CuriosArte: I colossali resti di un imperatore CuriosArte: I colossali resti di un imperatore
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CuriosArte: I colossali resti di un imperatore

CuriosArte: I colossali resti di un imperatore CuriosArte: I colossali resti di un imperatoreRoma è sempre una sorpresa, anche quando pensi di aver visto tutto. Le scale che portano al Campidoglio con la meta finale della visita del più antico museo del mondo, non mancheranno certo di sorprendervi con una buona dose di stupore e meraviglia.
La visita ai Musei Capitolini inizia fin dal Cortile del Palazzo dei Conservatori.
Qui sono ben visibili dei reperti che colpiscono subito l’attenzione: una testa, una parte di avambraccio, una mano e parti di un piede, tutti di dimensioni oltremodo colossali.
Si tratta dei resti di una statua di Costantino, imperatore romano a partire dal 306 d.C. Le fonti su lui sono controverse. Lattanzio nel suo De Mortibus Persecutorum ed Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica, lo descrivono come un imperatore cristiano; Zosimo invece, pagano e anticristiano, nella sua Storia Nuova ne dà una visione opposta.
Qualunque sia la vera natura di Costantino, il suo indiscusso spirito riformatore lo portò a intervenire nell’esercito e nell’amministrazione e a promulgare assieme a Licino il celebre Editto di Milano del 313 d.C., che consentiva ai cittadini dell’Impero Romano la libertà di culto religioso, estesa dunque anche ai cristiani le cui persecuzioni erano comunque già terminate nel 311 a.C con l’Editto di Galerio.
Questi resti, originariamente, facevano parte di una statua colossale che raggiungeva i 10-12 metri di altezza, furono portati alla luce durante il pontificato di Innocenzo VIII (1484-1492) e furono trasferiti nel Cortile del Palazzo dei Conservatori (in Campidoglio), nel corso del XVI e del XVII secolo.
La testa, fu in un primo momento collocata a decorazione della mostra di fontana costruita intorno alla statua del Marforio e successivamente spostata nel Cortile.
Alcuni segni di rilavorazione del capo sembrano suggerire che gli autori di questa colossale opera ricavarono le fattezze di Costantino rielaborando un’opera più antica, che magari rappresentava Massenzio, il suo avversario.
Dell’intera statua erano realizzate in marmo solo le parti scoperte del corpo, i frammenti esposti nel Cortile. Il resto era costruito con elementi in stucco al di sopra di una intelaiatura lignea, che fungeva da corpo centrale e tessuti, secondo la tecnica dell’acrolito.
L’imperatore si presenta iconograficamente come la più importante divinità della Roma antica, ossia Giove Ottimo Massimo; numerose sono infatti le immagini del dio nella stessa posizione: seduto, con la parte superiore del corpo scoperta e il mantello adagiato sulla spalla; il braccio destro che impugna lo scettro ad asta lunga e la sinistra che sorregge il globo.

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I giganteschi resti della statua hanno ossessionato gli artisti per secoli. Nel XVIII secolo, Fussli disegnò un artista “disperato” dallo strano spettacolo dell’enorme mano di marmo di Costantino. Negli anni ’50, l’artista Robert Rauschenberg fotografò il suo compagno Cy Twombly accanto alle stesse gigantesche reliquie. I resti ritornano anche nel film Ventre dell’architetto di Peter Greenaway, che narra la storia di Stourley Kracklite visionario architetto francese del ‘700 che non ha mai costruito nulla. Il film è una riflessione sul senso dell’arte e della vita attraverso metafore visive.
Questi frammenti così “fuori scala”, ma così realistici, ancora oggi trasmettono una visione sovrannaturale e surreale dell’imperatore Costantino.

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