CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonio CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonio

CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonio

CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonio CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonioAlcuni artisti sono pessimi animali sociali, non sanno comunicare con le persone. Le loro visioni sono così onnicomprensive, il loro bisogno di mettere pennello o penna su carta così travolgente, che trovano quasi insopportabile trascorrere del tempo lontano dalle loro creazioni con coloro che non possono comprendere la loro eccentricità.

Uno di questi artisti è Nicholas Kalmakoff, un aristocratico russo caduto in disgrazia, che visse l’ultima parte della sua vita nel totale anonimato a Parigi e morì da solo in un ospizio nel 1955. Tutti i suoi dipinti restarono chiusi in un deposito fino al 1962, finchè non furono messi all’asta e rivenduti in un mercatino delle pulci da un mercante ungherese. Il lotto di 40 tele fu acquistato da Bertrand Collin du Bocage e Georges Martin du Nord. Entrambi riconobbero immediatamente il genio contorto di quei lavori e cercarono di scoprire tutto il possibile sul misterioso artista. Nicholas Kalmakoff nacque in Italia a Nervi nel 1873 da una nobile famiglia russa, si recò in seguito a San Pietroburgo dove rimase fino alla Rivoluzione. Qui partecipò all’esposizione del gruppo Mir Isskoustva, associazione di artisti e letterati russi che proponevano un rinnovamento dell’arte del paese secondo i movimenti artistici Europei come il Simbolismo e l’Art Noveau e dove ritroviamo anche Benois, Bakst e Diaghilev. Kalmakoff disegnò una numerosa serie di scenografie, il troppo realismo delle sue scene per la Salomé di Wilde fece sì che la polizia impedisse la rappresentazione, la cosa invece di nuocere, porterà l’artista a un’immediata notorietà.

CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonio CuriosArte: Nicholas Kalmakoff, il ritrattista del demonioKalmakoff nonostante un atteggiamento dall’apparenza mondana e insospettabile cominciò a interessarsi di demonologia e si affiliò alla setta degli Skopzi, letteralmente i “circoncisi”. Infatti i suoi seguaci predicavano l’evirazione per vincere gli appetiti della carne. Questa setta era simile a quella dei Chlysty, che durante i rituali purificatori danzavano, si flagellavano e chiudevano il tutto con un’estatica orgia sessuale.

Kalmakoff si convinse di riuscire a vedere il diavolo e così ne faceva continuamente dei ritratti nei suoi schizzi ricostruendone i particolari anatomici che egli osservava nelle sue visioni: dagli occhi, alla coda, ai piedi.

Costretto a emigrare durante la Rivoluzione, verso il 1920 lo si ritrova a Helsinki. Sempre ossessionato dal demonio e dal male, egli lo vedeva ovunque e lo trasponeva nella sua arte: in una figura femminile, dove la bellezza diventava demoniaca, e perfino nelle leggiadre fattezze di un angelo.
Nel 1924 si trasferì in Francia dove visse nella miseria più tremenda, solo e ai margini della società. Accolto in un ospizio per poveri, smise di dipingere nel 1947 e, ormai quasi pazzo, morì nel 1955.

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Visionario e maledetto, è praticamente quasi del tutto sconosciuto anche se la sua arte ha una incredibile forza, molto attuale, disturbante, viva e onirica.
Spero che con questo articolo di CuriosArte si accenda in qualcuno la curiosità di saperne di più su questo incredibile e tormentato artista.

https://arthur.io/art/nikolai-kalmakov

http://www.all-art.org/art_20th_century/kalmakoff1.html

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