H/EARTHbeat, Battiti del cuore e della terra – Fulu Miziki in concerto a Firenze
H/EARTHbeat, Battiti del cuore e della terra: un nuovo festival dedicato alle musiche del mondo, iniziato il 7 ottobre continuerà fino al 2 dicembre a Firenze con un lungo viaggio nella world music attraverso la musica dei grandi protagonisti internazionali e di numerosi musicisti italiani che farà tappa in sei diversi luoghi della città. H/EARTHbeat è organizzato dalla Associazione Music Pool con la direzione artistica di Enrico Romero, con il contributo del Ministero della Cultura ed il patrocinio del Comune di Firenze e tantissime collaborazioni.
Giovedì 13 ottobre alle 21:30 il primo concerto al Buh! Centro Culturale Urbano: in concerto Fulu Miziki, il collettivo ecofriendly-afro-futurista-punkche arriva direttamente da un futuro in cui gli esseri umani si sono riconciliati con la madre terra e con sé stessi. Questo collettivo multidisciplinare ha sede a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, e dal 2003 ha accumulato un seguito internazionale per il suo sound originale e la sua filosofia di recupero dei rifiuti. Dalle discariche della città, infatti, recuperano e costruiscono costumi, maschere e strumenti; dai guembri composti dall’involucro del computer, alle batterie realizzate con taniche, fino alle invenzioni di tastiere in legno, molle e tubi di alluminio, con vecchie infradito usate come cuscinetti dai percussionisti. Ormai da diversi anni i suoi membri hanno dedicato molto tempo a concettualizzare un’orchestra fatta di oggetti trovati nella spazzatura; strumenti in continua evoluzione, sempre alla ricerca di nuovi suoni. Realizzare i propri strumenti, insieme ai costumi dello spettacolo e alle maschere, è essenziale per l’approccio dell’ideologia musicale di Fulu Miziki. Il loro suono unico supporta un messaggio panafricano di liberazione artistica, pace e uno sguardo severo alla situazione ecologica della Repubblica Democratica del Congo e del mondo intero. Per Fulu tutto può essere recuperato e riutilizzato sotto nuove forme. A seguire il dj set Ghiaccioli e Branzini, Coqo, Hugolini, Key.na.
Il programma del festival continua giovedì 20 ottobre alle 21:30, in programma il primo dei due appuntamenti al Viper Teathre: Ardecore, lo straordinario progetto con uno sguardo innovativo alla musica popolare romanesca, nato da un’idea del cantautore folk blues Giampaolo Felici. Un laboratorio artistico in piena espansione dal 2005 con una Targa Tenco come miglior Opera Prima nel 2007 con “Chimera” e quattro album all’attivo che ha da poco presentato al pubblico “996 – Le Canzoni di G.G. Belli – Vol. 2”, il nuovo album e secondo volume del progetto dedicato al grande poeta Giuseppe Gioachino Belli. Martedì 25 ottobre salirà invece sul palco Seun Kuti. Figlio di uno degli artisti più influenti del XX secolo, Fela Kuti. Sarà con lui la storica formazione degli Egypt 80 – “la più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale”. In un’epoca in cui l’afrobeat viene sempre più riscoperto e citato in molteplici ambiti musicali moderni, dall’hip hop alla techno ed a tutta la tropical music, Seun Kuti & Egypt 80 rappresentano l’autentica radice originale, ma rinvigorita dalla giovane energia e da una notevole apertura a collaborazioni e contaminazioni artistiche.
Venerdì 29 ottobre alle 21:30, in concerto al Buh! Circolo Culturale Urbano, Malibra trio, il progetto musicale capitanato dal Griot del Burkina Faso, Brahima Dembelè che presenta il suo ultimo album. Al suo fianco il percussionista Ettore Bonafè, il pianoforte, la voce e le tastiere di Manuela Iori ed i cori e le danze Africane di Alain Frank Nahi. L’origine musicale attinge direttamente al bagaglio ritmico e melodico africano si incontra con diverse tipologie di musica occidentale, che pure devono le proprie radici all’Africa: il reggae, il jazz, l’universo della musica latine, il blues, il funk e l’hip hop. Il loro ultimo album “AMI” è uscito nel 2021. A seguire: il dj set dal sound fresco e ritmiche afro tropicali di Didje Doo.
Venerdì 4 novembre, sempre al Buh!, alle ore 19:00, in un incontro curato da Alessandra Cafiero, Giorgio Raimondi presenta “L’invasione degli afronauti” un libro che rilegge la vicenda del popolo afroamericano dall’inizio del XX secolo fino agli anni recenti. Alle 21:30, Mètché Dershè, un gruppo che si propone di suonare la musica del compositore etiope Mulatu Astatke. La musica di Mulatu è una miscela azzardata della tradizione musicale etiope con i ritmi moderni della musica occidentali. I brani sono dei funky-latin-rock con sfumature che arrivano ai nostri padiglioni auricolari da mondi misticheggianti, quasi lisergici: un magma armonico urbanizzato. A seguire il cangiante incantesimo tra black music e electric synt di Smalto (Michelle Davis, Mimmy, La Ponto) Dj set.
Giovedì 10 novembre H/Eartbeat si sposta in Piazza del Carmine dove la Sala Vanni ospiterà Lula Pena, una delle voci più conturbanti della scena contemporanea, ammirata, tra gli altri, anche da Caetano Veloso e Rodrigo Leao. Nata e cresciuta a Lisbona, questa cantante e poetessa si appropria del fado per andare “oltre il fado” e consegnarlo al nuovo millennio con una sensibilità poetica contemporanea, spoglia e disadorna nella sua disarmante semplicità. Dopo “Phados” del 1998 e “Troubadour” del 2010, il suo “Archivio Pittoresco” è stato il miglior album world del 2017 per il Giornale della Musica.
Mercoledì 16 novembre al Circolo Il Progresso in programma una serata che celebra mezzo secolo di attività artistica della leggendaria band The Pyramids fondata da Idris Ackamoor. “Afro Futuristic Dreams” è il doppio album commemorativo del cinquantesimo anniversario che uscirà nel 2023 e che racconta i tempi storici che stiamo vivendo. Una testimonianza di sopravvivenza, unità e onestà; ispirato a Pharaoh Sanders, John Coltrane, è dedicato anche a Darnella Frazier che ha filmato l’omicidio di George Floyd, tutti coloro che erediteranno questa terra che noi, antenati “in attesa”, lasceremo loro in eredità.
Venerdì 18 novembre torniamo al Buh! Circolo Culturale Urbano con i Jedbalak. Un ponte tra passato, presente e futuro: i Jedbalak partono dalla grande tradizione musicale degli Gnawa del Marocco e fondendo canti la cui origine si perde nei secoli, con sonorità vicine al nostro tempo. Un concerto nel quale i Jedbalak producono un vortice di melodie e ritmi ipnotici, un concentrato di energia cinetica inarrestabile, un ballo estatico e liberatorio. Il loro ultimo album “Maroccan’roll” è uscito nel 2021. A seguire, Ghiaccioli e Branzini, Hugolini, Ruspa, Stone (Consorzio Diggei Indipendenti).
Martedì 22 novembre alla Sala Vanni le musiche tradizionali del Mali e dell’Africa centro-occidentale si incrociano con l’improvvisazione e la sperimentazione timbrica nel duo inconsueto dalle sonorità oniriche e trascinanti di Pasquale Mirra e Kalifa Kone. In questo progetto, Pasquale Mirra, considerato uno dei più interessanti vibrafonisti della scena musicale nazionale ed internazionale con 40 dischi incisi, collaborazioni con i grandi improvvisatori della scena mondiale e concerti in tutto il mondo. Al suo fianco, Kalifa Kone, talentuoso polistrumentista maliano, che vanta uno stile personale e originale, collaborazioni eccelse avviate negli anni con artisti maliani di fama internazionale e personaggi del calibro di Babà Sissoko, maestro indiscusso del «Tamani», e di Salif Keita.
Domenica 27 novembre un’intensa giornata al Teatro Nuovo Circolo Arci Lippi che inizierà alle ore 16:00 con un laboratorio con Jabel Kanuteh e Marco Zanotti. Alle 17:30, un talk sui progetti di solidarietà internazionale in collaborazione con Arci Firenze. Alle 18:30 sarà in concerto il duo formato da griot gambiano Jabel Kanuteh e dal polistrumentista Marco Zanotti che, dopo il debutto con “Freedom of Movement”, presenteranno insieme il loro nuovo lavoro “Are You Strong?”. Il cuore di questo progetto rimane il continuo scambio dal vivo tra i due musicisti e con il pubblico. Partendo dal solco della tradizione mandengue, della quale la famiglia Kanuteh è ambasciatrice, il duo si muove verso una musica più universale che ha assimilato Fela Kuti così come alcune delle correnti contemporanee provenienti dall’Africa e dalla sua diaspora. La giornata si chiuderà alle ore 20:00 con una cena di solidarietà di Arci Firenze nel mondo.
Venerdì 2 dicembre, per l’ultima serata del festival, H/EARTHbeat propone un progetto originale che nasce dall’incontro di musicisti italiani e magrebini: una performance creata dal vivo da soli tre musicisti, loop station, suoni acustici ed elettronici. Fanfara Station fonde la forza di un’orchestra di fiati, l’elettronica e i ritmi e i canti del Maghreb celebrando l’epopea delle culture musicali della diaspora africana e dei flussi che da sempre uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Si uniscono alla voce di Marzouk Mejri le percussioni skatska, tar, bendir, darbuka e tabla che si intrecciano con la tromba, il trombone, il clarinetto e i tre fiati tunisini: nay, mizued e ocra. In questa originale formula, a Marzouk Mejri, Charles Ferris e Marco Dalmasso aka Ghiaccioli e Branzini si uniscono Hela Kavak Guesmi e Asma Cherif. Seguirà Saeed Aman, dj, producer e musicista iraniano che ha raccolto una libreria musicale in cui si superano i limiti di genere, lingua e nazionalità. Con la collaborazione dell’Associazione gli Anelli Mancanti; 25 anni di intercultura, dialogo e incontri sul territorio fiorentino.
H/EARTHbeat, in collaborazione con Buh! Circolo culturale urbano, presenta “Mixare le musiche del mondo”, con i più noti dj fiorentini a cimentarsi con colonne sonore a base di black music, musica pop, elettronica.
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prevendite online: www.eventimusicpool.it, www.ticketone.it, Circuito Box Office 055 210804
ABBONAMENTO: 11 concerti dal 13/10: 32€