CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - In scena Pandora ideato e diretto da Riccardo Pippa, ritratto di un’umanità variegata e transitoria CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - In scena Pandora ideato e diretto da Riccardo Pippa, ritratto di un’umanità variegata e transitoria
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CAMPANIA TEATRO FESTIVAL – In scena Pandora ideato e diretto da Riccardo Pippa, ritratto di un’umanità variegata e transitoria

CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - In scena Pandora ideato e diretto da Riccardo Pippa, ritratto di un’umanità variegata e transitoria CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - In scena Pandora ideato e diretto da Riccardo Pippa, ritratto di un’umanità variegata e transitoriaProseguono gli appuntamenti del Campania Teatro Festival diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano. Martedì 6 luglio arriva sul palco Praterie della Capraia (Porta Miano) del Museo e Real Bosco di Capodimonte alle 21, il Teatro dei Gordi con “Pandora”, ideato e diretto da Riccardo Pippa, di e con Claudia Caldarano, Cecilia Campani, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza (in replica mercoledì 7). Lo spettacolo, una produzione Teatro Franco Parenti, Teatro Stabile di Torino, Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival in collaborazione con Teatro dei Gordi, ritrae un’umanità variegata e transitoria sullo sfondo di un bagno pubblico. In fondo a un corridoio o sotto la piazza di una città, il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio. È un luogo di passaggio, d’attesa, d’incontro tra sconosciuti, un camerino improvvisato dove fare scongiuri, nascondersi, sfogarsi. È un covo per i demoni, un’anticamera, una soglia prima di un congedo o un battesimo del fuoco. Filo conduttore del percorso del Teatro dei Gordi ad oggi è la ricerca di un linguaggio specificamente teatrale, fatto di movimento, partiture di gesti concreti, oggetti, vestiti, maschere, musica, poesia, presenza e incontro. In Pandora si amplia la ricerca della compagnia sui confini delle maschere, che qui, insieme ai costumi, sono di Ilaria Ariemme.

In prima assoluta nel Cortile della Reggia (Porta Grande) alle 21, Marianella Bargilli e Rosario Minardi sono i protagonisti di “Una stanza tutta per sé”, di Gian Maria Cervo, liberamente tratto dall’omonimo saggio di Virginia Woolf, per la regia di Alessio Pizzech (in replica mercoledì 7). Uno spettacolo in cui, per dirla con le parole del regista, «ritrovare la nostra intelligenza, lontano dai rumori della stupidità e della superficialità»; e con quelle dell’autore del testo, «con un sorriso divertito e distante verso tante miserie umane». Le musiche originali sono di Mario Incudine, i costumi di Diego Fiorini, scene e luci di Richard Gargiulo. Una produzione Associazione Culturale Progetto Teatrando in collaborazione con Comune di Cecina – Teatro Eduardo De Filippo.

In uno spettacolo biopic su Artemisia Gentileschi, “Artemisia, Caterina, Ipazia… e le altre”, che va in scena nel Casino della Regina di Capodimonte (Porta Miano) alle 21 (in replica mercoledì 7), si intrecciano evocate dalla radiografia del dipinto Santa Caterina d’Alessandria diversi personaggi femminili: Artemisia Gentileschi, Caterina d’Alessandria, Giovanna d’Arco, Ipazia, Lucrezia, Susanna e i Vecchioni, Giuditta. A incarnarli e a evocarli sul palco, Laura Curino, diretta da Consuelo Barilari. Un racconto ironico, tagliente e molto spesso comico, attraversato dai personaggi e le opere d’arte di Artemisia Gentileschi e di altri artisti del ‘500 e ‘600, che si muovono nella dimensione narrativa tra Arte e Teatro per comporre una suggestiva scenografia di grandi video proiezioni – di Gianluca De Pasquale – a più̀ livelli. Scorrono, appaiono sorprendendoci, vibrano, si frammentano e si alternano nella narrazione le opere di Artemisia Gentileschi e quelle dei maestri che Artemisia evoca e invoca come Giuditta e Oloferne di Caravaggio, La scuola di Atene di Raffaello, fra i moltissimi altri. Il testo è di Laura Curino e Patrizia Monaco, dal laboratorio di scrittura collettiva Raggi X. L’impianto scenico è di Federico Valente, l’editing video di Sara Monteverde, i costumi di Francesca Parodi, il progetto luci di Fabio Parodi.

Nel Cisternone (Porta Miano) di Capodimonte alle 21, debutta “Lingue di cane | Waiting for #Foodistribution”, un progetto di Manovalanza a cura di Davide Scognamiglio e Daniele Ciprì, con gli abitanti del Rione De Gasperi di Ponticelli. “Lingue di cane” mette in relazione la gentrificazione di piccole e grandi comunità con teatro, fotografia e disegno luci per riflettere sulla fine della civiltà contadina, intesa soprattutto come la fine di relazioni comunitarie e condivise. Per questo s’ispira a “Zio Vanja” di Čechov, e lo fa omaggiando l’ultimo baluardo di una civiltà contadina ormai quasi introvabile, come quei friarielli da cui il titolo prende il nome e che lasciano un prelibatissimo amaro in bocca. Lingue di Cane / Waiting for #Foodistribution coinvolge artisti, attori, danzatori e musicisti professionisti, insieme ad abitanti del quartiere Ponticelli (periferia est di Napoli). L’allestimento site specific è a cura di Emanuele Perelli e illuminato da Davide Scognamiglio, e con la squadra di Foodistribution (Sebastiano Cautiero e Tommaso Vitiello). Drammaturgia e regia sono di Adriana Follieri, il disegno luci di Davide Scognamiglio, le musiche originali di Francesca Diletta Iavarone e Pasquale Termini, con la collaborazione di Andrea Gironacci. Interpreti Angela Abate, Carmela Barone, Immacolata Bisaccia, Maria Caruso, Salvatore La Rocca, Davide Paciolla, Igor Shugaleev e con le attrici e gli attori della Compagnia Internazionale di Manovalanza, Aliou Aboubakari, Caterina Modafferi, Shafiou Sanna.

Per la sezione Osservatorio, debutta nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) alle 22.30, “Dio non parla svedese” di e con Diego Frisina, diretto da Ludovico Buldini. Attraverso un flusso di coscienza un uomo ripercorre alcuni episodi della sua esistenza, nel tentativo di ricordare come sia giunto a quello che si rivela essere il momento più fatidico della sua vita.

Il Campania Teatro Festival è anche “CTF21 by-day”: alle 18 nel Teatrino del Belvedere-Pagliarone (Porta Grande) del Museo e Real Bosco di Capodimonte, all’ombra di un grande albero, “Come un albero la mia voce racconta, incontro a cura di Antonella Ippolito e Martina Baldi dove ci si ritroverà in cerchio a lavorare, attraverso immagini e racconti, sul principio della trasformazione e del nascere ogni volta nuovi a sé stessi per portare alla luce nuove parti di sé, arrivando a sperimentare nuove percezioni e vocalità primordiali. Prenotandosi un giorno prima, è possibile fare alle 18 una Visita guidata al bosco” in bici, che parte dal Punto di Raccolta del Belvedere (Porta Grande) per scoprire i viali e gli edifici storici del Real Bosco verso i luoghi più lontani dello splendido giardino.

Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti ed è possibile acquistare i biglietti

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