“CUTRO CALABRIA ITALIA” di Mimmo Calopresti a Roma
Il 26 febbraio 2023, l’eco di una tragedia ha scosso l’Italia e il mondo intero. Il caicco Summer Love, partito dalle coste turche con a bordo la speranza di una vita migliore, si è infranto contro la spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria. Un naufragio che ha strappato alla vita 94 persone, tra cui 34 bambini, lasciando un vuoto incolmabile e un interrogativo doloroso: come può accadere ancora?
Mimmo Calopresti, con la sensibilità che da sempre caratterizza il suo cinema, ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Il suo documentario, “Cutro Calabria Italia”, non è solo cronaca di un evento, ma un atto di memoria che si fa denuncia silenziosa, un omaggio alle vittime e un monito per il futuro.
Un mosaico di dolore e speranza: la Calabria di Cutro si racconta
La macchina da presa di Calopresti si posa delicatamente sulla ferita ancora aperta di Cutro, raccogliendo le voci spezzate di chi ha vissuto in prima persona la tragedia. Testimonianze toccanti si intrecciano al rumore del mare, lo stesso che ha inghiottito sogni e speranze, ma che ora sembra sussurrare un lamento sommesso.
Il regista non si limita a documentare il dolore, ma sceglie di illuminare anche la luce di speranza che si è accesa tra le macerie. La solidarietà della gente di Cutro, la loro generosità spontanea nell’accogliere i sopravvissuti, diventano un messaggio di umanità che si contrappone alla tragedia. Un’umanità che non si è arresa di fronte all’indifferenza, ma che ha saputo rispondere con gesti concreti di aiuto e compassione.
Tra le parole di Mattarella e il monito di Papa Francesco
Le immagini di Cutro hanno scosso le coscienze, spingendo anche le più alte cariche dello Stato a prendere posizione. Nel suo discorso di fine anno, il Presidente Mattarella ha ricordato la tragedia, sottolineando la composta pietà della gente di Cutro, esempio di quei valori di solidarietà e accoglienza che dovrebbero essere il fondamento della nostra società.
Anche Papa Francesco ha levato la sua voce contro l’indifferenza, lanciando un appello accorato affinché simili tragedie non si ripetano. Le sue parole, intrise di dolore e speranza, sono un invito a non dimenticare, a combattere i trafficanti di esseri umani e a costruire un mondo in cui i viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte.
L’eco di Pasolini: Cutro come metafora di un’umanità allo sbando
La scelta di Cutro come luogo del naufragio non è casuale. Questa terra, già teatro delle riprese del “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, diventa quasi metafora di un’umanità allo sbando, in cerca di redenzione. Come i personaggi pasoliniani, anche i migranti del Summer Love sono figure ai margini, in cammino verso una terra promessa che si trasforma in un miraggio crudele.
E come in una sorta di tragica premonizione, riecheggiano le parole di “Profezia”, poesia scritta da Pasolini nel 1962, in cui il poeta sembra prevedere con sconcertante lucidità l’arrivo di “migliaia di uomini / coi corpicini e gli occhi / di poveri cani” sulle coste italiane. Un’immagine potente e dolorosa, che ci interroga sulla nostra capacità di accogliere l’altro, di vedere nell’immigrato non un nemico, ma un fratello in difficoltà.
“Cutro Calabria Italia”: un film necessario, un invito a non dimenticare
Mimmo Calopresti, con il suo “Cutro Calabria Italia”, sceglie di non offrire risposte facili, ma di porre domande scomode. Il suo è un cinema di impegno civile, che scuote le coscienze e spinge a riflettere sulla complessità del fenomeno migratorio.
Il film, presentato in anteprima al cinema Barberini di Roma, è un grido di dolore e di speranza, un invito a non dimenticare le vittime e a costruire un futuro in cui il Mediterraneo possa tornare ad essere un mare di incontro e non di morte. Un futuro in cui le parole di Mattarella e Papa Francesco non restino inascoltate, ma diventino stimolo concreto per un’azione politica e sociale che sappia rispondere con umanità e solidarietà alla sfida epocale delle migrazioni.
La lezione di Cutro: l’umanità oltre le barriere
“Cutro Calabria Italia” è un film necessario, un pugno nello stomaco che ci costringe a guardare negli occhi la realtà, a non voltarci dall’altra parte. Perché la tragedia di Cutro, come tutte le tragedie del Mediterraneo, non è solo un fatto di cronaca, ma un monito per tutti. Un monito a non dimenticare, a superare le barriere dell’indifferenza e a costruire un mondo in cui la vita umana, in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza, sia sempre al primo posto.