Campania Teatro Festival: Claudio Di Palma per Il Sogno Reale ne Il pentimento del Principe d’Elbeuf di Marco Perillo
Lunedì 5 luglio, al Campania Teatro Festival diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano, per “Il Sogno Reale. I Borbone di Napoli”, progetto speciale del Campania Teatro Festival dedicato alle meraviglie dell’epoca borbonica, Claudio Di Palma è interprete, nel Giardino dei Principi (Porta Grande) del Museo e Real Bosco di Capodimonte alle 21, de Il pentimento del Principe d’Elbeuf di Marco Perillo, giornalista e scrittore autore di numerosi saggi sulla storia e i segreti del capoluogo campano. È il 1738, a Portici. Il principe d’Elbeuf, Emanuele Maurizio di Lorena, torna dopo diversi anni nel palazzo che fece erigere nel 1711 per provare a ripianare i suoi enormi debiti, deciso a prelevare e a vendere l’ultimo tesoro nascosto nella sua vecchia villa di Portici: una statua femminile raffigurante Calliope, musa della poesia, che era stata rinvenuta insieme con molti altri reperti nel corso dei suoi scavi segreti nel sottosuolo del Miglio d’Oro, quando, anni prima, aveva intercettato l’antica città sepolta di Ercolano. I suoi intenti saranno però sconfessati dall’incontro con Carlo di Borbone, giunto nella sua ex villa e desideroso di costruire una reggia proprio nei dintorni. Chi non riuscirà a partecipare in presenza avrà la possibilità di seguire l’evento in live streaming su live.campaniateatrofestival.it, sui canali CRC (Radio CRC Targato Italia, sul Canale 620 del Digitale terrestre e sull’App ufficiale) e sulla piattaforma Ecosistema digitale per la cultura della Regione Campania cultura.regione.campania.it.
Nel Cisternone (Porta Miano) di Capodimonte alle 21, la prova aperta che anticipa il debutto previsto per martedì 6, di “Lingue di cane | Waiting for #Foodistribution”, un progetto di Manovalanza a cura di Davide Scognamiglio e Daniele Ciprì, con gli abitanti del Rione De Gasperi, Ponticelli. Quarta tappa di del progetto di ricerca scientifica e artistica di Manovalanza, ideato da Davide Scognamiglio e Daniele Ciprì e con la consulenza scientifica del Prof. Rosario Sommella, “Lingue di cane” mette in relazione la gentrificazione di piccole e grandi comunità con teatro, fotografia e disegno luci per riflettere sulla fine della civiltà contadina, intesa soprattutto come la fine di relazioni comunitarie e condivise. Per questo s’ispira a “Zio Vanja” di Čechov, e lo fa omaggiando l’ultimo baluardo di una civiltà contadina ormai quasi introvabile, come quei friarielli da cui il titolo prende il nome e che lasciano un prelibatissimo amaro in bocca. Lingue di Cane / Waiting for #Foodistribution coinvolge artisti, attori, danzatori e musicisti professionisti, insieme ad abitanti del quartiere Ponticelli (periferia est di Napoli); nello specifico Manovalanza e #Foodistribution lavorano per questo spettacolo con alcune donne e bambini che abitano il Rione De Gasperi, un quartiere ad alto rischio di infiltrazione criminale, che per tutti i protagonisti coinvolti nel progetto è però diventato un luogo di lavoro e ricerca artistica condivisa. L’allestimento site specific è a cura di Emanuele Perelli e illuminato da Davide Scognamiglio, e con la squadra di Foodistribution (Sebastiano Cautiero e Tommaso Vitiello). Drammaturgia e regia sono di Adriana Follieri, il disegno luci di Davide Scognamiglio, le musiche originali di Francesca Diletta Iavarone e Pasquale Termini, con la collaborazione di Andrea Gironacci. Interpreti Angela Abate, Carmela Barone, Immacolata Bisaccia, Maria Caruso, Salvatore La Rocca, Davide Paciolla, Igor Shugaleev e con le attrici e gli attori della Compagnia Internazionale di Manovalanza, Aliou Aboubakari, Caterina Modafferi, Shafiou Sanna.
Per la sezione Osservatorio, “Dio non parla svedese”, di e con Diego Frisina, diretto da Ludovico Buldini, in scena in prova aperta al pubblico che anticipa il debutto programmato per martedì 6, nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) alle 22.30. Un uomo si ritrova in un non-luogo svincolato dal tempo e dallo spazio. Vede suo padre che punta contro di lui una pistola, ma non riesce a ricordare quanto è accaduto. È infatti affetto da una patologia ereditaria neurodegenerativa, la Corea di Huntington, che sembra responsabile di questa amnesia. Attraverso un flusso di coscienza l’uomo ripercorre alcuni episodi della sua esistenza, nel tentativo di ricordare come sia giunto a quello che si rivela essere il momento più fatidico della sua vita.
Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti ed è possibile acquistare i biglietti