini colorati attaccati al loro corpo da un esile filo, un uomo-ascia passa le sue giornate a sognare un mondo libero, dove tutti possano convivere pacificamente. La realtà però è ben diversa: vive la sua vita emarginato e temuto da tutti gli altri a causa della sua particolarità fisica. Un giorno, il protagonista viene accusato ingiustamente dalla polizia per un omicidio perpetrato da uomini come lui. Con coraggio, riuscirà a dimostrare la sua innocenza e a raggiungere la libertà a lungo desiderata. Il forte messaggio di uguaglianza viene veicolato da immagini che non hanno bisogno di dialoghi. È la musica, creata appositamente per il cortometraggio, che si sostituisce alle parole come cassa di risonanza di emozioni umane e profonde, chiedendo allo spettatore di sperare in una realtà dove asce e palloncini possano finalmente convivere serenamente.

La Menzione speciale “Le Giornate della Luce” per la miglior fotografia è stata invece assegnata da una giuria apposita composta dal Presidente del festival Le Giornate della Luce Donato Guerra, e dai giornalisti e critici cinematografici Luca Pacilio e Gabriella Gallozzi. La Menzione è andata a Yard Kings (Gran Bretagna/Portogallo, 15’) di Vasco Alexandre della Middlesex University, con la seguente motivazione:

Per come riesce a restituire la freschezza e l’ingenuità dello sguardo della bambina protagonista e, nello stesso tempo, guardando al miglior cinema del realismo sociale, a evidenziare e dare spessore naturalista agli aspetti più urgenti e problematici della narrazione.

L’ultimo premio del Concorso Internazionale, il Premio “Pateh Sabally”, offerto dalla Municipalità di Venezia, Murano e Burano e dedicato alla memoria del ragazzo del Gambia tragicamente scomparso nelle acque del Canal Grande nel gennaio del 2017, è stato assegnato al corto d’animazione italiano En rang par deux (Italia, 6’51”) di Elisabetta BoscoMargherita Giusti e Viola Mancini, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia del Piemonte. L’opera racconta l’incontro di due migranti in Italia che trovano nella musica il linguaggio comune attraverso il quale superare le barriere linguistiche e culturali. Il premio è stato consegnato dal presidente della Municipalità di Venezia, Murano e Burano Marco Borghi con la seguente motivazione:

Il film mescola i racconti di due ragazzi africani arrivati a Roma e uniti assieme dalla musica, che aiuta a superare le differenze e le diffidenze. Mescolare la linea del disegno animato con le riprese dal vero aiuta a comprendere la dimensione dello stare insieme e a capire il valore dell’accoglienza e dell’integrazione. 

Passando ai concorsi collaterali, è stato poi annunciato il vincitore della quinta edizione del Levi Music Video International Competition, concorso dedicato a videoclip musicali realizzati da studenti di scuole di cinema o di università da tutto il mondo. A vincere è stato Pick Up Your Cross (and follow me) (Austria, 2’53”) di Michael J. Keplinger dalla Meisterschule für Kommunikationsdesign Linz. La giuria, composta dal regista e direttore artistico Giovanni Bedeschi, da Roberto Calabretto e dai compositori Marco Fedalto e Daniele Furlati, ha assegnato il “Premio Levi” per il miglior videoclip con la seguente motivazione:

Video ben realizzato che valorizza le atmosfere della canzone. L’animazione minimalista, da un punto di vista stilistico, è ottima.

Un video musicale basato sull’animazione a passo uno per un brano musicale del regista stesso, nel quale una semplice scena quotidiana attinta dalla vita di una giovane donna viene resa nella forma di un unico scatto continuo.

È stato poi premiato il vincitore dell’ottava edizione del Concorso Scuole Superiori “Olga Brunner Levi” istituito dalla Fondazione Ugo e Olga Levi in collaborazione con il Ca’ Foscari Short Film Festival. Il premio è dedicato al miglior cortometraggio realizzato da studenti delle scuole superiori di secondo grado di tutto il mondo, avente per soggetto la performance musicale femminile o il rapporto tra condizione femminile e la musica nella storia. Una giuria composta da Roberto CalabrettoCosetta Saba Marco Fedalto, ha decretato come vincitore The Dome of the Sky (Iran, 8’) del diciottenne Mohamad Ghaderi con la storia di una bambina che vorrebbe solo vivere la propria infanzia, ma cresce in una società che la reprime e che la costringe a sporcarsi. Il premio è stato consegnato da Giorgio Busetto con la motivazione seguente:

Mohamad Ghaderi ha raccontato la sordità della condizione femminile nella cultura in cui ella stessa vive, quella che oggigiorno è sotto i riflettori della stampa mondiale, la società iraniana. Si tratta di un cortometraggio nel quale i grandi occhi della giovanissima donna non vedono un futuro di autorealizzazione personale, ma soltanto un presente antiquato e pericoloso che relega la condizione femminile a mero souvenir, una sorta di “ombra muta” a cui poter impunemente privare la legittima libertà di scelta.

Infine, è stato annunciato anche il vincitore della prima edizione del “Carpenè-Malvolti” Script Contest, concorso rivolto a tutti i registi del Concorso internazionale e del Music Video Competition di questa undicesima edizione, chiamati a concepire uno script che poi sarà trasformato in un cortometraggio incentrato sulla più antica azienda di spumanti italiana e sul suo fondatore Antonio Carpenè. Ad assegnare il premio in denaro di 3.000 euro è stata una giuria composta da Domenico Scimone, direttore generale della Carpenè-Malvolti, Alessandro Loprieno, CEO di WeShort e da Eduardo Fernando Varela, scrittore e sceneggiatore. Lo script vincitore è risultato essere Eredità di Alphie Velasco, regista filippino in gara nel Concorso internazionale con il corto A Toy in the River. Lo script è stato premiato dallo stesso Domenico Scimone leggendo la seguente motivazione:

Una narrazione intima, romanzata con tanto rispetto e sensibilità, che enfatizza ed esalta i principi etici della Famiglia Carpenè ed i valori fondativi della storica Impresa Carpenè-Malvolti.

Nell’introduzione alla cerimonia di premiazione, la direttrice artistica e organizzativa del festival Roberta Novielli ha voluto ringraziare tutti i volontari cafoscarini che, come ogni anno, con entusiasmo e passione, hanno reso possibile la realizzazione del festival e ha dato appuntamento al 2022 per la dodicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival.

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