Fondazione Morra Greco – Le mostre di Hamish Fulton e Daniele Milvio
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione con la Fondazione Morra Greco, nell’ambito dell’edizione 2021-2022 delle Azioni Culturali della Fondazione Donnaregina – Progetto XXI, presenta due nuovi progetti espositivi, che inaugurano in contemporanea da venerdì 8 aprile a giovedì 30 giugno 2022 negli spazi di Palazzo Caracciolo di Avellino a Napoli.
Progetto XXI è la piattaforma attraverso la quale la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee si propone, dal 2012, di esplorare la produzione artistica emergente, nella sua realizzazione teorico-pratica, e di analizzare l’eredità delle pratiche artistiche più seminali degli ultimi decenni, nella loro esemplare proposta metodologica. Il progetto intende così contribuire alla produzione e alla diffusione di narrazioni e storiografie alternative del contemporaneo e alla definizione di un sistema regionale delle arti contemporanee, basato sulla collaborazione e l’interscambio fra istituzioni pubbliche e private operanti in Regione Campania.
Il primo piano della Fondazione Morra Greco presenta la personale Linking the invisible footsteps of 3 seven day walks on Southern Italy, October 2019, dell’artista britannico Hamish Fulton (1946).
Definitosi come un walking artist, Hamish Fulton ha sviluppato nel tempo una pratica artistica che individua nel camminare un modo di vivere e fare arte. Le testimonianze visive e verbali dei suoi percorsi si trasformano in opere d’arte e l’esposizione diviene un luogo di esperienze, dove ogni lavoro evoca un invito all’esplorazione del sé e del mondo circostante. In mostra alla Fondazione Morra Greco il risultato degli itinerari tracciati dall’artista nel corso di un periodo di residenza trascorso a Napoli nel 2019, durante il quale Fulton si è immerso nella città, nei suoi dintorni e nei paesaggi maestosi dell’Italia meridionale.
Tra testi, stampe, sculture e poster, il percorso espositivo trasforma le esperienze dell’artista in performance narrative e spunti di riflessione per indagare tematiche come il rapporto tra umano e natura e la crisi ambientale.
Il secondo e il terzo piano della Fondazione Morra Greco, insieme con il basement, accolgono la mostra Danno Erariale, personale di Daniele Milvio (1988) a cura di Gigiotto Del Vecchio.
L’esposizione rievoca fin dal proprio titolo l’intento dell’artista, che coincide con la restituzione di tematiche e problemi attraverso il medium più semplice e immediato individuabile. Ne scaturisce un percorso espositivo volutamente discontinuo, che attraversa la produzione del giovane artista italiano rievocandone l’approccio ironico e con l’obiettivo finale di provocare il visitatore. Le opere su tela, che l’artista stesso concepisce come “diorami bidimensionali”, presentate al secondo piano lasciano spazio alle sculture che abitano il terzo piano, punteggiando lo spazio di interventi artistici che mirano a incrinare le certezze del visitatore attraverso immagini e accostamenti inusuali.
I due progetti espositivi sono finanziati con fondi POC (PROGRAMMA OPERATIVO COMPLEMENTARE) Regione Campania nell’ambito del progetto “Azioni Culturali della Fondazione Donnaregina – Progetto XXI”. Proseguendo idealmente il percorso inaugurato nel 2021 con la collettiva There Is No Time to Enjoy the Sun, le mostre personali di Hamish Fulton e Daniele Milvio confermano l’intento congiunto delle due fondazioni nell’innescare una trasformazione culturale, favorendo la generazione di una comunità di artisti locali e internazionali che hanno individuato nella regione Campania un terreno comune di sperimentazione.
HAMISH FULTON
Hamish Fulton (Londra, 1946) vive e lavora a Canterbury. La sua pratica artistica si concentra sulla tematica fondamentale della natura e sul modo in cui l’essere umano interagisce con la natura. Nel corso degli ultimi trent’anni l’artista ha intrapreso lunghi itinerari a piedi attraverso tutti e cinque i continenti. Gli schizzi realizzati nel corso dei propri viaggi sono il punto di origine di un processo di sedimentazione delle esperienze vissute, orientato alla ricerca di una sorta di relazione diretta tra uomo e natura in tutte le sue forme.
Tra le sue esposizioni personali più significative figurano Walking Without a Smartphone (Häusler Contemporary München, Germania, 2017), Hamish Fulton – Old Tree (Center for Contemproary Art di Kitakyushu, Giappone, 2006), Walking Journey (Tate Modern di Londra, Regno Unito, 2002), Hamish Fulton (Centre Georges Pompidou di Parigi, Francia, 1981). Le sue opere sono state inoltre presentate in numerose collettive presso istituzioni internazionali di rilievo, tra cui Conceptual Art in Britain: 1960-1998 alla Tate Modern di Londra (Regno Unito, 2016), Ends of the Earth al MOCA di Los Angeles (USA, 2012), Mapping al MoMA di New York (USA, 1994). I suoi lavori figurano, tra le altre, all’interno delle collezioni della Art Gallery of Ontario in Canada, del Centre d’Art Contemporain di Ginevra, del Kunstmuseum di Basilea, del Metropolitan Museum di Tokyo, del MoMA di New York, dello Stedelijk Museum di Amsterdam, della Tate Modern di Londra.
DANIELE MILVIO
Daniele Milvio nasce in Italia nel 1988. Tra i quattro e i dodici anni suona il violino per diverse ore al giorno, credendo di poterne, da adulto, fare il suo mestiere. Oggi incolpa la dimensione delle sue mani per il fallimento di questo tentativo. La musica classica resta nella sua vita un accompagnamento della pratica dell’arte, un tempo da lui considerata un ripiego. Ha scoperto di recente di aver versato per anni l’affitto della sua casa di Milano al direttore d’orchestra Valerij Gergiev, un pegno pagato malvolentieri a chi nella musica, a differenza di Milvio, ha indubbiamente eccelso. Consegue il diploma di liceo Classico nello storico Istituto Dante Alighieri di Roma con voti inspiegabilmente bassi, in seguito frequenterà l’accademia di belle arti di Brera, pur vivendo a Parigi. Si conta qualche mostra personale a New York, Milano, Basilea e Berlino, e un numero accettabile di mostre collettive in gallerie e istituzioni di un certo pregio. Come Benedetti Michelangeli è un appassionato di auto, non della loro conservazione. Oggi vive tra Milano e Ansedonia, e medita di darsi all’attivismo politico in seno al suo Adoratissimo partito radicale o alla coltura di rare specie di albero da frutto o all’allevamento di una nuova razza canina nata dall’incrocio del galgo spagnolo col dobermann o alla pesca del totano. Afferma di concedersi ancora tre anni prima di decidere.