Dal 4 al 9 dicembre a Roma “Fuorinorma. La via neosperimentale del cinema italiano”, V edizione, festival-simposio
Un festival-simposio sulle tracce della via “neosperimentale” del cinema italiano prende vita, dal 4 al 9 dicembre a Roma, nella sala rinnovata dell’ex Filmstudio, dove ora sorge SCENA, lo spazio in via degli Orti d’Alibert 1 nel cuore di Trastevere. “Fuorinorma. La via neosperimentale del cinema italiano” a cura di Adriano Aprà, manifestazione giunta alla quinta edizione, con il contributo di MiC, CNA e Fondazione Cinema per Roma e il sostegno di Regione Lazio, unisce il desiderio di offrire una vetrina al cinema indipendente e allo stesso tempo è un’occasione viva di confronto tra autori, critici e spettatori sullo stato attuale del cinema italiano. L’edizione 2021, articolata in sei giorni di programmazione, ripropone in presenza, oltre alle opere che erano state trasmesse nel 2020 in streaming, una selezione ragionata di film troppo spesso poco o mal visti. Secondo Aprà, «il festival è soltanto un punto di partenza, lo scopo vero è quello di trasformare una tendenza in movimento». “Fuorinorma” nasce infatti dalla consapevolezza che negli ultimi anni si è manifestata in Italia una tendenza che Aprà definisce «neosperimentale» e che si esprime sia nel cinema di finzione sia in quello documentario, sperimentale e di animazione: «La tendenza verso un rinnovamento delle forme espressive che finalmente allinea il cinema italiano con le ricerche più avanzate in campo mondiale. Nello stesso tempo sono nate a Roma e in tutta Italia sale alternative interessate a proiettare opere molto spesso emarginate dal sistema industriale».
IL PROGRAMMA
Sabato 4 dicembre si terrà il simposio di apertura per ragionare su “Che cosa è Fuorinorma” (ore 10.00-13.00; 15.00-16.30), per poi proseguire dalle 17.00, alla presenza degli autori, con le proiezioni di: “Il sorriso del gatto” (2018, 62’) di Mario Brenta e Karine de Villers (introduce l’autore Adriano Aprà), un film documentario sul declino della società occidentale della globalizzazione che ha vinto il Premio Ricrea al miglior documentario italiano per lo «sguardo capace d’indagare la complessità del presente e le contraddizioni delle realtà urbane attraverso un utilizzo poetico della cinepresa e del linguaggio cinematografico»; “La visione dei vinti” (2020, 77’, st. it.) di Tommaso Cotronei (introdotto da Adriano Aprà), in cui un giovane insegnante della perseguitata minoranza Rohingya, proveniente da un campo profughi, e una ragazza del Bangladesh cercano di fuggire da una sorte avversa per rifarsi insieme una vita; “Un confine incerto” (2019, 114’) di Isabella Sandri (Giacomo Ravesi introduce l’autrice e il produttore Giuseppe Gaudino) narra di un’agente che segue sul web le tracce di un pedofilo che gira la Germania su un camper insieme a una bambina rapita con cui gira dei filmati pedopornografici.
Domenica 5 il dibattito verterà su “Produzioni e distribuzioni alternative” (ore 10.00-13.00 e 15.00-16.30), seguiranno in compagnia degli autori fino a sera le visioni di: “Il caso Braibanti” (2020, 64’) di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese (introdotti da Mattia Cinquegrani), miglior docufiction ai Nastri d’Argento 2021 che tratteggia il partigiano, poeta e drammaturgo Aldo Braibanti, ricordato soprattutto per il processo a cui fu sottoposto con l’accusa di aver plagiato il ventunenne Giovanni Sanfratello; “Palazzo di Giustizia” (2020, 84’) di Chiara Bellosi (introdotta da Fosca Raia), che mostra una comune giornata in un tribunale italiano incentrata su un caso di ordinaria amministrazione visto attraverso gli occhi delle figlie o delle mogli dei due imputati in attesa del verdetto; e poi la performance artist e “cyborg fatale” Francesca Fini (introdotta da Bruno di Marino) presenta le sue ultime produzioni con uno screening di lavori ibridi che spaziano dalla performance in live streaming “Lockdown” (2020, 25’), prodotto durante la prima quarantena insieme a Francesca Leoni e Francesca Lolli, a due film di animazione sperimentale, “Vanitas Vanitatum et omnia vanitas” (2020, 13’) e “Planet Pink (Panopticon 1)” (2021, 17’).
Si prosegue lunedì 6 con il simposio su “La nuova estetica digitale” (ore 10.00-13.00; 15.00 16.30) e, dalle 17.00, con il viaggio nell’immaginario poetico di Lucio Dalla, “Per Lucio” (2021, 78’) di Pietro Marcello (introduce Francesca Fini), che ripercorre la vita dell’autore e la sua carriera mescolando realtà e immaginazione. A seguire, Enrico Masi e Alessandra Lancellotti (introdotti da Alessia Lombardini) presentano “Lucus a lucendo. A proposito di Carlo Levi” (2019, 88’): Stefano Della Torre, a distanza di due generazioni, va nei luoghi di confino e della vita pubblica di Carlo Levi con l’obiettivo di creare un’opera che possa racchiudere i simboli del suo impegno politico e artistico (introduce Alessia Lombardini); chiude la giornata “Little Boy, Little Boy” (2020, 70’) di Marco De Angelis e Antonio Di Trapani (introdotti da Marco Allegrezza), il diario di viaggio attraverso il Giappone fra testimonianze sospese fra presente e passato, alla ricerca enigmatica del senso ultimo del nostro stare al mondo.
“Finzione vs documentario” è il titolo del simposio di martedì 7 (ore 10.00-13.00; 15.00-16.30); nel pomeriggio, a partire dalle 17.00 verranno proiettati “Vita e morte e miracoli di Eftimios” (2020, 96’) di Pasquale Misuraca (introdotto da Marco Allegrezza), “Apocalypsever. Franco Maresco” (2020, 31’) di Fulvio Baglivi e “Sirio” (2019, 38’) di Davide Palella (introdotti da Lucia Ferrario) e, alle 21.00, “Histoire d’une larme” (2021, 70’) di Giovanni Coda (introdotto da Francesca Fini). Il primo, documentario nato da un sogno dell’autore, ruota attorno alla morte di un figlio, e alla riscoperta di tale rapporto attraverso un rimontaggio di lavori passati tra cinema, teatro e televisione, alternati a riflessioni personali, mentre “Apocalypsever” e “Sirio” sono lavori accomunati da una tensione metafisica: da un lato, la Roma deserta della primavera 2020, in una eterna attesa della fine del lockdown; dall’altro, un western metafisico introspettivo che si interroga sul nesso tra vulnerabilità e rivolta; il film di Giovanni Coda è invece un’opera di poesia visuale, impegnato a sostenere diritti ancora non riconosciuti, ispirato a “Ocean Terminal” di Piergiorgio Welby.
Si parlerà de “L’ibridazione delle arti” nel simposio di mercoledì 8 dicembre, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 16.30. I film proiettati dalle 17.00 saranno: “Ευμενίδες (Le Eumenidi)” (2020, 69’) di Gipo Fasano (introdotto da Dafne Franceschetti), titolo che riprende l’omonima tragedia di Eschilo per una riscrittura assolutamente inedita e ambientata ai giorni nostri, con protagonista un ragazzo che vive e lavora nel quartiere romano Parioli e, dopo aver commesso un crimine, vaga nella notte in compagnia degli amici sempre inseguito dai demoni della sua mente e dal senso di colpa; “Questo è mio fratello” (2018, 77’) di Marco Leopardi (introdotto da Francesca Fini), film che affronta la sofferenza di un fratello mai vinta, e la lotta alla depressione raccontata attraverso centinaia di videocassette. Alle 20.45, “Magnifiche sorti e progressive” (2019, 51’) di Todomodo – Claudio Di Mambro, Luca Mandrile, Umberto Migliaccio (introdotti da Patrizia Pistagnesi) – è una riflessione sulla prigionia invisibile del web attraverso la metafora dell’ergastolo e le analogie tra le istituzioni totali e la Rete (introduce Patrizia Pistagnesi).
Giovedì 9 dicembre “Fuorinorma”” saluterà autori, ospiti e spettatori con un simposio dal titolo “La critica e il cinema indipendente”, dalle 10.00 alle 13.00. Ma per Adriano Aprà si tratta solo di un “arrivederci”: «Nelle prime quattro edizioni la manifestazione si è mossa soprattutto nel territorio romano trovando decine di interlocutori. Per il nuovo anno desideriamo espandere il festival in altre città italiane, sicuri di trovare realtà indipendenti e non omologate che vogliano aderire a una proposta cinematografica più ampia ed eterogenea».
PARTECIPANO: Gianluca Arcopinto, Marco Bellocchio, Paolo Benvenuti, Maria Grazia Calandrone, Silvia Calderoni, Maria Luisa Celani, Antonietta De Lillo, Marta Donzelli, Virginia Eleuteri Serpieri, Agostino Ferrente, Giancarlo Grande, Pietro Montani, Gianfranco Pannone, Gregorio Paonessa, Cristina Piccino, Emanuela Piovano, Luca Ricciardi, Adele Tulli, Alessandra Vanzi, Mina Welby.
“Fuorinorma. La via neosperimentale del cinema italiano”
a cura di Adriano Aprà
dal 4 al 9 dicembre 2021
SCENA /// via degli Orti d’Alibert 1, Roma (traversa di via della Lungara, Trastevere)
INGRESSO LIBERO
prenotazione obbligatoria