Debutto discografico dell'HEMISPHAERIA TRIO con SONGS OF NATURE AND FAREWELL. Ravel e la prima registrazione assoluta di liriche di Liana Alexandra e James Francis Brown, un'incisione ricercata dedicata alla poesia francese Debutto discografico dell'HEMISPHAERIA TRIO con SONGS OF NATURE AND FAREWELL. Ravel e la prima registrazione assoluta di liriche di Liana Alexandra e James Francis Brown, un'incisione ricercata dedicata alla poesia francese

Debutto discografico dell’HEMISPHAERIA TRIO con SONGS OF NATURE AND FAREWELL. Ravel e la prima registrazione assoluta di liriche di Liana Alexandra e James Francis Brown, un’incisione ricercata dedicata alla poesia francese

Debutto discografico dell'HEMISPHAERIA TRIO con SONGS OF NATURE AND FAREWELL. Ravel e la prima registrazione assoluta di liriche di Liana Alexandra e James Francis Brown, un'incisione ricercata dedicata alla poesia francese Debutto discografico dell'HEMISPHAERIA TRIO con SONGS OF NATURE AND FAREWELL. Ravel e la prima registrazione assoluta di liriche di Liana Alexandra e James Francis Brown, un'incisione ricercata dedicata alla poesia franceseDebutto discografico per la nuova formazione da camera dell’Hemisphaeria Trio, ensemble raro nel suo genere, in cui confluiscono la voce del soprano Damiana Mizzi, del violoncellista Roberto Mansueto e del pianista Marcos Madrigal. Tre talenti musicali che nel loro primo CD Songs of Nature and Farewell (Davinci Publishing) si uniscono al flauto di Andrea Oliva per una incisione raffinata ed elegante, dedicata alla musica di Maurice Ravel, con le Chansons Madécasses e la giovanile La flûte enchantée tratta da Shéhérazade (1903), e due prime incisioni assolute, Songs of Nature and Farewell dell’inglese James Francis Brown, su testi di Camille Saint-Saëns, e Chant d’amour de la Dame à la licorne della compositrice rumena Liana Alexandra.

L’uscita del CD sarà sia in formato digitale che in edizione a stampa a partire da oggi acquistabile nelle principali piattaforme internet e siti e-commerce. Seguirà fra estate e autunno una tournée nazionale che si sta definendo in queste settimane, passata l’emergenza Covid; confermate intanto le date del 5 e 8 agosto al Festival Ritratti di Monopoli.

Capaci di spaziare con disinvoltura dal repertorio del Settecento al Novecento alla musica d’oggi, a unire i componenti dell’Hemisphaeria Trio è la passione per la musica vocale da camera, alla ricerca di rarità. Damiana Mizzi si è perfezionata con Mariella Devia, Renata Scotto e Alberto Zedda; vincitrice di diversi concorsi internazionali, ha debuttato nel 2004 nel ruolo di Rosina nel Barbiere di Siviglia di Paisiello e da allora ha calcato i principali teatri italiani, diretta da celebri bacchette, con un repertorio che arriva fino alla musica dei nostri giorni, distinguendosi per chiarezza di timbro e sensibilità interpretativa. Perfezionatosi con Luigi Piovano e Antonio Meneses, Roberto Mansueto è stato dal 2009 a 2011 Primo Violoncello dell’Orchestra Giovanile Italiana e dal 2011 è invitato a ricoprire lo stesso ruolo nell’Orchestra Cherubini diretta da Riccardo Muti; dal 2013 è violoncellista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e primo violoncello degli Archi di Santa Cecilia. Marcos Madrigal viene da Cuba, dove ha studiato con la celeberrima pianista Teresita Junco; vincitore di numerosi concorsi internazionali, da anni porta avanti una carriera internazionale sia come solista con orchestra che nel repertorio cameristico invitato a suonare nelle principali sale da concerto di tutto il mondo.

Per il suo primo progetto discografico, il Trio si avvale della preziosa collaborazione di Andrea Oliva, primo flauto solista dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. L’interesse si è focalizzato su alcune liriche di Ravel, cui è affidata l’apertura e chiusura del CD. Le tre Chansons madécasses, composte fra il 1925 e il ’26, su versi di Evariste-Désiré Parny de Forges, in omaggio all’isola di Madagascar, conducono l’ascoltatore in un viaggio fra sonorità sospese e insolite, cui contribuisce la scelta di un organico inusuale che vede la voce, cui è affidata una sorta di libero recitativo, unirsi ai diversi timbri del flauto, violoncello e pianoforte. È lo stesso Ravel nel suo Esquisse biographique a precisare: «Le Chansons madécasses mi sembrano apportare un elemento nuovo – drammatico e veramente erotico – che ha introdotto il soggetto stesso di Parny. È una specie di quartetto nel quale la voce gioca il ruolo di strumento principale. La semplicità vi domina. Vi si afferma l’indipendenza delle parti secondo un principio che si troverà in modo più marcato nella Sonata per violino e pianoforte». I testi e la musica rimarcano l’attenzione di Ravel per il gusto esotico, l’amore, la sensualità e la voluttà, come si può ascoltare in Nahandove (con un bellissimo assolo iniziale di violoncello) e in Il est doux (con l’assolo iniziale del flauto). Ma Ravel rivendica anche la sua posizione anticolonialista, scegliendo come secondo poema, Aoua! Aoua! Méfiez-vous des blancs (Aoua! Aoua! Guardatevi dai bianchi) che scatenò non poche polemiche alla prima esecuzione in forma privata nel 1925.

Ispirandosi allo stesso organico di Ravel e dando voce alla fertile immaginazione e personalità di un altro grande musicista francese, Camille Saint-Saëns qui in veste di poeta, l’anglosassone James Francis Brown (1969) ha composto Songs of Nature and Farewell, tre liriche eseguite in prima assoluta nel 2011 alla Wigmore Hall di Londra, che mettono in musica alcune poesie di Saint-Saëns scelte fra le sue Rimes Familières (1890) e che l’Hemisphaeria Trio è orgoglioso di incidere pe la prima volta in assoluto. Allievo di Hans Heimler (allievo a sua volta di Alban Berg), James Francis Brown è oggi fra i compositori più eseguiti in Inghilterra, con un repertorio ampio che spazia fra musica da camera, sinfonica e musica per film, più volte premiata. Nella prima delle tre songs, Le Chêne (La quercia), dall’atmosfera spensierata, lo stile “neoclassico” – così definito dallo stesso compositore -, fonde come fosse un pastiche, alcune danze classiche fra minuetti e bourée. Più cupo il tono di La Libellule, metafora della femme fatale. Infine Adieu, che si apre con un espressivo assolo del violoncello, e prosegue con un tono calmo e contemplativo accompagnando l’ascoltatore al commiato finale.

Rara l’esecuzione, e anche in questo caso una prima incisione assoluta, di Chant d’amour de la Dame à la licorne (1995), della compositrice rumena Liana Alexandra (1947-2011). Formatasi ai corsi di Darmstadt, l’Alexandra ha avviato nella seconda metà del Novecento un proprio percorso musicale che l’ha portata a staccarsi dall’avanguardia di Darmstadt per approdare a un filone neoromantico. Grande cantabilità ed espressività caratterizzano questa partitura per voce, violoncello e pianoforte scritta sul finire del Novecento, un’“opéra de chambre” su liriche che il poeta Etienne de Sadeleer ha scritto ispirandosi al ciclo di arazzi fiammingo del XV secolo, piuttosto celebre, La dame à la licorne.

Il CD si completa con La flûte enchantée dalla celebre Sheherazade composizione giovanile scritta nel 1903 da Maurice Ravel, affascinato dal mondo orientale ed esotico che ritrovò nei poemi orientali di Tristan Klingsor (dissimulazione wagneriana del nome di Leon Ledere) e in cui si avverte l’influenza di Debussy e del suo Pelléas, andato in scena giusto l’anno prima. Per questa incisione, l’Emisphaeria Trio ha realizzato un’inedita trascrizione per voce, flauto, violoncello e pianoforte.

Sulla nascita dell’Hemisphaeria Trio, Roberto Mansueto e Damiana Mizzi raccontano: “Era dagli anni del Conservatorio, frequentato insieme a Monopoli, che desideravamo condividere il palco e la passione che più ci accomuna: la musica. Dopo aver tenuto da parte il progetto per molti anni, lasciando spazio alla nostra crescita personale, ma sempre alla ricerca di repertorio per questo ensemble piuttosto raro, poco tempo fa abbiamo pensato che era giunto il momento di dare vita a questo trio. Abbiamo proposto il progetto a Marcos Madrigal, che si è mostrato da subito entusiasta dell’idea, e così siamo partiti”. Così invece sulla scelta della loro prima incisione discografica: “Avevamo varie idee per il nostro debutto, ma ci piacevano troppo le ‘Chansons Madécasses’ di Ravel, e pensavamo di poterci confrontare positivamente con questa musica meravigliosa. Allo stesso tempo ci piaceva l’idea di portare all’attenzione del pubblico dei brani ‘intriganti’ e mai registrati. Abbiamo così coinvolto il nostro amico Andrea Oliva, che ha accolto con entusiasmo l’idea. Conoscevamo già l’opera da camera di Liana Alexandra, e così, dopo aver scoperto quasi per caso le ‘Songs’ di James Francis Brown, scritte appositamente per essere abbinate a Ravel, ha preso forma il nostro progetto dedicato alla poesia francese”.

 

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *