Dopo la DAD ecco la RAD. È boom per le relazioni a distanza Dopo la DAD ecco la RAD. È boom per le relazioni a distanza
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Dopo la DAD ecco la RAD. È boom per le relazioni a distanza

Dopo la DAD ecco la RAD. È boom per le relazioni a distanza Dopo la DAD ecco la RAD. È boom per le relazioni a distanzaSi chiama RAD, acronimo che sta per relazione a distanza, e dopo questi 14 mesi di pandemia, confinamento, divieti di spostamenti fra regioni, è diventato, per quanto attiene ai rapporti amorosi, un vero e proprio fenomeno di massa. Le relazioni nate tra persone che vivono distanti, o molto distanti, tra loro, in questo ultimo anno, sono infatti aumentate del 65%. Ma la prova del nove per molti arriva adesso: dopo il DPCM del 26 aprile, e il passaggio di quasi tutte le regioni da arancione a giallo, molte coppie che hanno vissuto in RAD per mesi si vedono adesso per la prima volta, e in tanti chiedono al partner… la prova tampone.

È quanto emerge da uno studio realizzato da Osservatorio Single (www.osservatoriosingle.it) che ha analizzato le dinamiche relazionali di oltre 1500 coppie formatesi grazie a quattro diversi siti di dating in questi ultimi mesi.

Da marzo 2020, a cercare e trovare una RAD sono stati tanto single etero che gay, sia uomini che donne, con una equa distribuzione tra coloro che vivono nei piccoli centri (58%) che nelle città (52%). Un terzo degli intervistati (36%) lo ha fatto già durante la prima ondata pandemica, nella primavera scorsa, ma il boom (39%) si è verificato soprattutto durante la terza ondata, tra febbraio e marzo di quest’anno.

“La pandemia ha travolto e modificato le abitudini di tutti noi. E quando tutto attorno a noi cambia, a cambiare devono essere anche le nostre modalità per portare avanti i nostri compiti evolutivi più importanti: socializzare, comunicare, intessere relazioni con gli altri. Dice Luca Mazzucchelli, psicologo, psicoterapeuta e direttore della rivista “Psicologia contemporanea”.L’aumento esponenziale di chi ricorre all’online per cercare l’anima gemella, da questo punto di vita, è sintomo di quanto sia difficile restare da soli nei momenti faticosi, e di come la ricerca di un partner con cui condividere la nostra esperienza possa alleviare le difficoltà e fornire più significato alla nostra quotidianità. Insomma, di quanto sia vitale per l’essere umano la connessione con gli altri”

Interessante da segnalare come, tra coloro che hanno sperimentato la RAD, un intervistato su cinque (21%) si sia ritrovato single la scorsa estate, con una relazione che si è irrimediabilmente incrinata dopo il primo periodo di lockdown, che evidentemente ha messo a dura prova la tenuta di molti rapporti. Il ricorso a social e siti di dating è stato per tutti questi neo-single, in una situazione generalizzata di mancanza di occasioni di socializzazione, l’unico modo per intessere una nuova relazione.

In breve tempo le coppie in RAD hanno fatto pratica con gli strumenti di videochiamata più diffusi, da Zoom in giù (o in su). Secondo lo studio di Osservatorio Single una coppia in RAD mediamente si è incontrata in videocall 2,7 volte al giorno, con una punta dei randes-vouz dopo le 23.15.

Limitandoci agli utenti dei quattro siti di dating analizzati dallo studio, e rispetto alle relazioni che si evolvevano in una convivenza, nell’era pre-covid quelle che rimanevano in modalità RAD erano mediamente una su cinque (21%), mentre da marzo 2020 in avanti questo tipo di relazioni è cresciuto fino a diventare quasi la norma, il 79%, in pratica quattro su cinque.

Andando ad analizzare altri due numeri curiosi: la durata media di una RAD nata nel periodo analizzato (da marzo 2020) è di 92 giorni, mentre la distanza media tra partner di una coppia in RAD è di circa 260 km (la distanza che intercorre, ad esempio, tra Milano e Padova o tra Firenze e Roma o tra Cosenza e Bari).

Altro elemento interessante è che, mentre in tempi normali, dopo aver creato un contatto attraverso un sito di dating o un social, il periodo di attesa prima di incontrarsi oscillava fra una e tre settimane, in epoca di pandemia la gestazione che precede l’incontro reale oscilla mediamente tra le cinque e le otto settimane. Le coppie in RAD, quindi, tendono a rimanere tali molto più a lungo.

Da segnalare come, da novembre in avanti, molti single hanno cercato partner potenziali all’interno della loro regione per non doversi vedere bloccati in caso di colore arancione della regione stessa.

Ma la prova del nove delle RAD sarà adesso. Nell’ultimo mese, a partire da metà aprile, con l’allentamento delle misure di confinamento, molte coppie in RAD (il 64%, in pratica due su tre) hanno fortunatamente intensificato la frequenza dei loro incontri. Non solo: molte coppie formatesi nei mesi di febbraio e marzo (il 22% del totale di quelle intervistate) si sono, di fatto, incontrate per la prima volta.

Interessante qui analizzare i comportamenti, anche quelli più curiosi: ben uno su cinque (il 19%) ha chiesto al partner che incontrava per la prima volta il risultato negativo del tampone. Quasi uno su dieci (8%) ha chiesto di mantenere la distanza di almeno un metro preferendo non avere (chiaramente) nessun tipo di contatto fisico. Sarà vero amore?

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