GIORNATE DEL CINEMA MUTO: la 42a edizione apre con Julien Duvivier e chiude con Charles Chaplin e Buster Keaton
Il programma preparato dal direttore del festival Jay Weissberg di cui si danno le prime anticipazioni, oltre che sulla spettacolarità delle proiezioni con la musica dal vivo, punta sulle riscoperte e su accostamenti originali di temi, opere, filoni, anche con riferimenti alla contemporaneità.
La Francia, quest’anno molto presente nel programma del festival, lo inaugura ufficialmente sabato 7 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone con La Divine croisière (La crociera divina, 1929) di Julien Duvivier accompagnato dalla partitura composta e diretta da Antonio Coppola ed eseguita dall’Octuor de France. Regista ammirato, fra gli altri, da Ingmar Bergman, Orson Welles e Michael Powell, Duvivier è più conosciuto per i suoi film sonori (tra cui Pepé le Moko, del 1937, e Don Camillo, del 1952) ma girò anche numerosi film muti. Uno degli ultimi è La Divine croisière, sulla rischiosa spedizione in mare di un mercantile. Uscito all’epoca in una versione gravemente mutilata, grazie al lavoro di ricostruzione della Lobster Films di Parigi il film ha riacquistato il respiro e la forza originali ritrovando, accanto all’elemento religioso (la protezione della Stella Maris) mantenuto nella versione tagliata, l’importante componente sociale di presa di coscienza e di ribellione dei marinai contro la logica dello sfruttamento.
L’evento musicale di metà settimana (mercoledì 11 ottobre) è Hindle Wakes (1927) del regista britannico Maurice Elvey. Con magnifiche riprese in esterni, il film mostra le attività ricreative della working class durante la “Wakes Week” (una settimana di chiusura di fabbriche e scuole che ancora oggi si osserva in alcune parti del Lancashire e dello Yorkshire) ed è stato definito, come la pièce teatrale da cui è tratto, proto-femminista nel tono: il messaggio che trasmette, estremamente moderno, è che le donne, incluse quelle di estrazione popolare, possano al pari degli uomini concedersi un’avventura senza che questo implichi degli obblighi e decidere della propria vita ignorando le convenzioni famigliari e sociali. Il film è accompagnato dalla partitura di Maud Nelissen.
Per l’evento finale di sabato 14 ottobre (in replica domenica 15) si scommette sui due fuoriclasse della comicità muta:Charles Chaplin e Buster Keaton. Del primo si vedrà The Pilgrim, del 1923, nel nuovo restauro commissionato dal Chaplin Office che viene presentato a Pordenone in prima mondiale. Qui Charlot è un detenuto evaso che, dovendo indossare il primo abito civile che gli capita, incappa in quello di un pastore della chiesa evangelica, con tutto ciò che ne consegue. La partitura originale composta da Chaplin, arrangiata da Timothy Brock, sarà eseguita dall’Orchestra da Camera di Pordenonediretta da Ben Palmer.A rendere indimenticabile la serata, l’abbinamento con un altro capolavoro, Sherlock Jr.(Calma, signori miei o La palla n° 13), realizzato l’anno seguente e considerato, oltre che una delle cento commedie più belle di sempre, la summa del cinema di Keaton (che qui è un proiezionista che sogna di diventare un grande detective) quale sperimentatore assoluto del linguaggio cinematografico degli anni Venti. Incredibilmente, il film non era mai stato presentato a Pordenone, dove arriva quest’anno nel nuovo restauro Lobster e con la nuova partitura di Daan van den Hurk, anch’essa eseguita dall’Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer.
Oltre agli eventi speciali, si segnala uno di tre importanti ritrovamenti della Cineteca di Praga che avranno l’anteprima alle Giornate del Cinema Muto: Circe the Enchantress (1924) di Robert Z. Leonard, con la stella hollywoodiana Mae Murray, sulla vita e gli amori di una seduttrice.
Seconda parte anche per la rassegna curata da Ulrich Rüdel e Steve Massa sulle origini dello slapstick europeo e sui suoi legami con il cinema comico americano.
Dopo Ellen Richter, riscoperta nell’edizione del 2021, sarà la volta di un’altra personalità del cinema tedesco un tempo popolarissima ma oggi dimenticata: il regista, sceneggiatore, produttore e attore Harry Piel, considerato il Douglas Fairbanks tedesco. Attivo dagli anni ’10 fino all’era del sonoro, era conosciuto soprattutto per i film d’azione e d’avventurache sbalordivano gli spettatori per le sequenze spettacolari e le innovazioni tecnologiche inserite nella trama (a Piel si deve, per esempio, la prima apparizione di un robot sullo schermo).
Non mancherà il western, con una delle prime star del genere, Harry Carey, diretto anche da John Ford, e si celebrerà nel centenario della morte lo scrittore francese Pierre Loti (pseudonimo di Louis Marie Julien Viaud), ufficiale di marina che dai suoi viaggi in tutto il mondo trasse ispirazione per romanzi che ebbero grande successo fino alla prima metà del secolo scorso. Fu in particolare affascinato dalla storia dell’impero ottomano e ancora oggi sono a lui dedicati un celebre caffè letterario e la collina su cui si trova a Istanbul.Sarà reso omaggio anche all’artista e designer tessile Sonia Delaunay, a cui l’anno prossimo sarà dedicata una mostra alla prestigiosa galleria del Bard Graduate Center di New York.
Il Canone rivisitato, a cura di Paolo Cherchi Usai, riserverà quest’anno diverse sorprese, fra cui il nuovo restauro – ancora una volta targato Lobster – del leggendario film di Erich von Stroheim e Rupert Julian (che sostituì Stroheim durante la lavorazione) Merry-Go-Round (Donne viennesi, 1923), e Vendémiairedi Louis Feuillade, che grazie al recente ritrovamento alla Gaumont del nitrato originale si vedrà in una copia di straordinaria bellezza.
Le Giornate del Cinema Muto
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