CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arte CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arte
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CuriosArte: “Shark” – Le realtà scomode nell’arte

CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arte CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arteDavid Černý è uno scultore ceco. Ha lavorato per diversi spazi pubblici di Praga e le sue opere monumentali sono apertamente polemiche verso la situazione politica della Repubblica Ceca, attivismo che ha portato l’artista a un breve periodo di detenzione per “disobbedienza civica”.

Tra le opere più discusse, “Shark”. In una teca di vetro (citazione ironica delle teche di Hirt) è esposta una scultura realistica che ritrae Saddam Hussein nudo, legato e con un cappio al collo. Questo lavoro è una diretta e inequivocabile parodia dell’opera di Hirst “The physical impossibility of death in the mind of someone living“ ” (L’impossibilità fisica della morte nella mente di qualcuno che vive), la quale rappresenta uno squalo in una teca di vetro.
Černý, al posto dello squalo, ha posto nella teca Saddam Hussein. Nel 2006 Shark è stata rifiutata per ben due volte, prima in Belgio, poi in Polonia, dove si è temuto che l’opera potesse turbare eccessivamente il pubblico, soprattutto quello Musulmano.
L’opera è oggi esposta al Museo di Arte giovane Ayoma di Praga.

Questo pezzo d’arte è orribile per molti. La scultura tuttavia è stata nominata in Europa per un premio Turner Prize. Quando guardi questa opera d’arte, inizi a cercare di capire cosa ha portato l’artista a compiere una scelta così forte. Mentre si prova a elaborare l’immagine, si cerca di capirne il simbolismo.
La cosa più immediata è collegare Saddam Hussein a uno squalo per le sue malefatte durante la sua vita, perché in Occidente gli squali simboleggiano il terrore e la violenza. In America, Hussein ha causato sentimenti di rabbia, ostilità e ferocia, e uno squalo è il predatore più potente dell’oceano ed è senza paura.
I marinai una volta tatuavano gli squali sui loro corpi per dimostrare che non avevano paura della morte. Allo stesso modo il fluido per l’imbalsamazione in cui la statua è immersa rappresenta simbolicamente il passaggio della morte nella religione dell’Islam, il suo modo di abbracciare l’aldilà.
Ma c’è anche un altro modo di leggere l’opera. In Polinesia, gli squali proteggono gli abitanti dai nemici e, forse, quest’opera d’arte protegge e porta avanti le credenze religiose islamiche. Quindi un’altra chiave di lettura della scultura è che Hussein e le sue convinzioni non possono morire finché i suoi seguaci continuano a portare avanti la sua eredità: “L’impossibilità fisica della morte nella mente di qualcuno che vive”.

CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arte CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arteSebbene non sapremo mai per certo cosa abbia spinto l’artista a creare un’opera come questa, possiamo solo supporre il messaggio che stava cercando di creare con essa. Sarà lui stesso a raccontare durante un intervista:

“(…) sono stato invitato a partecipare alla prima cosiddetta biennale d’arte di Praga. L’anno prima ero stato a Baghdad, lavorando come cameraman. Questa è stata la mia reazione all’intera situazione in Iraq: l’invasione americana; gli iracheni che non si sentivano liberati, ma occupati; un’immagine controversa di un dittatore. Inoltre, Hussein non era ancora stato catturato in quel momento. Più tardi, con l’aiuto dei media, è stato trasformato in un mostro, in qualcosa di simile a un animale pericoloso. All’inizio avevo due idee, ma avevo solo due settimane di tempo prima della Biennale, e la prima idea è stata molto complicata da realizzare. E poi ho deciso: fingi e basta… Quindi, questa è la storia.”

Tutte le volte che l’arte tratta di fattori razziali, etnici o religiosi, sarà disturbante per qualcuno da qualche parte.

Per questa scultura, l’artista ha scelto di raffigurare una persona deceduta con pochi vestiti addosso e legargli le mani, facendo nascere nella maggior parte delle persone un sentimento negativo di mancanza di rispetto nei confronti del defunto. Come se Černý stesse deridendo Hussein. Se questa immagine fosse pensata per una pubblica derisione e umiliazione di Hussein, qualunque cosa abbia fatto nella sua vita, non sarebbe appropriato mostrarla.
Forse l’artista David Cerny voleva invece darci l’occasione di guardare oltre l’immagine, di comprendere la verità profonda. La funzione dell’arte è di rendere scomoda la verità. Deve obbligarci a vedere ciò che non vogliamo guardare.
Ma bisogna chiedersi, a prescindere dai dettagli e dal ragionamento simbolico per arrivare a creare un’opera come questa, dove dovremmo tracciare il limite sulle libere espressioni dell’arte.

CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arte CuriosArte: “Shark” - Le realtà scomode nell'arteIl 30 dicembre del 2006 Saddam Hussein veniva giustiziato, impiccato poco prima delle 6 del mattino a Baghdad, scatenando le reazioni di un’intera popolazione.
Saddam Hussein aveva governato il Paese dal 1979, ma grazie a un’azione militare portata avanti dalle forze internazionali guidate dagli Stati Uniti, fu catturato e poi condannato dal tribunale iracheno per crimini contro l’umanità. Il video dell’impiccagione, che inizialmente doveva rimanere segreto, fu in seguito postato in internet provocando non poco scalpore e polemiche.

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