BON IVER in concerto per un’unica data italiana sabato 5 novembre
Finalmente è arrivato il momento del grande e attesissimo ritorno in Italia dei Bon Iver.
A più di tre anni dal suo ultimo indimenticabile live tutto esaurito al Castello Scaligero di Villafranca di Verona del 17 luglio 2019, la creatura musicale di Justin Vernon torna nel nostro Paese per un unico concerto, organizzato da DNA Concerti, in programma sabato 5 novembre al Mediolanum Forum di Assago.
Prevendite disponibili su Ticketone: https://www.ticketone.it/artist/bon-iver/
I biglietti acquistati in precedenza rimangono validi anche per la nuova data.
I Bon Iver arrivano in Italia per presentare ai numerosi e appassionati fan italiani l’ultimo acclamatissimo album, “i,i”, uscito ad agosto 2019 per l’etichetta indipendente Jagjagwar e candidato a tre Grammy Awards (album dell’anno, miglior album di musica alternativa e registrazione dell’anno).
È stata una lunga attesa, ma ne sarà valsa la pena: sarà un concerto prezioso, pronto a rapire il cuore, un’immersione pura e totalizzante nelle intense atmosfere indie folk della band statunitense, in cui Vernon e i suoi compagni di band si riaffermano come maestri moderni nello spingere l’involucro sperimentale con una musica che risuona su scala profondamente emotiva (AzCentral).
Perché se nei dischi, la musica dei Bon Iver sembra cercare di sfuggire alla realtà materiale, sul palco, la musica ha carne, peso, gravità (Consequence of Sound).
Un live che promette di essere un’esperienza emozionale e sensoriale indimenticabile grazie anche alla forte attenzione alla qualità del suono: la band, grazie all’utilizzo dell’innovativa tecnologia L-ISA – Immersive Hyperreal Sound, riesce a ottenere un sound immersivo e regalare all’ascoltatore la miglior connessione possibile con la musica, profonda e diretta, facendolo sentire immerso e parte integrante dello show.
La data italiana sarà aperta da CARM, il progetto solista del polistrumentista CJ Camerieri, che ha collaborato – oltre che con i Bon Iver – con artisti del calibro di Paul Simon, The National e Sufjan Stevens.
In questi anni di attesa per poter tornare in tour, i Bon Iver hanno comunque continuato a dedicarsi alla musica e a stare vicino al loro pubblico.
A cominciare dai singoli usciti ad aprile e ad agosto 2020, “PDLIF” e “AUATC” (acronimi che stanno rispettivamente per “Please Don’t Live in Fear” e “Ate Up All Their Cake”) fortemente critici verso capitalismo, razzismo, sessismo e la loro incidenza negativa sul presente, e che marcano il profondo legame tra produzione artistica e sentito attivismo politico (dall’impegno a favore del movimento #BLACKLIVES MATTER all’attenzione per le tematiche ambientaliste) che da sempre li caratterizza.
Entrambi i brani sono presentati come “Bon Iver: season five”, riuniti dunque sotto il cappello di una “quinta stagione” che arriva dopo le stagioni precedenti a cui la band ha metaforicamente associato i suoi album.
E poi le collaborazioni con altri artisti, da quella con la popstar americana Taylor Swift, con la quale ha scritto il brano “exile” nell’ album “folklore” e la title-track per il successivo “evermore”, al recentissimo feat con The National in “Weird Goodbyes” o il brano nato dalla collaborazione a distanza con Ethan Gruska, “So Unimportant”.
E ancora, la ristampa di “Bon Iver, Bon Iver”, secondo album della band – vincitore di un Grammy – a dieci anni dall’uscita, dove alle tracce originali si aggiunge la session registrata agli AIR Studios nell’ottobre 2011 da Justin Vernon e Sean Carey, ed è accompagnata da un saggio di Phoebe Bridgers.
Dopo essere dunque stata virtualmente al fianco del suo pubblico per due anni, è il momento di ritrovare la band nel suo habitat ideale: il palcoscenico.
Re incontrastati dell’indie americano, vincitori di due Grammy Awards e autori di quattro album di culto, i BON IVER – creatura dai tratti mitologici guidata dal trentottenne Justin Vernon – sono acclamati dalla stampa e dal pubblico di tutto il mondo.
Nel disco di esordio For Emma, Forever Ago, uscito nel 2007, Justin Vernon suona tutti gli strumenti e partorisce un album che diventa in brevissimo tempo il manifesto di una intera generazione: testi brevi ed evocativi, incredibile attenzione alla melodia, intimismo struggente, purezza compositiva.
Nel 2011, per la prestigiosa etichetta 4AD, esce Bon Iver, Bon Iver e immediatamente si afferma come un assoluto capolavoro, disco dell’anno di Pitchfork e di molte altre prestigiose testate musicali. Qui la tavolozza sonora si espande oltre lo scarno suono acustico dell’album di debutto. Bon Iver, Bon Iver è un paesaggio lussureggiante che si stende su delicate chitarre elettriche, intricate tastiere, e sottili suoni di fiati e sezioni d’archi, conservando intatti i cori spettrali e i densi strati vocali per i quali i Bon Iver sono universalmente riconoscibili.
L’album è stato registrato e mixato all’April Base Studios, un’ex clinica veterinaria in Fall Creek, WI, trasformata in uno studio di registrazione da Vernon e suo fratello.
Dopo la pubblicazione di questo album, i Bon Iver raggiungono una fama e un successo planetari, e collaborano con artisti come The Roots, James Blake, Flaming Lips, The National. La voce di Justin è in due brani di Kanye West, uno dei quali è stato usato anche per la colonna sonora di New Moon, il secondo capitolo della saga Twilight. La musica dei Bon Iver è inoltre presente anche nella colonna sonora del film di Gus Van Sant Restless – l’amore che resta e del film di di Alexander Payne con George Clooney Paradiso Amaro.
Il 30 settembre 2016 arriva finalmente il terzo album 22, A Million e di nuovo Justin riesce a spiazzare tutti abbracciando sonorità elettroniche, dissonanti, e costruendo un universo che è giungla elaboratissima di simboli visivi e sonori. Le dieci canzoni che compongono il nuovo lavoro sono una raccolta di momenti sacri, di tormenti sentimentali e allo stesso tempo di salvezza, di ricordi intensi, di segni che si possono incatenare o ignorare come coincidenze. Un album calibrato e pensato in ogni movimento che ottiene come sempre un grande successo.
i, i è il loro quarto e ultimo lavoro: il loro più intimo e profondo, probabilmente. Vernon canta della sua ansia, di Donald Trump, di cambiamenti climatici, di sua madre. Un album ricco di collaborazioni prestigiose: oltre ai partner di fiducia come James Blake e i fratelli Dessner dei National, partecipano al disco Bruce Hornsby, Moses Sumney, BJ Burton e Francis Starlite.
Un disco in cui la dimensione elettronica si sposa con quella acustica, generando tra synth, chitarre, archi e fiati un’atmosfera eterea in cui la voce di Vernon rimane libera di muoversi in qualsiasi direzione, come le foglie dell’autunno colpite dal vento.
Ad aprile e ad agosto 2020 escono i singoli “PDLIF” (“Please Don’t Live in Fear”) e “AUATC” (“Ate Up All Their Cake”) fortemente critici verso capitalismo, razzismo, sessismo e la loro incidenza negativa sul presente, presentati come “Bon Iver: season five”: una “quinta stagione” che arriva dopo le stagioni precedenti a cui la band ha metaforicamente associato i suoi album.