Campania Teatro Festival: Gran finale con Daniel Pennac e Clara Bauer in prima assoluta, Ho visto Maradona, il racconto di un’icona intramontabile, non solo per il mondo del calcio Campania Teatro Festival: Gran finale con Daniel Pennac e Clara Bauer in prima assoluta, Ho visto Maradona, il racconto di un’icona intramontabile, non solo per il mondo del calcio
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Campania Teatro Festival: Gran finale con Daniel Pennac e Clara Bauer in prima assoluta, Ho visto Maradona, il racconto di un’icona intramontabile, non solo per il mondo del calcio

Campania Teatro Festival: Gran finale con Daniel Pennac e Clara Bauer in prima assoluta, Ho visto Maradona, il racconto di un’icona intramontabile, non solo per il mondo del calcio Campania Teatro Festival: Gran finale con Daniel Pennac e Clara Bauer in prima assoluta, Ho visto Maradona, il racconto di un’icona intramontabile, non solo per il mondo del calcioGran finale domenica 11 luglio alla quattordicesima edizione del Campania Teatro Festival, diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano, che dà appuntamento a settembre per portare sui palcoscenici napoletani i grandi maestri della scena europea e la sezione Danza: da un’idea di Clara Bauer, Pako Ioffredo, Daniel Pennac, Ximo Solano, in prima assoluta, nel Giardino Paesaggistico Pastorale (Porta Grande) del Museo e Real Bosco di Capodimonte alle 21, “Ho visto Maradona” di Daniel Pennac, sul grande Diego Armando Maradona. Un’impresa quasi impossibile, raccontare tutto ciò che ha rappresentato D10S, il più esuberante calciatore di tutti i tempi. Maradona è stata una figura poliedrica, ammirata non soltanto nel mondo del calcio. Daniel Pennac ha accolto e portato avanti la sfida fino a farla diventare con la regia di Clara Bauer uno spettacolo su una vera icona pop che ha condizionato, attraverso il suo genio sregolato, vita, sogni e desideri delle persone in ogni parte del mondo. Miglior calciatore in campo e personaggio vitale, traboccante, attraente e icona fuori misura. Daniel Pennac darà forma al “Mondo Maradona”, dagli aneddoti ai momenti vitali che lo hanno reso parte della nostra vita. Attraverso la scrittura scenica, accompagnato dalla sua compagnia teatrale e da una piccola orchestra popolare, ci racconta come sia possibile che “La mano di Dio” voli nel cielo e scenda negli inferi, come in un moderno viaggio dantesco. Interpreti Gennaro Cassini, Habib Dembelé, Jesus Dupaux, Greta Esposito, Lisi Estarás (che firma anche la coreografia), Francesca Fedeli, Peppe Fonzo, Irene Grasso, Pako Ioffredo, Demi Licata, Gaetano Lucido, Daniel Pennac, Giorgio Pinto, Fabio Rossi, Ximo Solano, Giuseppe Supino. Scene di Clara Bauer, Pako Ioffredo, Ximo Solano. Luci Alessandro Messina. Creazione musicale di Antonio Urso – The Grid e Dj Emanuele Testa. Costumi di Antonietta Rendina. Il progetto è pensato per essere costruito in sintonia e collaborazione con diversi ambiti artistici, culturali e lavorativi della città di Napoli. Un incontro di culture, esperienze, relazioni, umanità.

Per l’ultimo appuntamento del progetto Il Sogno Reale. I Borbone di Napoli di Ruggero Cappuccio e a cura di Marco Perillo, sul palco del Giardino dei Principi (Porta Grande) del Real Bosco di Capodimonte alle 21, Alessio Boni, accompagnato al pianoforte da Alessandro Quarta, narra in “Un sogno di Fuga”, di Viola Ardone, la storia del “cimitero delle 366 fosse”, destinate ad aprirsi quotidianamente, una per ogni giorno dell’anno. Il cimitero, opera dell’architetto fiorentino Ferdinando Fuga e costruito per far fronte all’epidemia di “febbri putride e maligne” scoppiata a Napoli nel 1764, accoglieva coloro che non potevano permettersi altra sepoltura.

Alle 21 nel Cisternone (Porta Miano) di Capodimonte, Francesco Aricò, Marialuisa Diletta Bosso, Clara Bocchino, Emanuele D’Errico, Teresa Raiano, Dario Rea, Francesco Roccasecca
e con la partecipazione dei ragazzi del laboratorio di teatro di Putéca Celidònia nel Vicolo della Cultura, per la regia di Benedetto Sicca, portano sul palco uno dei classici shakespeariani più amati di sempre in “Alla festa di Romeo e Giulietta”. Il pubblico entra ad una festa in cui un gruppo di ragazzi si ritrova a parlare delle proprie vite e del perché si trovano lì in quel momento. Nel divenire dell’azione quei ragazzi mettono in scena i momenti salienti del testo di “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, ma portano anche avanti il loro desiderio di celebrare, attraverso lo spettacolo/festa a cui il pubblico sta assistendo/partecipando, la perdita di un loro amato collega ed amico che ha perso la vita prematuramente. «Lo spettacolo si svolge in uno spazio la cui pianta è molto simile a quella tipica del teatro elisabettiano, dove Romeo e Giulietta – scrive Benedetto Sicca – è stato messo in scena per la prima volta nel 1595. Da allora milioni di persone, per più di quattro secoli, hanno continuato ad immedesimarsi nella vicenda di quei due innamorati separati dalla volontà delle famiglie. Nella speranza che questo rito si ripeta anche nella nostra versione della tragedia shakesperiana abbiamo cercato di raccontarla con gli strumenti del teatro contemporaneo, con un dialogo schietto ed aperto con il pubblico, mescolando in un’alternanza di fiction e non-fiction, la trama della tragedia con l’ordito delle esperienze realmente vissute dalla compagnia». Musiche e live set di Tommy Grieco.

A Salerno, alle 17.30 da Piazza CavourLungomare, in scena lo spettacolo itinerante La Rinascita, il Signor Mezzogiorno incontra Marco Cavallo, la Festa dei Teatri Salerno, Culture per la Socialità, ideata e diretta da Marco Dell’Acqua. Uno spettacolo liberamente ispirato al poeta salernitano Alfonso Gatto, simbolo della città, e a Marco Cavallo, la storica scultura di legno e cartapesta che fu realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste da un’idea di Giuseppe Dell’Acqua, Dino Basaglia, Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia. Proprio a pochi mesi della scomparsa di quest’ultimo, poeta rivoluzionario della pratica teatrale, la compagnia stabile Teatri di Popolo, in collaborazione con il Dipartimento Salute Mentale Salerno, presenta uno spettacolo in cui Marco Cavallo dialogherà amichevolmente con il Signor Mezzogiorno, personaggio nato dalla penna di Gatto, perché la piazza della città senta e torni quanto prima a riconsiderare la vita per quello che è: poesia. Poesia che ricerca ad ogni costo la compartecipazione dei corpi, la condivisione degli intenti costruttivi, l’inclusione delle diverse individualità.

Continua ad Airola, in provincia di Benevento, per il secondo giorno, “Portami là fuori”: la prima edizione di un progetto che mescola arte, cinema, musica e teatro, nell’Istituto penale per minorenni nella città di Airola (Bn), dedicato a “La Fragilità”. Il festival è parte integrante del progetto Presidio culturale permanente all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Airola, a cura dell’Associazione CCO Crisi Come Opportunità, con il supporto di Fondazione Alta Mane Italia e PosteItaliane, la serie di eventi vede la collaborazione artistica di Carolina Levi e Maurizio Braucci e il contributo di Luca Caiazzo, in arte Lucariello, responsabile del progetto nell’IPM di Airola. Il tema verte intorno alla ridiscussione della figura maschile e della sua relazione con il femminile, e lo fa presentando cortometraggi e opere teatrali con una visione avanzata e poetica di questo rapporto; più che denunciare le violenze di genere e ripensare il femminile, si tratta di opere che sanno ridiscutere la relazione maschile/femminile in maniera equilibrata e creativa, nel rispetto delle differenze. Il programma di domenica 11 luglio inizia alle 9 nel Giardino dell’IPM, dove ci sarà “Liberi di suonare”, una performance musicale a cura del Maestro Erasmo Petringa (evento non aperto al pubblico); dalle 10 alle 12, nel Teatro IPM, lo spettacolo teatrale “Errare humanum est” di Teatro Puntozero Beccaria, seguito da dibattito; nella Sala Registrazione IPM, dalle 15 alle 18, si terrà il workshop di musica rap con i ragazzi dell’IPM – Margherita Vicario e Lucariello (evento non aperto al pubblico); dalle 17 alle 18, invece, Urban Art Trekking a cura dell’Associazione Artistico Culturale Sociale no profit “IN WALL WE TRUST”; dalle 18 alle 19.30, Laboratorio di rap con Kento e i ragazzi dell’Ass. Puntozero e IPM Beccaria; e, in chiusura, dalle 21 alle 22, “Musica In-chiostro”: Margherita Vicario, Lucariello e Kento incontrano i ragazzi dell’IPM di Airola e Beccaria di Milano.

Replica alle 20 sul palco Praterie della Capraia (Porta Miano) del Museo e Real Bosco di Capodimonte, “Amen – in forma di concerto per voci ed elettronica”, il primo testo teatrale dello psicanalista Massimo Recalcati, a cura di Valter Malosti, accompagnato da una selezione di brani dell’opera in forma di concerto per le voci di Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, e i suoni di Gup Alcaro e la chitarra elettrica di Paolo Spaccamonti. E ancora in replica, alle 21, Yari Gugliucci e Clotilde Sabatino nella Manifattura della Porcellana (Porta Miano), con “L’ombra di Totò”, di Emilia Costantini, uno spettacolo adattato e diretto da Stefano Reali, per le scene di Carlo De Marino; Peppe Miale che nel Cortile della Reggia (Porta Grande) di Capodimonte, alle ore 21, dirige “Muratori” di Edoardo Erba. Interpreti Massimo De Matteo, Francesco Procopio e Angela De Matteo, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Alessandra Gaudioso, musiche di Floriano Bocchino; e per finire “Le storie del mondo” di e con Roberto Nobile, in scena alle 21 nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) a Capodimonte, una produzione Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival.

Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti ed è possibile acquistare i biglietti

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