CuriosArte: Come far sparire la Piramide del Louvre o... sprofondarla in un abisso

CuriosArte: Come far sparire la Piramide del Louvre o… sprofondarla in un abisso

CuriosArte: Come far sparire la Piramide del Louvre o... sprofondarla in un abisso CuriosArte: Come far sparire la Piramide del Louvre o... sprofondarla in un abissoAnno 2016. Parigi si è svegliata e la Piramide del Louvre è scomparsa.

Vista da lontano la Piramide sembra essere sparita. L’incredibile illusione ottica grazie a un collage anamorfico è stata creata da JR, artista francese mago del collage fotografico en plein air. Le foto incollate su un lato della Piramide sono studiate da un’angolazione tale che, da lontano, sembrano sovrapporsi al Louvre stesso. L’opera di JR sfrutta infatti l’effetto dell’anamorfosi, tecnica molto amata dagli artisti rinascimentali, soprattutto per dipingere soffitti e ripresa in seguito nei Diorama del XIX secolo. Questi si diffusero come spettacolo alle grandi fiere, riscuotendo enorme successo. In una grande sala a cupola (chiamata anch’essa diorama) veniva tesa verticalmente su una sorta di proscenio una gigantesca tela traslucida, dipinta con due scene sui suoi due lati, a tinte tenui quella sul fronte, a tinte più forti quella sul retro; con diversi e opportuni mutamenti d’intensità e di posizione delle luci, si ottenevano vari effetti. Il tutto era basato su studi geometrici rigorosi, per cui si creava un’immagine in modo distorto rendendo il soggetto originale distinguibile solo da una certa prospettiva.

Allo stesso modo nel 2016, JR volle far sparire la Piramide incollando su una delle sue tre facce centinaia di porzioni di carta raffiguranti il prospetto del museo alle spalle. L’effetto anamorfico generava una perfetta sovrapposizione, tanto che il monumento pareva assorbito dal palazzo.

Un effetto strabiliante ottenuto con la carta, semplicemente carta.

CuriosArte: Come far sparire la Piramide del Louvre o... sprofondarla in un abisso Tre anni dopo, per festeggiare i 30 anni della piramide del Louvre, ufficialmente inaugurata il 29 marzo del 1989, JR compie un’altra magia. Simula un’enorme cavità da cui l’architettura mitologica affiora: chissà quando, chissà come, per mano di chi. La finta prospettiva muta di nuovo l’aspetto del celebre scorcio parigino, ma solo per pochissimo tempo.

L’enorme installazione è composta di 2.000 strisce di carta, ci sono voluti oltre 400 volontari, che con il mago JR, hanno lavorato per giorni costruendo l’immagine, striscia dopo striscia, carta su carta, pezzo a pezzo, ricoprendo l’intera area attorno alla Piramide di Ieoh Ming Pei. Dal pavimento della piazza alle scalinate reali, dalle panchine fino alle piccole piramidi satelliti…

La Piramide di vetro del Louvre emerge da un cratere come un oggetto mistico, un’apparizione magica. Ma la magia ha avuto vita breve: giusto il tempo di imparare a crederci, con uno sguardo dall’alto, e poi è svanita, così com’era arrivata.

Niente è rimasto: già all’indomani dell’opening l’installazione è stata distrutta, strappata, smontata, rovinata. Qualcuno ha portato via con sé dei frammenti, come feticci o memorie preziose. Carta, sotto il cielo di Parigi, tra i passi di migliaia di persone. Un peccato? No, semplicemente lo spirito con cui JR concepisce il suo lavoro, in forma di evento, epifania, traccia potente e fragile. Opere consegnate al mondo, alla pioggia e al vento, agli occhi di tutti, alle loro buone o cattive intenzioni, ad altre immagini che verranno, che torneranno a essere quel che sono o qualcos’altro ancora.

Lo ha scritto, l’artista: “Le immagini, come la vita, sono effimere. Una volta incollata, l’opera d’arte vive da sola. Il sole asciuga la colla leggera e con ogni passo la gente strappa pezzi della fragile carta. Il processo è tutto nella partecipazione di volontari, visitatori e cacciatori di souvenir. Questo progetto riguarda anche la presenza e l’assenza, la realtà e i ricordi, l’impermanenza“.

Quello che resta adesso sono i ricordi delle persone di tutto il mondo, venute qui per incollare l’opera, o per camminarci sopra e strapparla, facendola sparire.

Immagini effimere, metafore della vita.

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