I fantascientifici “Pianeti” di Holst diretti da Axelrod
Con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai
In apertura di serata Axelrod propone Rendering, il “restauro” realizzato da Luciano Berio tra il 1988 e il 1990 sugli schizzi lasciati da Franz Schubert per la sua Decima Sinfonia, mai completata.
Nella seconda parte del concerto, invece, il programma prevede The Planets (I pianeti), la suite op. 32 per coro femminile e orchestra scritta da Gustav Holst tra il 1914 e il 1916. In quegli anni il compositore britannico, di mente aperta e curiosa, era particolarmente influenzato del wagnerismo e dell’espressionismo, e venne introdotto all’astrologia dall’amico scrittore Clifford Bax durante una vacanza sull’isola di Maiorca. Nacque così la partitura che lo rese celebre e che infuse di maestria coloristica oltre che di fantasia visionaria. Il successo del lavoro fu tale da renderlo una sorta di modello per la musica cinematografica che seguì, specie per le pellicole di ispirazione fantascientifica
L’opera, composta da sette movimenti ispirati al significato astrologico dei pianeti del sistema solare, vede impegnato un organico orchestrale enorme, che include strumenti come il flauto basso, l’oboe basso, l’eufonio, l’organo. Nell’ultimo movimento interviene il Coro femminile del Teatro Regio di Torino preparato da Ulisse Trabacchin.
L’ultima esecuzione di The Planets da parte di una compagine Rai.