Campania Teatro Festival, il programma di stasera con Vinicio Marchioni, Linda Dalisi, Elio, Alexandre Roccoli
Secondo giorno di programmazione con tre prime assolute per la quindicesima edizione del Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival con l’impegno concreto della Regione Campania,.
A Capodimonte, nel giardino paesaggistico di Porta Miano alle ore 21, debutta Bee Riot, una produzione di Stabilemobile. La drammaturgia e la regia sono a cura di Linda Dalisi. Adamo ed Eva, sulla scena Isacco Venturini e Valia La Rocca, saranno protagonisti di una vicenda mossa dalla volontà di riscatto, che scava nelle difficoltà della comunicazione e che viaggia tra ricerca, solitudine e amore. Spiega Dalisi: «Elementi scenici – a cura di Giuseppe Stellato – e suono – di Federica Furlani – accompagnano i due performer in una indagine su una forma di amore in cui si specchia una piccola ape, che con un “picciol morso” può fare una grande ferita, e che nel ruolo di esploratrice comunica alle compagne la strada giusta per il nutrimento, tracciando un otto, un infinito» con la cosiddetta danza dell’addome. In seguito alla cacciata dall’Eden, Adamo ed Eva vengono separati da un potere superiore perché vivano in solitudine il proprio esilio. Sulla scena, quindi due labirinti, in cui i protagonisti fanno e disfano mappe immaginarie per ritrovarsi. Un percorso di lotta dove Adamo ed Eva, calzati anfibi e passamontagna, riconquistano l’Eden.
Prima assoluta anche nel Cortile della Reggia (ore 21) per Uno studio su “Illusioni” di Ivan Vyrypaev, traduzione di Teodoro Bonci del Bene. La lettura drammatizzata, produzione di Anton Art House, vede la regia di Vinicio Marchioni, che sarà in scena con Milena Mancini, Paola Giannini e Marco Vergani. «Quattro storie d’amore che durano una vita. Al centro di tutto la verità e la menzogna, l’amore corrisposto e l’amore nascosto» – scrive Marchioni. Protagoniste sono due coppie di anziani, che hanno vissuto un amore inossidabile e una reciproca amicizia. Ma la serena stabilità comincia a crollare quando vengono scavate a fondo le loro vite. E lo spettatore viene irrimediabilmente catturato in una aggrovigliata vicenda di bugie, omissioni, non detti. «Perché, dunque, trattare l’amore, la menzogna e la mutevolezza? Si chiede Marchioni – Perché sono onnipresenti nel nostro vivere: l’ipocrisia, l’omissione, la manipolazione della verità, di tutto questo sono intrise le vite di tutti noi, alla ricerca costante di un equilibrio tra razionalità e passione. Alla ricerca costante di qualcosa di eterno in questa nostra mutevole e finita esistenza: l’amore?».
La sezione Musica si inaugura invece con Elio (Teatro Politeama, ore 21) che canta e recita Enzo Jannacci in Ci vuole orecchio, una produzione di Agidi International Music and arts. Giorgio Gallione, che firma regia e drammaturgia, lo definisce: «Uno spettacolo un po’ circo, un po’ teatro-canzone». L’eccentricità di Jannacci, il cantautore voce della Milano delle periferie negli anni ’60 e ’70, incontra la poliedricità di Elio, che ne reinterpreta la produzione e ricostruisce «quel suo mondo di nonsense, comico e struggente» in un «viaggio dentro le sue epoche, perché non è stato sempre uguale» – spiega Elio stesso. In scena, gli arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri saranno affidati a una «insolita e bizzarra carovana sonora», una band di cinque strumentisti: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone. Il confronto tra i due artisti si muoverà fra la musica e le parole: lo arricchiranno scritti e pensieri di compagni di viaggio, reali o ideali, di Jannacci.
Il cortile del Museo Madre accoglierà il debutto di Long play, Cairo per la sezione Danza. Lo spettacolo andrà in scena alle 19, alle 20 e alle 21, in replica il giorno successivo agli stessi orari. La produzione è di A Short Term Effect e numerose sono le coproduzioni, prova della sinergia che lega il Festival a diverse istituzioni nazionali e internazionali: la Fondazione Campania dei Festival ha collaborato con l’Institut Français du Caire, l’Institut Français de Paris e l’Institut Français d’Italie, il D-CAF Downtown Cairo Art Festival e il Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina. La creazione, che coinvolge Francia, Egitto e Italia, è opera del coreografo francese Alexandre Roccoli su musiche di Adam Shaalan. Con Long Play, Cairo, Roccoli continua il suo percorso di ricerca che mette in relazione la musica, la danza contemporanea e le più antiche forme rituali, traendo ispirazione, ancora una volta, dalle culture del Mediterraneo. Ideato per il Cortile del Museo Madre, questo nuovo lavoro è una performance site specific, in cui i danzatori attraverso la respirazione, il movimento circolare e il moto perpetuo del corpo entrano in una sorta di stato ipnotico e magnetico, coinvolgendo lo spettatore in un rito dove la coscienza apre i canali a un’unica percezione collettiva. Con Shady Abdelrahman, Ibrahim Abdou, Doua Fatfat, Nermin Habib, Eman Hussein, Ghareeb L’étranger, Mounir Saeed Shaymaa Shoukry, Dovydas Strimaitis, Daniel Alwell.
Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni ed è possibile acquistare i biglietti.