Francesco Micheli porta Donizetti in Giappone
Primo appuntamento nel pomeriggio di giovedì 25 settembre all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo – splendido palazzo affacciato sui giardini imperiali, con spigoli in marmo bianco e facciate rosso vivo disegnato da Gae Aulenti – per una conferenza dal titolo “Il flauto magico e Lucia di Lammermoor”, opere particolarmente significative del percorso artistico di Micheli che ne parlerà insieme ad Ayuko Matsuda, ospiti del direttore dell’IIC Paolo Calvetti.
https://iictokyo.esteri.it/
Quindi venerdì 26 settembre, nella Blue Rose della celebre Suntory Hall, conferenza di presentazione del secondo volume scritto dalla Matsuda “A Complete History of Classical Masterpieces” appena pubblicato e dedicato ai brani più belli del repertorio classico e operistico. La conversazione sarà dedicata al fascino che la musica classica e il teatro d’opera esercitano sul mondo delle aziende; sono attese oltre 300 persone. Con Francesco Micheli e Yasuko Matsuda anche il tenore Tommaso Rossato e il pianista Sergio Baietta che eseguiranno alcuni brani trattati nel libro, fra cui la donizettiana “Una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore. Sponsor dell’evento sono due importanti marchi del lusso come Royal Copenhagen e Carl F. Bucherer.
https://www.suntory.com/
Infine sabato 27 settembre, in una sala della Borsa di Tokyo, conversazione e cena con un gruppo selezionatissimo di esponenti della finanza giapponese, ospiti della Tokai Tokyo Financial Holdings. Il tema dell’incontro è il rapporto culturale fra Oriente e Occidente, con particolare riferimento alla passione per l’opera e per il belcanto della società giapponese.
«Stiamo vivendo un tempo – spiega Francesco Micheli – in cui i confini sembrano più significativi degli spazi; le differenze più determinanti delle affinità. I nostri padri ci hanno dimostrato che l’opera ha saputo conquistare il mondo senza spargere una goccia di sangue: abbiamo convinto il mondo a parlare italiano nei teatri d’opera senza dover invadere nessuno. L’eredità di questi padri è ingombrante ma preziosissima: da anni giro il mondo grazie al lavoro che mi è dato per il solo fatto di essere italiano e figlio della terra che ha forgiato l’arte gloriosa del melodramma. Ciononostante il 2019 è un anno per me particolarmente fortunato. Grazie a Gaetano Donizetti ho viaggiato tanto per parlare del maestro di Borgo Canale. A luglio negli Stati Uniti, a New York, con lo spettacolo che celebrava lo sbarco sulla luna; ora vado dove sorge il sole, a Tokyo, per diverse conferenze organizzate dall’amica Ayuko Matsuda. Parlare di Gaetano alle due estremità del globo, è anche un modo per far conoscere Bergamo, splendida città che declina un’ennesima forma della bellezza nostrana. Lunga vita all’opera!»
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