CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamorato CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamorato

CuriosArte: L’inquietante bambola del pittore innamorato

CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamorato CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamoratoA volte l’amore spinto fino al limite estremo della passione, diviene ossessione e follia. Ne è un drammatico esempio il legame tra Oskar Kokoschka e Alma Mahler: lui era noto pittore espressionista, lei compositrice e pittrice famosa soprattutto per una non comune capacità seduttiva. Alma fu soprannominata la «Vedova delle Quattro Arti», infatti la donna era stata la moglie (ben poco fedele in verità) del compositore Gustav Mahler, dell’architetto Walter Gropius e dello scrittore Franz Werfel. Alma collezionò anche tante relazioni clandestine, tra cui quella con Gustav Klimt e, appunto, quella con Oskar Kokoschka.
Amante poco devota, desiderava più di ogni cosa rivestire il ruolo della musa ispiratrice dei tanti geni che la corteggiavano e si contendevano le sue grazie. Kokoschka, orecchie a sventola, capelli rasati, occhi strabici, restò folgorato dalla sua bellezza. Il pittore racconta che «l’accoglieva impaziente nel suo studio dalle pareti tutte dipinte di nero, indossando un pigiama rosso fiamma». Da questa passione nacque il quadro: La sposa del vento.

I due anni a seguire furono teatro di viaggi, fughe, lettere, e gelosie, la giovane donna irrequieta e desiderosa di libertà decise a un tratto di chiudere la relazione proprio mentre il pittore si trovava arruolato al fronte in guerra. Era scoppiata la I Guerra Mondiale. Kokoschka venne ferito sul fronte orientale, e poco dopo venne congedato per malattia nervosa. Alma non lo stava aspettando, era andata a Berlino e aveva sposato Gropius che di lì a poco avrebbe fondato il Bauhaus.

Tornato dalla guerra, Kokoschka, pazzo di dolore, si fece confezionare da Hermine Moos, una fabbricante di bambole e modista, una bambola del tutto simile alla donna amata, un fantoccio di segatura e di pezza da amare e accudire, accarezzare e dipingere. Tra i tanti dipinti ricordiamo il celebre e conturbante “autoritratto con bambola”.

CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamorato CuriosArte: L'inquietante bambola del pittore innamoratoLa bambola fu costruita seguendo i disegni realizzati dallo stesso artista: la consistenza doveva essere simile alla carne, gli organi dovevano essere scrupolosamente riprodotti, doveva avere lingua, denti, bocca e le cuciture dovevano essere ben nascoste. La bambola era completamente snodabile, in modo da poterla adagiare in tutte le posizioni, e soprattutto tutta coperta di morbido peluche, per riprodurre al meglio la sensazione di serica morbidezza che dava la pelle della vera Alma.

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Oskar accolse dopo mesi di lavoro la bambola con un po’ di delusione: il suo aspetto era inquietante e grottesco. Nonostante ciò le comprò abiti costosi e biancheria intima, chiamò delle cameriere perché la servissero, la portò con sé per la città, la condusse a feste e balli, la dipinse in numerosi quadri.
Un giorno, dopo una festa in maschera, colpito da uno scatto di ira misto a malinconia, la fece a pezzi, l’abbandonò in giardino e se ne andò a dormire.

Il giorno successivo, il postino trovò i resti di quella che sembrava una donna orribilmente massacrata e coperta di sangue. Giunse la polizia che pensò bene di chiamare un medico. Si scoprì che era la bambola di Kokoschka macchiata dal vino che durante la festa le si era rovesciato addosso.

La bambola pagò il conto: fu lacerata e abbandonata, così come la vera Alma aveva fatto con il cuore di Oskar. Oppure la bambola fu un medium, un tramite che consentì una graduale accettazione della fine di un amore?
Un supporto che permise al pittore di giungere a piccoli passi alla consapevolezza del suo stato presente?

Facendo a pezzi la bambola Kokoschka fece a pezzi la sua ossessione?

La storia della bambola di Kokoschka ha affascinato molti e in molti ne hanno scritto. Anche Camilleri, il maestro siciliano, individua il territorio magico della Vienna dei primi del Novecento, lontano dalle atmosfere mediterranee e barocche di Vigata, per ambientare il suo romanzo “La creatura del desiderio”, dedicato proprio ai due bizzarri amanti.

 

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