Canale 5: dopo “Sissi” spazio a «NAPOLEONE. NEL NOME DELL’ARTE» Canale 5: dopo “Sissi” spazio a «NAPOLEONE. NEL NOME DELL’ARTE»
 | 

Canale 5: dopo “Sissi” spazio a «NAPOLEONE. NEL NOME DELL’ARTE»

Canale 5: dopo “Sissi” spazio a «NAPOLEONE. NEL NOME DELL’ARTE» Canale 5: dopo “Sissi” spazio a «NAPOLEONE. NEL NOME DELL’ARTE» Tra i prodotti di punta offerti per le festività, da Canale 5, spicca la prima visione assoluta di «Napoleone. Nel nome dell’Arte», in onda martedì 28 dicembre, in seconda serata, subito dopo il debutto del costume-drama «Sissi».

Volto e voce narrante del docufilm, l’attore Premio Oscar Jeremy Irons, che parlerà dall’interno del Duomo di Milano, dove un’orchestra riproporrà per la prima volta il Te Deum dell’incoronazione di Bonaparte, e dalle sale della Biblioteca Braidense.

La vicenda di Napoleone sarà raccontata anche in Egitto, tra le Piramidi; a Roma, al Museo Pio Clementino e ai Capitolini; a Parigi, al Louvre, a Notre-Dame, a La Madeleine, a l’Arc de Triomphe, a Place Vendôme, al Castello di Fontainebleau, a Les Invalides; in Toscana, a San Miniato e all’Isola d’Elba.

A 200 anni dalla morte di Napoleone, uomo vulcanico che “attraversava le pagine dei libri come le armate i campi di battaglia”, è il documentario firmato da Didi Gnocchi e Matteo Moneta a dare conto della sua eredità, con una ricostruzione che permetterà anche di riflettere, attualizzandolo, sul rapporto tra potere e immagine, mediato dall’arte, spingendo lo sguardo ai regimi del Novecento e al mondo di oggi.

Il percorso di «Napoleone. Nel nome dell’Arte» mette a fuoco il complesso rapporto tra l’Imperatore, la cultura e l’arte – con speciale attenzione alle opere provenienti dall’Italia -, nelle sue molte e contraddittorie manifestazioni. Supporto politico-ideologico, per legittimarsi come erede del mondo classico e dei suoi grandi uomini. Strumento per l’educazione estetica, morale e civica dei cittadini. Oggetto di propaganda, in quanto bottino di guerra guadagnato alla Francia rivoluzionaria. Linguaggio per costruire una nuova iconografia imperiale e un nuovo stile architettonico.

Tra le autorevoli testimonianze raccolte: Luigi Mascilli Migliorini (storico, Università di Napoli, direttore della rivista italiana di studi napoleonici), Salvatore Settis (archeologo, storico dell’arte, Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre), James Bradburne (direttore Pinacoteca di Brera), Ilaria Sgarbozza (storica dell’arte), Ernesto Ferrero (Scrittore, autore del romanzo “N”, premio Strega 2000), Cynthia Saltzman (Storica dell’arte e scrittrice), Jean-Luc Martinez (presidente-direttore Museo del Louvre), Assem El-Dessouki (storico dell’Egitto Moderno), Aude Semat (dipartimento di Arte Egizia, Metropolitan Museum, New York), Alberto Antonio Banti (storico, Università di Pisa), Charles Bonaparte (ultimo discendente della famiglia Bonaparte), Peter Hicks e Chantal Prévot (storici, Fondation Napoléon), Christophe Beyeler (conservatore capo Musée Napoléon Ier, Fontainebleau), Marco Pupillo (curatore Museo Napoleonico, Roma), Licia Sirch (musicologa, Centro documentazione Residenze Reali Lombarde), Marco Belpoliti (scrittore), Lucia Miazzo (restauratrice), Vittorio Lingiardi (psicoanalista), Benedetto Luigi Compagnoni (direttore Archivio di Stato Milano), Adriàn Almoguera (storico dell’architettura), Giuseppe Massimo Battaglini (storico).

«Napoleone. Nel nome dell’Arte» è una produzione 3D PRODUZIONI e NEXO DIGITAL, realizzata con il sostegno di INTESA SANPAOLO e GALLERIE D’ITALIA, e il contributo del MIC – MINISTERO DELLA CULTURA. Soggetto a cura di Didi Gnocchi. Sceneggiatura di Didi Gnocchi e Matteo Moneta. Regia di Giovanni Piscaglia.

Autore

Articoli simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *