Avventura con "Endangered Species - Caccia mortale"
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Avventura con “Endangered Species – Caccia mortale”

Una vacanza pericolosa

Avventura con "Endangered Species - Caccia mortale"
Una prima serata all’insegna dell’avventura quella di Rai 4 per domenica 26 gennaio. Alle 21.20 va in onda il survival thriller “Endangered Species – Caccia mortale”. Un ricco imprenditore, Jack Halsey, porta tutta la sua famiglia in vacanza in Kenya, con la speranza di poter risanare il rapporto con sua figlia Zoe. Mentre si avventurano per un safari in un parco naturale, la jeep su cui viaggiano viene capovolta da un rinoceronte infuriato. Feriti e impauriti, gli Halsey rimangono bloccati a molti chilometri di distanza dai soccorsi e il sopraggiungere di altri animali feroci li costringe a una lotta disperata per la sopravvivenza.
Perfettamente calato nelle dinamiche del cinema di genere che abbraccia il filone eco-vengeance, in cui la natura diventa un pericolo mortale per l’uomo, “Endangered Species – Caccia mortale” pone i riflettori sulla piaga del bracconaggio che affligge la fauna africana. Un argomento a cui si mostra molto sensibile la regista M.J. Bassett, ormai esperta nel genere dopo l’action con Megan Fox “Rogue – Missione ad alto rischio”, il fantasy “Solomon Kane” e l’imminente “Red Sonja”. Nel cast, Rebecca Romjin, Philip Winchester e Jerry O’Connell.
Al giungere dei titoli di coda una scritta informativa riporta che tra il 2015 e il 2019 oltre duemila esemplari di rinoceronti sono stati uccisi dai bracconieri, intenzionati a mettere le mani sulle loro preziosissime corna d’avorio. Nelle intenzioni Caccia mortale vorrebbe porre l’attenzione su questo tema sensibile, con un messaggio ecologista di fondo che stona però con quanto visto in precedenza sullo schermo, ovvero un’accozzaglia di situazioni rocambolesche che scadono di sovente in un trash primigenio. Il peggior difetto dell’operazione risiede senza dubbio in una sceneggiatura a dir poco improbabile, popolata da personaggi che toccano rare vette di idiozia, all’insegna di un continuo “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Difficile provare affezione o trasporto.

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