Con CIRCE – La Donna continua I Solisti del Teatro
Sabato 2 settembre ai Solisti del Teatro, va in scena in prima romana, lo spettacolo “Circe-La Donna”, tratto dai testi di Madeline Miller, J.A.Webstre e Margaret Atwood, interpretato da Nadia Rinaldi, Elena Croce, Antonella Valitutti e Margherita Rago, per la regia di Antonello De Rosa.
Circe, la maga che ama Ulisse e ne trasforma i compagni in porci: tutti la conosciamo così. Tale etichetta ci induce ad aspettative che solo in parte trovano corrispondenza nella realtà. Circe non è solo una pharmakis (maga) ma è molto di più: dea, donna, maga, amante, madre, amica, femme fatale. È una delle figure femminili più affascinanti e complesse della letteratura classica. È un personaggio che evolve nel corso del racconto, passando da donna fragile, spaventata e insicura, fino ad incarnare una donna forte e potente.
Quattro donne, quattro sfaccettature di uno stesso personaggio. Donne che raccontano il loro dramma, le loro delusioni, i loro dolori… anime che si incontrarono e si raccontano. Tutta la potenza sta nella parola e nel corpo attoriale.
Circe è la madre delle famme fatale, l’archetipo della Dark lady, la maga/strega che attira nelle sue spire l’uomo ignaro per poi stritolarlo, forgiarlo e manipolarlo a suo diletto. Circe dai boccoli biondi affascina con il bel canto gli uomini di Ulisse e poi li trasforma in bestie. Odisseo, l’eroe astuto ed impavido, dopo essere riuscito a rendersi immune dai poteri nefasti della maga riesce ad ammansirla, farla innamorare e estorcerle la promessa di restituire dignità ai suoi compagni di viaggio.
La metafora dell’eterna lotta dei sessi si è tramandata intatta nei secoli, finanche Joyce relega Circe nel bordello del suo Ulisse. E nonostante il suo potere minaccioso, la Circe/famme fatale, come fu in Omero è stata sempre e soltanto una funzione narrativa del maschio. A lei poche battute perché è Ulisse a raccontarla. Ma quale sarebbe la sua versione della storia se fosse proprio Circe a raccontarcela? Si sono chieste Margaret Atwood e Madeline Miller alla fine del secolo scorso. Da questa domanda nascono i Circe Mud/Poems e Circe, la riscrittura del mito, a cui la poetessa e la scrittrice danno la parola alla donna Circe. Vittima consapevole del suo amore per Odisseo ma pur sempre passiva, riesce a crearsi un altro destino solo in un altrove immaginario, un’altra isola nel poema di Atwood. Più complessa nella sua autocoscienza in Margaret Miller, che riflette sul potere degli dei e dell’uomo in una riscrittura del mito come fosse un romanzo di formazione. L’emancipazione dalla subalternità ad un mondo declinato al maschile raccontata dalle due scrittrici, è il punto di partenza della Circe di Antonello De Rosa, che intesse un serrato dialogo tra la Circe addolorata dei Mud Poems e una Circe veemente, passionale a tratti anche spaventosa: una napoletana verace, che riassume in sé tutte le “Circi”, debole e forte al contempo, complessa e fascinosa. In una parola: donna.
Info e prenotazioni:
Giardini della Filarmonica Romana_ Via Flaminia,118 (Piazza del Popolo)
Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21:30
e-mail: [email protected]
tel.: 3807862654 www.isolistidelteatro.it
Biglietti: Intero 15 euro – Ridotto 13 euro (età under 25, over 65)
Gruppi minimo 6 persone: 10 euro
Orario botteghino: 18:30-22:00
Ristorante: L’ingresso è libero e aperto a tutti dalle ore 18