Firenze suona contest – Ultimo quarto di finale – 14 aprile 2024
FIRENZE SUONA CONTEST
Ultimo quarto di finale – 7 aprile 2024
Domenica 14 aprile, sempre nella cornice del Caffè Letterario Le Murate di Firenze, alla presenza di un nutrito pubblico e della giuria capitanata da Ghigo Renzulli, si è tenuta l’ultima eliminatoria live per l’accesso alla semifinale del Firenze Suona Contest, la manifestazione organizzata dall’omonima associazione per la promozione di progetti di musica originale aperto ai giovani fino ai 35 anni. Mattatori della serata Ginevra Marchesi, dei Keruak, e il musicista Bernardo Sommani, un duo che, a ogni cambio palco, ha reso la serata fresca e frizzante tra aneddoti e piccolo sketch.
Nell’ultima eliminatoria, la tensione si sente nell’aria, ma tutto passa appena si esibiscono i Not My Value, un progetto nato a Milano dall’incontro tra due musicisti provenienti da Parma e Prato. Sono suoni sintetici ed eterei quelli che riempiono l’atmosfera che rimane in bilico tra elementi musicali onirici e la realtà delle mura che circondano l’audience. Se la voce di Lisa ti eleva verso emozioni indefinite, il fraseggio di Claudio avvolge in una morsa stretta da cui è difficile fuggire. L’effetto è ipnotico e scomodo per chi vorrebbe solo suoni ruffiani e melodie preconfezionate.
Il duo trascina l’ascoltatore fuori dalla sua comfort zone per chiuderlo nella propria introspezione fino all’arrivo sul palco di Aigì e la sua band e il loro pop-rock accattivante. L’interpretazione del frontman è fresca e scanzonata, il gruppo si alterna tra sonorità dance come quelle Balla a quelle più intime e dolci di alcune ballate. Fanno venire voglia di lasciare le sedie e muoversi, scatenarsi in gruppo oppure lasciarsi andare in un ballo a due, con tanta voglia di stare insieme.
Il messaggio è raccolto da Davide Talucci, accompagnato dalla decisa batteria di Andrea Marcantoni e il potente sax di Sabatino Matteucci. Anche questo progetto si muove tra musiche dal ritmo veloce e definito alternato ad altre più morbide, come Mary Jo, altra ballata per un amore forse vissuto, forse sognato, forse vivente in un forse eterno. Talucci è pop, appassionato, si diverte e sta bene sul palco insieme al suo gruppo. I testi sono efficaci, immediati e, soprattutto, ben supportati da un sax, quasi sparito dal panorama musicale contemporaneo, che con vigore torna, ricreando l’atmosfera anni ’80 di cui era protagonista. I brevi assoli di Matteucci sono abili e intensi, da applausi. Del progetto rimane non solo la musica, ma anche la conferma che, nonostante la veloce avanzata di composizioni più fluide e digitali, la ricerca quasi artigianale del suono crea sempre particolari emozioni.
L’altra faccia della medaglia musicale è l’artista Amira, con il suo progetto dove l’elettronica fa da padrona. Con qualche base registrata e il supporto di synth e drum machine, Amira offre al pubblico una performance dove femminilità è sinonimo di energia allo stato puro in un incontro tra rap, melodico ed elettronico. La sua performance è ritmo puro, sa avvolgerti in suoni marcati come quelli dell’omonimo brano Amira, dove la voce dell’artista emerge in tutta la sua forza intrecciandosi con suggestioni mediterranee evocanti thè nel deserto e paesaggi infiniti. La musica di Amira sa di adrenalina e libertà, esce dagli schemi di un palco che forse è troppo piccolo per un’artista che esplode in mille colori sonori.
Segue la band Grandi Raga, cinque ragazzi toscani divisi tra Arezzo e il Valdarno, che propongono un rock che guarda agli anni ’70. Scordatevi i ragazzi dai look patinati e instagrammabili conditi da sopracciglia ad ali di gabbiano! Questi ragazzi sono scanzonati, spettinati, veraci, senza filtri. I suoni sono ben amalgamati, il suono di una chitarra distorta si muove da brano a brano, l’altra chitarra costruisce una trama ben fatta con il basso, la batteria e la tastiera, il frontman canta e scherza con il pubblico. C’è armonia tra loro e la voglia di stare bene annulla la distanza del palco e abbraccia chi li ascolta.
Sempre da Arezzo, chiudono la serata gli Scoville, un gruppo di quattro componenti con la formazione classica di voce, chitarra, basso e batteria. Ci propongono un rock cantato in inglese, pulito e onesto, con un uso sapiente del basso che aggiunge spessore all’intreccio musicale creato dalla chitarra e dalla batteria. La frontgirl Martina Fierli è una ragazza acqua e sapone che inchioda il pubblico con la sua voce alta e vellutata, ma, soprattutto, con una forte capacità di modulazione tanto da aggiungere sonorità alla musica stessa. Tra le proposte del progetto c’è Oxygen che non è solo un brano, bensì l’occasione per lasciarsi andare all’effetto di tensione e crescita che la cantante trasmette.
Un altro live, un’altra eliminatoria, un’altra serata piena di emozioni. È difficile rimanere indifferenti alla carrellata di passioni, emozioni, musica, tensioni pre-palco e gioie post esibizione. Nell’aria c’è la competizione, ma non quella forma livida che fa marcire anche le più belle proposte, bensì quella sana che nasce dal confronto di progetti che hanno voglia di farsi conoscere e conoscere al tempo stesso. Una serata speciale che, come tutte le altre, si è conclusa con la selezione di tre tra i sei progetti a confronto. Accedono perciò alla semifinale Not My Value, Grandi Raga e Scoville, che si sfideranno con quelli delle eliminatorie precedenti nelle serate del 31 maggio e del 1° giugno. Nell’attesa delle nuove esibizioni, a noi non rimane altro che continuare ad ascoltare i progetti presentati sulle principali piattaforme di musica.