Arriva su ARTE in italiano “Jurassic Web”, la web serie di documentari che racconta la preistoria dei social network Arriva su ARTE in italiano “Jurassic Web”, la web serie di documentari che racconta la preistoria dei social network
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Arriva su ARTE in italiano “Jurassic Web”, la web serie di documentari che racconta la preistoria dei social network

Arriva su ARTE in italiano “Jurassic Web”, la web serie di documentari che racconta la preistoria dei social network Arriva su ARTE in italiano “Jurassic Web”, la web serie di documentari che racconta la preistoria dei social networkLa storia delle reti sociali è un’affascinante epopea che ha inizio molto prima dell’arrivo di internet, di Facebook, Twitter e Instagram. Oltre 50 anni fa giovani appassionati piegavano la tecnologia dell’epoca (come telefoni, fax, ciclostile) al loro servizio, dando vita a reti sociali e comunità in grado di superare i confini nazionali e cambiare per sempre il nostro modo di comunicare. A raccontarle e farle emergere dall’oblio è ora il canale culturale europeo ARTE con la nuova web serie – documentario “Jurassic Web (2020), disponibile gratuitamente in streaming su Arte in Italiano (arte.tv/it).

In 7 episodi, di 6 minuti ciascuno, diretti da Chris Eley e coprodotti da ARTE France e Darjeeling, Jurassic Web esplora la preistoria di Internet e dei primi social network, ripercorrendo eventi poco conosciuti: dai pirati clandestini degli anni ‘60 fino all’arrivo del personal computer nelle case.

“I social network hanno assunto un’importanza preponderante nelle nostre vite. Ma tendiamo a pensare che siano stati inventati da Mark Zuckerberg e dai suoi contemporanei, quando invece gli strumenti che usiamo ogni giorno esistevano già negli anni ’70”, commenta il regista Chris Eley.

Il racconto di Jurassic Web prende il via a cavallo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70: le nuove tecnologie erano poco accessibili al grande pubblico, riservate ai militari o alle grandi aziende, ma i cosiddetti “phreaks” – appassionati di sistemi telefonici e telecomunicazioni – riuscirono a manomettere i telefoni e hackerare la rete telefonica americana, per il semplice piacere di ritrovarsi e parlare a distanza e gratuitamente con degli sconosciuti, portando alla nascita di vere e proprie “comunità”. Tra loro, giovani sperimentatori, studenti di informatica o programmatori dell’IBM che crearono nuovi programmi come quello per i primi motivi musicali elettronici. Senza dimenticare il ciclostile, che ha portato alla nascita degli antenati dei “blogger”, primi editori di sé stessi, e delle fanzine dedicate ai grandi fenomeni pop. Ad attirare l’attenzione del regista anche l’avventura francese del Minitel, il servizio telematico di videotex nato nel 1981: distribuito gratuitamente a tutti i francesi, il piccolo apparecchio ha gettato le basi per i moderni social network. Una vera e propria innovazione e rivoluzione di costume, “non tanto perché la tecnologia fosse incredibile, ma perché la Francia è stato il primo Paese a sperimentare una distribuzione così ampia”, spiega Chris Eley.

Di fatto, i protagonisti dei 7 episodi di Jurassic Web “sono tutti outsider, al di là delle loro differenze”, conclude Eley. “Che siano hippy californiani o fan di Star Trek, sono riusciti a piegare questi strumenti, spesso costosi e controllati da un’élite, a favore di usi più divertenti. E anche se infrangevano la legge, erano, prima di tutto, esploratori”.

Tutti gli episodi di Jurassic Web

1/ 7 I pirati del telefono
A cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70 i “phreaks” erano persone, soprattutto non vedenti, che riuscivano a manomettere i telefoni e hackerare la rete telefonica americana, per il semplice piacere di ritrovarsi e parlare con degli sconosciuti. Finché le autorità non se ne sono rese conto…

2/7 La galassia delle fanzine
Quando negli anni 60 la controcultura esplode negli Stati Uniti, il ciclostile – detto anche duplicatore stencil – diventa lo strumento di predilezione della gioventù americana per aggirare la censura del governo e diffondere idee rivoluzionarie. Nascono i primi veri blogger, i primi editori di sé stessi, e le fanzine dedicate ai grandi fenomeni pop attirano in fretta sempre più lettori.

3/7 Il canto delle macchine
Quando sono le macchine a fare tutto il lavoro (sporco), agli umani è concesso il tempo per pensare. Con la proliferazione di computer 1401 negli anni ‘60, in grado di lavorare ed elaborare dati ininterrottamente, gli informatici dell’IBM trovarono il tempo di creare nuovi programmi, tra cui quello per i primi motivi musicali elettronici.

4/7 Rete di contestazione
Nonostante fosse nel mirino della contestazione dei giovani americani contrari alla Guerra in Vietnam, il governo di Richard Nixon non badò a spese per finanziare lo sviluppo dell’informatica nei campus universitari, a cavallo tra anni ’60 e ’70. Eppure, l’accesso ad un computer centrale finirà per diventare uno strumento di mobilitazione per gli studenti…

5/7  Hippie Hackers
Nell’era del PC sembra impensabile, ma all’inizio degli anni ‘70 l’informatica era ancora una risorsa ad uso esclusivo di governi, eserciti e multinazionali. Farne uno strumento pubblico e aperto di condivisione della conoscenza divenne uno degli obiettivi della controcultura americana, grazie all’iniziativa di un collettivo anarchico di San Francisco: Project One.

6/7 Irrompe il personal computer
L’arrivo del personal computer nelle case cambierà per sempre il nostro stile di vita, a cominciare dal modo di comunicare. Grazie alla connessione ad una linea telefonica, è stato possibile sviluppare le prime reti di condivisione delle informazioni, libere da ogni controllo.

7/7 Il Minitel, l’antenato dei social

Ma quale Silicon Valley: è in Francia, grazie ad una piccola scatola cubica chiamata ‘Minitel’, che si gettarono le basi per i moderni social network. Una rivoluzione di costume che farà… schizzare le bollette telefoniche, tra avventure d’amore (per i più maliziosi) e primi tentativi di hackering.

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