Chronos & Kronos, ovvero Paolo Francesco – Digiuno alternato Chronos & Kronos, ovvero Paolo Francesco – Digiuno alternato
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Chronos & Kronos, ovvero Paolo Francesco – Digiuno alternato

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Digiuno alternato

F: Cos’hai preso? No, Paolo dài.

P: Un panino…

F: …con la mortadella. Lo sai che ti fanno male gli insaccati.

P: Ti offro un panino e mi dici che non posso mangiarlo. Sarete strani, voi.

F: Guarda che conosco benissimo la tattica: “mezzo io, mezzo te”.

P: Sai che ti dico? Forse hai ragione. Siete troppo sazi, voi.

F: Dàlli con ‘sto voi. Guarda che tra i due, chi mangia…

P: Non parlo di linea. (pausa, si tocca la pancia) Che poi: c’è linea e linea. A te, a voi – anzi – non viene mai voglia di far qualcosa, di protestare? Tipo, lo sciopero della fame.

F: Faccio il digiuno alternato, io.

P: Cioè?

F: Un giorno mangio da una tot ora all’altra; e poi non mangio. Funziona, sai? (pausa) Dovresti provare.

P: Spiritoso. No, intendevo uno sciopero vero, protestatario. Tipo quelli di Pannella, del Mahatma Ghandi. Di quelli hanno proprio buttato il layout, non c’è niente da fare.

F: Cos’hanno buttato?

P: Il layout, come dite voi?

F: Lo stampo, dici? Non diciamo né l’uno né l’altro. E’ una vita che non si dice più né l’uno né l’altro.

P: E’ una vita che non si dice più niente, mi pare. Poi scemo io, che mi metto a parlare di Ghandi e Pannella. Adesso chi abbiamo, Landini?

F: Landini qual è? Quello che dice sempre “Noi l’avevamo detto al governo”?

P: Lui. E poi le Sardine, Greta Thumberg. Hai presente?

F: Non amo la fantascienza né i cartoni animati.

P: Non fare il qualunquista come al solito. Mangia.

F: Oggi la protesta, la polemica, sono le nuove armi di distruzioni di massa. Anzi, delle masse. Guardati intorno: è democrazia, questa dove viviamo? E se sì, che cos’è allora, ‘sta democrazia? Un posto dove puoi dire quel che vuoi, tanto nessuno ti ascolta, non succede niente?

Ti ricordi il monologo di Francesco Nuti sugli insaccati, in “Caruso Pascoski”? Siamo rimasti lì: a chiederci se una cosa sia di destra o sinistra prima ancora di capire se è buona o meno. Siamo fermi, Paolo. Però protestiamo. Polemizziamo.

P: I social ci hanno ridotto a prodotti, fRa. Un impasto omogeneo di consenzienti che si sentono protagonisti perché gli è stata data la possibilità di cliccare, postare, chattare, nerdare, spottare, ghostare, mandare gli altri a farsi fottere, e chi più ne ha più ne metta.

F: A volte mi chiedo quando finiranno questi tempi dove la polemica è più importante del fatto che l’ha creata. Riusciremo a guardare un filo d’erba con semplicità, senza chiederci o litigare su che significato abbia?

P: Tra un po’ non dovremmo nemmeno porci più il problema di guardare. L’intelligenza artificiale lo farà per noi. Arriveranno anche a mangiare per noi. Che fai?

F: Mangio. Non permetterò mai che qualcuno, sia pure un intelligenza artificiale, lo faccia per me.

P: Bravo. Anch’io…

F: No tu no.

P: Ti ricordi quella canzone di Endrigo? No che non te la puoi ricordare, sei troppo giovane. Quella che fa “Sì signora siamo tutti /tutti principi in vacanza/sì sì signora per un mese/ nuoteremo insieme a Lei”

F: Che c’entra?

P: Che tutti questi cambiamenti ai più piacciono. Chi li ha attuati è stato bene attento a metterli addosso la maschera dell’avanguardia e dell’ultimo grido. Non pensare più è diventato in .

F: E’ una vita che va così. Ma prosciutto niente?

P: Mangia, non lamentarti. Potrebbe essere una delle ultime cose che riusciamo a fare senza chiedere permesso.

F: Tu non mangi?

P: Faccio il digiuno alternato. Che ore sono?

F: Le cinque.

P: Allora mangio. Poi, vedremo.

Paolo Banfi & Francesco Tozzi

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