CineVisioni: la recensione di "Bad Boys for life" CineVisioni: la recensione de "Gli anni più belli"
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CineVisioni: la recensione di “Bad Boys for life”

CineVisioni: la recensione di "Bad Boys for life" CineVisioni: la recensione de "Gli anni più belli"Sono passati esattamente 25 anni dal primo Bad Boys e questo, inevitabilmente, ci fa sentire un po’ vecchi. Diciassette sono invece quelli che ci separano dal seguito, Bad Boys II.
Will Smith e Martin Lawrence tornano nel 2020 a rivestire i panni degli agenti Lowrey e Barnett, in una sorprendente forma (questo vale in particolare per Will Smith) che quasi fa dimenticare che sia passato così tanto tempo.

Il ritorno all’azione è causato da una vendetta a opera della vedova di un importante trafficante messicano, determinata a far fuori, per mano del figlio, tutti coloro che hanno contribuito, tra l’altro, alla cattura della donna, poi evasa dal carcere di massima sicurezza nella quale era detenuta. Così, la coppia dei Bad Boys sarà coinvolta in un’inchiesta ad alta densità d’azione per fermare il giovane Armando, assetato di sangue.

Sono proprio le scene d’azione il piatto forte di Bad Boys for life: ben dirette dalla coppia di registi Adil El Arbi e Bilall Fallah, infatti, sono l’elemento che riesce a giustificare i 120 minuti del film. L’adrenalina sembra scorrere per le strade di Miami, senza lesinare in sparatorie, uccisioni, esplosioni di vario genere. Gli effetti speciali, neanche a dirlo, si sprecano, in puro stile hollywoodiano.

Il genere della trilogia di Bad Boys è precisamente quello dell’action comedy, nella quale le scene più movimentate si alternano con momenti di più o meno marcata comicità. Ovviamente non può mancare anche una venatura rosa e questo film non fa eccezione, con la storia irrisolta tra il protagonista Mike e la collega Maya. Entrambi gli aspetti, tuttavia, sono estremamente “loffi” in Bad Boys for life, nel quale le battute risultano datate e inefficaci, così come la tensione amorosa non decolla mai al punto da essere realmente convincente. Il twist di metà film, poi, è quasi stucchevole.

Così la pellicola ben presto finisce sulle spalle (robuste) dei due protagonisti, che comunque prendono in mano la situazione con piglio sicuro, riuscendo a condurre la vicenda a compimento senza sbavature. Una menzione per Joe Pantoliano, storico caratterista del cinema statunitense, qui un po’ sottotono ma sempre capace di regalare prestazioni soddisfacenti.

Bad Boys for life è un prodotto talmente classico e incapace di discostarsi dai cliché  del cinema d’azione da sembrare paracadutato direttamente dagli anni Ottanta. Questo è il suo limite più grande e contemporaneamente ciò che lo farà apprezzare dai fan del genere o più semplicemente da chi vuole completare la trilogia. Per gli aficionados sarà un revival di due ore dal quale usciranno soddisfatti, per gli altri sarà una pena infinita.

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