Cinzia Spanò porta in scena per Musikè la rivoluzionaria sentenza della giudice Paola Di Nicola
Prosegue all’insegna del teatro l’undicesima edizione di Musikè, la rassegna di musica, teatro, danza promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Giovedì 20 ottobre alle ore 21, al Piccolo Teatro Don Bosco di Padova l’attrice e autrice Cinzia Spanò porterà in scena Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza, opera da lei scritta e interpretata, per la regia di Roberto Recchia, dedicata a un caso mediatico e giudiziario senza precedenti: quello delle due ragazzine di 14 e 15 anni, studentesse di uno dei migliori licei della capitale, che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli.
La storia che lo spettacolo racconta unendo la parola alle videoproiezioni, è quella di Paola Di Nicola, chiamata a pronunciarsi sul risarcimento del danno per le vittime, oltre che sulla condanna per i clienti, tutti appartenenti alla cosiddetta “Roma bene”, professionisti affermati, insospettabili padri di famiglia. La Giudice si accorge subito che nessuna cifra potrà mai restituire alle ragazze quello che è stato tolto loro.
«Com’è possibile risarcire quello che questa ragazza che ha barattato per denaro dandole altro denaro? Se io disponessi di risarcirla in questo modo, non farei che ripetere la modalità di relazione stabilita dall’imputato con la vittima, rafforzando in lei l’idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità. E come può il denaro proveniente dall’imputato, il mezzo cioè con cui lui l’ha resa una merce, rappresentare per quella stessa condotta il risarcimento del danno?».
Con Tutto quello che volevo Cinzia Spanò prosegue la riflessione sul femminile attraverso l’incontro tra due figure molto diverse, ma legate entrambe dal bisogno di collocarsi dentro la propria storia per diventare pienamente ciò che sono. All’epoca, infatti, attraverso una narrazione fondata prevalentemente sugli stereotipi, i media hanno inquinato la lettura collettiva della vicenda. Lo stigma è caduto soprattutto sulle giovani, che proprio in virtù del fatto di non essere percepite come vittime sono diventate vittime una seconda volta.
CINZIA SPANÒ
È diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Ha lavorato tra gli altri con Antonio Latella e Massimo Castri. Vincitrice del premio Imola, del premio Hystrio, del premio Anteprima, è stata nominata ai premi Ubu per il teatro. È stata conduttrice di trasmissioni televisive e radiofoniche e ha recitato al fianco di attori come Giancarlo Dettori, Lucilla Morlacchi, Ruggero Dondi, Franco Branciaroli, Laura Marinoni, Fausto Russo Alesi, Marco Foschi e Paolo Pierobon. È stata l’organizzatrice, oltre che una degli interpreti, dello spettacolo Il Vicario di Rolf Hochhuth, testo-scandalo che affronta il silenzio della Chiesa durante le deportazioni ebraiche, portato in scena nel 2017 da Rosario Tedesco. Ha curato l’adattamento teatrale dello spettacolo A nome tuo, tratto dall’omonimo romanzo di Mauro Covacich e andato in scena nel 2013, nonché il testo teatrale Marilyn, dedicato alla figura della Monroe. Ha debuttato al Teatro Litta di Milano nel 2011. Da qualche anno collabora stabilmente con il Teatro Elfo Puccini di Milano, che ha prodotto lo spettacolo La moglie, andato in scena nella primavera del 2017 con la regia di Rosario Tedesco e liberamente ispirato alla figura di Laura Fermi.
Ingresso gratuito con prenotazione
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