CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021: Stefano Reali adatta e dirige L’ombra di Totò di Emilia Costantini: la storia tra cronaca e immaginazione di Dino Valdi, controfigura del grande attore CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021: Stefano Reali adatta e dirige L’ombra di Totò di Emilia Costantini: la storia tra cronaca e immaginazione di Dino Valdi, controfigura del grande attore
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CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021: Stefano Reali adatta e dirige L’ombra di Totò di Emilia Costantini: la storia tra cronaca e immaginazione di Dino Valdi, controfigura del grande attore

CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021: Stefano Reali adatta e dirige L’ombra di Totò di Emilia Costantini: la storia tra cronaca e immaginazione di Dino Valdi, controfigura del grande attore CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2021: Stefano Reali adatta e dirige L’ombra di Totò di Emilia Costantini: la storia tra cronaca e immaginazione di Dino Valdi, controfigura del grande attoreSabato 10 luglio il Campania Teatro Festival diretto per il quinto anno consecutivo da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano, tocca contemporaneamente tre province, portando il teatro a San Leucio (Ce) e ad Airola (Bn), oltre che a Napoli tra i palcoscenici all’aperto del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Yari Gugliucci e Clotilde Sabatino debuttano alle 21 nella Manifattura della Porcellana (Porta Miano), con “L’ombra di Totò”, di Emilia Costantini, uno spettacolo adattato e diretto da Stefano Reali (in replica domenica 11), per le scene di Carlo De Marino. La storia di Dino Valdi, un uomo sconosciuto ai più ma che per molti anni è stato a fianco del grande Totò: lo ha seguito, sostenuto e spesso sostituito, soprattutto negli anni più difficili della sua malattia agli occhi. Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) ne è stato infatti la controfigura, affezionata e devota. Durante il funerale, il secondo dei tre che furono celebrati in onore del defunto, Valdi viene avvicinato da una giornalista del quotidiano “Il Mattino” di Napoli che, incuriosita dalle urla e dagli svenimenti, gli chiede di rilasciargli un’intervista, proprio per raccontare, a modo suo, la vita del Principe della risata. Lo spettacolo teatrale è un’intervista immaginaria, che intende tracciare una biografia non autorizzata. La vita di Totò viene raccontata in maniera assolutamente inedita da colui che ne ha rappresentato l’ombra. L’umile Dino diventa, almeno una volta nella sua vita, improvvisamente e inconsapevolmente protagonista assoluto di una storia che non è la sua.

Al Belvedere di San Leucio, ore 21, arrivano Alessio Boni e Alessandro Quarta in prima assoluta con L’uomo che oscurò il Re Sole – Vita di Molière, scritto e diretto da Francesco Niccolini. Una doppia narrazione per voce e musica, sulla vita, le disavventure e la morte del più grande attore e autore del Seicento francese: Molière. Lo fa insieme ai suoi dèmoni e al suo teatro, come una strepitosa, lunghissima e tragicomica storia d’amore. Molière, però, è un figlio di nessuno, uno di quei giovani che non ha un titolo aristocratico e si forma studiando. Molière è molto più di qualcuno. Diventa amico intimo di Luigi XIV, il Re Sole, uno dei sovrani più famosi della Storia, e la sua vita è una incredibile summa di avventure e soprattutto rocambolesche disavventure, fiaschi clamorosi e ancora più clamorosi successi, grandi amori, gelosie, atroci sospetti di incesti, spettacoli sublimi dalla risata amara, coraggiosi e taglienti. Molière aveva trovato nella farsa e nella commedia il terreno perfetto che gli permise di fare grandi affreschi del suo tempo, della società parigina e di corte, affreschi infarciti di critiche feroci a molte delle più potenti lobby del tempo: ridicole e potentissime signore da salotto, mercanti vecchi e avidi, filosofi, nobili cortigiani falsi corrotti e ipocriti, preti farisei, e soprattutto dottori arroganti e incapaci.

Alle 21 sul palco Praterie della Capraia (Porta Miano) del Museo e Real Bosco di Capodimonte, “Amen – in forma di concerto per voci ed elettronica”, il primo testo teatrale dello psicanalista Massimo Recalcati , a cura di Valter Malosti, che viene presentato in anteprima dal suo stesso autore che ne racconterà la genesi, accompagnato da una selezione di brani dell’opera in forma di concerto per le voci di Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, e i suoni di Gup Alcaro e la chitarra elettrica di Paolo Spaccamonti. Il progetto sul suono e le voci diventano dunque protagoniste assolute, in una creazione autonoma pensata come una sorta di installazione sonora (in replica domenica 11, ore 20). Scrive Recalcati: «Sin da ragazzo, da quando avevo vent’anni, volevo scrivere di teatro. Ero un vero appassionato di teatro, mangiavo pane e teatro. Poi, come spesso accade nella vita, ci sono stati incontri che hanno deviato questa mia vocazione. Durante il primo lockdown ho cominciato a scrivere un testo. Mentre scrivevo attorno c’era la morte. Come direbbe il grande pittore Rothko, quando si fa arte o si parla della vita e della morte o è meglio non farla. Amen è la parola che consacra la possibilità che la vita possa esistere anche dove è la morte, che la morte non possa essere l’ultima parola sulla vita. Amen vuol dire “così sia”, “che sia così”, che la vita sia viva, che la morte non sia l’ultima parola sulla vita».

Nel Cortile della Reggia (Porta Grande) di Capodimonte alle 21, Peppe Miale dirige “Muratori” di Edoardo Erba. Interpreti Massimo De Matteo, Francesco Procopio e Angela De Matteo, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Alessandra Gaudioso, musiche di Floriano Bocchino (in replica domenica 11). In una notte infinita e sospesa, due muratori sono al lavoro in un teatro abbandonato per chiudere con un muro il palcoscenico, che dovrà essere annesso al supermercato confinante. È un abuso, bisogna lavorare in fretta, e i due si impegnano con tutte le loro forze per finire prima che venga il giorno. Ma il teatro è un luogo magico, e profanarlo significa scatenare presenze nascoste, irrazionali, capaci di scavare voragini di emozioni nel cuore dei due ignari manovali.

Da Le metamorfosi di Ovidio, “Le storie del mondo” di e con Roberto Nobile, in scena alle 21 nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) a Capodimonte, una produzione Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival (in replica domenica 11). Un tempo i numi scendevano dall’Olimpo a mescolarsi con le vicende umane, a ingravidare e farsi ingravidare, e accanto al misero corpo dei mortali camminava l’ombra del divino. Così, chi ascoltava le storie degli dei, tremava per il vertiginoso accostamento, come ascoltasse la sua. Le metamorfosi di Ovidio rappresenta la summa di quelle storie, prima tramandate nei secoli oralmente. E l’aedo che le narrava, spesso vecchio, traeva la sua forza dal prodigioso incontro tra la saggezza accumulata e il tesoro del mito.

Per la sezione Progetti Speciali, “Portami là fuori” è il titolo della due giorni di Festival di arte, cinema, musica e teatro nell’Istituto penale per minorenni nella città di Airola (Bn), alla prima edizione. Parte integrante del progetto Presidio culturale permanente all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Airola, a cura dell’Associazione CCO Crisi Come Opportunità, con il supporto di Fondazione Alta Mane Italia e PosteItaliane, la serie di eventi vede la collaborazione artistica di Carolina Levi e Maurizio Braucci. Nel Chiostro del Comune di Airola, dalle 10 alle 12 ci sarà il laboratorio teatrale per adolescenti e bambini a cura dell’Ass. Airolandia; dalle 15.30 alle 18, nel teatro dell’IPM, la proiezione del film “Fiore” di Claudio Giovannesi, seguito dal dibattito con il regista, coordinato da Maurizio Braucci; ritornando nel Chiostro del Comune, dalle 18.30 alle 20, “La vita non è un gioco: teatro e gamification, nuovi esercizi di cura”, a cura dell’associazione Mediterraneo Comune; e infine, nello stesso luogo, dalle 21 alle 22.30, la Maratona di cortometraggi scelti dai ragazzi detenuti dell’IPM di Airola seguita da dibattito, coordinato da Maurizio Braucci.

Durante la giornata, prenotandosi un giorno prima, è possibile fare alle 10 una Visita guidata al bosco” in bici che parte dal Punto di Raccolta del Belvedere (Porta Grande), per scoprire i viali e gli edifici storici del Real Bosco verso i luoghi più lontani dello splendido giardino. Alle 11 e alle 12, per il progetto Musicapodimonte, viene offerta nel Salone degli Arazzi al secondo piano della Reggia di Capodimonte, per tutti i visitatori del Museo, una lezione-concerto gratuita a cura del M° Rosario Ruggiero, “La musica al tempo dei Borbone”: un’occasione per rievocare e far rivivere le musiche dell’epoca borbonica. Alle 11, nel Teatrino del Belvedere-Pagliarone (Porta Grande), “Storia di un albero e di un bambino”, uno spettacolo per bambini (età consigliata: 5-10 anni) di Giovanna Facciolo liberamente ispirato ad un racconto illustrato di Shel Silverstein. Con Jessica Festa, Antonio Torino, Alfredo Pumilia per le scene di Monica Costigliola (in replica domenica 111). È la storia di un albero e della sua generosità. Del suo amore per un bambino, amico e compagno di giochi, che continuerà ad amare nel tempo, senza riserve, come un grande genitore, seguendo le tappe della sua vita, dall’infanzia alla vecchiaia, ognuna segnata da urgenze e richieste differenti, sempre più grandi e impellenti. L’albero saprà aspettare il suo “bambino”, i suoi ritorni sempre più rari e distaccati, emozionandosi ad ogni suo arrivo e felice ogni volta di accoglierlo, cercando l’intesa giocosa di un tempo. Nel Teatrino del Belvedere/Pagliarone (Porta Grande) – ore 16, 17, 18, 19 – per un massimo di 30 persone a replica, “Musicisti al bosco – Bagarija Orkestar”, in compagnia della Bagarija Orkestar, la folle band di fiati e percussioni nata nel 2018 dal cuore cosmopolita di Napoli. Ispirato alle fanfare di Serbia, Macedonia, Romania e Turchia, uno spettacolo interattivo, itinerante e ironico, che sposa più generi musicali, dal klezmer allo ska, dallo swing alla musica popolare partenopea.

Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni e gli eventi gratuiti ed è possibile acquistare i biglietti

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