CuriosArte: La Gioconda Playmobil! A GENOVA arriva "Cinque minuti con MONET. A tu per tu con le Ninfee"
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CuriosArte: La Gioconda Playmobil!

L’arte è soprattutto un gioco.

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Il gioco, si sa, piace a tutti. Scegliere il gioco per avvicinarsi all’osservazione delle opere d’arte può essere una buona strategia per stimolare la comprensione, andare oltre le immagini e creare qualcosa di nuovo.

Il gioco più bello è quello dell’ “ibridazione” cioè la fusione di opere d’arte con giocattoli famosi in una combinazione nuova e spiazzante. Un’operazione un po’ dada, un po’ surreale, ma sicuramente divertente!

Il giocattolo seduce per forme e colori. Ma non solo. Il giocattolo, con la sua produzione e distribuzione di massa, diventa un codice riconosciuto da tutti, un nuovo alfabeto, che sollecita corde emotive, richiama un patrimonio culturale comune e, accettato senza difese nella naturalezza del suo essere percepito come “infantile”, dunque innocente e non pericoloso, permette per paradosso di illustrare temi complessi, difficili, forti.

Pierre Adrien Sollier, pittore trentaduenne laureato in graphic design e specializzato in animazione 3D che vive a Parigi, ha voluto rendere omaggio ad alcuni tra gli artisti più celebri attraverso giocattoli iconici, che hanno attraversato generazioni: i Playmobil.

Ha iniziato a “giocare” con loro studiando animazione per creare le composizioni prima di iniziare a disegnare, dando un’idea, in una scala ridotta, delle luci e delle proporzioni dei personaggi. (Allo stesso modo i vecchi maestri usavano le figurine di argilla. Ad esempio nella scuola veneziana anche Tiziano utilizzava tali miniature per studiare l’effetto della luce nelle sue opere!).

Poi gli è venuta la geniale idea di usarli come protagonisti, inserendoli per la prima volta in una sua composizione.
A quel punto ha scoperto che le espressioni del volto di questi piccoli personaggi, simili alle Emoticons, li rendevano decisamente universali e interessanti. Grazie alle rigide espressioni, caratteristiche dei Playmobil vien fuori il tono ironico e cinico (a volte) delle opere d’arte.

Può sembrare un po’ sacrilego contaminare le icone della storia dell’arte, ma  il risultato di questa profanazione è tale da poter perdonare questo gesto “irrispettoso” verso i grandi artisti.

Attraverso il gioco si può diffondere, con un linguaggio più immediato, l’amore per l’arte nelle giovani generazioni, e non solo. Perché l’arte è la più bella modalità per ricordare e lasciare traccia di quello che di bello e di buono si è fatto.

Ed è sempre un gesto d’amore.

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