CuriosArte: Il mistero della Fornarina. Una storia d’amore tra realtà e leggenda.
Questa è la storia di una fanciulla, ritratta vestita di un trasparente velo che lascia i seni scoperti e che con gli occhi e la posa ammiccante attrae e ammalia chi la guarda. È il grande amore di Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520), sua amante e musa ispiratrice.
Forse l’unica donna che il pittore abbia mai amato fino alla morte. La storia la ricorda come Fornarina ma il suo vero nome è Margherita Luti, o Luzzi, figlia di un fornaio trasteverino. Il fascino di questa unica donna amata dell’artista che perseguiva la bellezza in ogni forma e i piaceri della vita, ha alimentato una vera e propria leggenda romana.
Si narra che il primo incontro fra i due giovani avvenne fra le strade di Trastevere, forse in via Dorotea, dove sorge una casa quattrocentesca con una finestra ad arco acuto dalla quale si sarebbe affacciata la bella Fornarina. Passeggiando, con gli occhi al cielo, scorgendo la fanciulla intenta a pettinarsi, Raffaello se ne innamorò perdutamente. Una passione travolgente che non riusciva a placare tanto che Margherita divenne musa di molti suoi quadri d’età matura. È la protagonista della Velata, della Madonna della seggiola, della Madonna Sistina e di quella di Foligno. Il suo volto ritorna anche nella Trasfigurazione, la sua ultima opera.
Raffaello fece per se stesso, il ritratto descritto nelle prime righe: la sua amata dagli occhi bruni, profondi, e la pelle candida è raffigurata come una Venere pudica. Le mani che cercano di coprire i seni, in realtà attirano lo sguardo su ciò che vorrebbero nascondere. Nella parte alta del dipinto si intravede un cespuglio di mirto, simbolo di Venere e della fedeltà matrimoniale. Il braccio della donna è cinto da un bracciale, sul quale si legge la firma elegante in oro: Raphael Urbinas.
Il turbante orientale che le raccoglie i capelli, come quelli che riprenderà Ingres sulle sue odalische, lascia fuoriuscire dalla seta un gioiello, una perla. È uno stratagemma dell’artista per celare nell’opera il nome della donna ritratta, Margherita, che nell’accezione greca significa proprio perla. Un quadro privato, che l’artista custodì gelosamente tra le sue stanze fino al giorno della morte.
Raffaello era all’epoca promesso sposo di Maria Bibbiena, nipote del potente cardinale che insisteva per le nozze. Il pittore usava la scusa degli impegni artistici per rimandare questo matrimonio. Si racconta che nel ritratto, la Fornarina in origine al dito portava un anello nuziale, misteriosamente cancellato dagli allievi di Raffaello. Questo ha avvalorato alcune ipotesi di un matrimonio avvenuto in segretezza. Ogni particolare, una volta approfondito, vacilla le certezze e genera nuovi dubbi. La favola termina con la morte dell’artista. Il 18 agosto dello stesso anno, Margherita Luti si ritira nel Convento di Sant’ Apollonia e viene registrata come vedova e figlia di Francesco Luti.
La storia dell’arte, soprattutto nell’Ottocento durante i periodi del Romanticismo e del Neoclassicismo, ha viaggiato di fantasia immaginandosi l’idillio amoroso tra Raffaello e la Fornarina, i due giovani innamorati. Diverse furono le opere che pittori e scultori dedicarono a questo tema. Una storia d’amore affascinante che oscilla tuttavia tra la realtà e la leggenda: i protagonisti sono realmente vissuti ed è vero che la Fornarina fu musa di Raffaello in alcuni suoi dipinti, ma non è dimostrabile che tra i due fosse sbocciato un tenero sentimento. Gli animi romantici, desiderano comunque credere nella veridicità di questo amore.
La Fornarina racconta la verità dell’amore racchiuso tra concretezza e idealizzazione. Il ritratto forse non è null’altro che tutte le donne amate da Raffaello racchiuse lì, in quel sorriso appena accennato, in quei due grandi occhi scuri che guardano al di là dell’osservatore, che si volgono dolcemente verso colui che le è complice e conosce i suoi pensieri.