Arriva il webinar “Il laboratorio di Raffaello e il blu egizio”
Cosa hanno in comune l’arte di Raffaello con quella dell’antico Egitto?
Il mistero del “blu egizio”, la sua origine e le sue complesse tecniche di fabbricazione sono al centro di un webinar organizzato dalla Fondazione CariPerugia Arte e dal Post – Museo della Scienza di Perugia in collaborazione con il Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto in occasione del cinquecentenario dalla scomparsa del maestro urbinate.
Un momento dedicato all’arte, connessa alla ricerca scientifica, in una fase in cui musei, mostre ed eventi culturali hanno subito lo stop dovuto all’emergenza sanitaria che ha portato anche alla chiusura della mostra “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia” allestita a Palazzo Baldeschi al Corso, a Perugia, dalla Fondazione CariPerugia Arte e dall’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”.
Già rinviata a causa del primo lockdown la mostra, che si compone di una magnifica sezione multimediale e di una parte documentale, è stata inaugurata a settembre e in poco più di un mese ha fatto registrare oltre 2000 visitatori. Tale successo che fa sì che le due Istituzioni, di comune intento, siano orientate – se le condizioni lo permetteranno – a valutare il recupero del periodo di sospensione attraverso una proroga della scadenza dell’esposizione, prevista per il 6 gennaio 2021.
Nel frattempo le attività non si fermano e proprio nel segno di Raffaello alcune tra le più autorevoli realtà culturali dell’Umbria si sono unite per organizzare il webinar “Il laboratorio di Raffaello e il blu egizio”, che si tiene venerdì 20 novembre dalle 18.00 sul canale Facebook della Fondazione CariPerugia Arte.
Si tratta di un focus sul lavoro del Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto le cui attività di ricerca si sono subito concentrate su alcuni progetti importanti, sia nel contesto nazionale che internazionale dal quale sono emersi i primi risultati. Tra questi merita una attenzione particolare il lavoro effettuato sull’affresco dipinto da Raffaello, raffigurante “Il trionfo di Galatea” a Villa Farnesina a Roma. Il Laboratorio è stato, infatti, incaricato dall’Accademia Nazionale dei Lincei di eseguire particolari indagini mirate sull’opera raffaellesca in considerazione della decennale esperienza e della disponibilità delle più aggiornate strumentazioni diagnostiche portatili e non invasive.
Le indagini sono state effettuate dal LABDIA, diretto da Vittoria Garibaldi, segnatamente da Manuela Vagnini e Michela Azzarelli (LABDIA) all’interno del gruppo coordinato dall’accademico Antonio Sgamellotti e composto da Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara Anselmi (IRET-CNR), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker).
Dalla ricerca, portata a termine lo scorso luglio, è emerso che per le parti colorate di blu, come gli occhi della fanciulla, il cielo e il mare, Raffaello utilizzò il cosiddetto blu egizio, il primo colore artificiale della storia, il cui uso si era perso dopo la fine dell’Impero romano, sostituito dal lapislazzuli.
Si tratta di una scoperta inaspettata ed importante resa possibile da valenti studiosi e da istituzioni eccellenti.
Al webinar, coordinato da Francesco Gatti, Presidente del Post, interverranno: Cristina Colaiacovo, Presidente Fondazione CariPerugia Arte; Mario Rampini, Presidente dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”; Marina Balsamo e Vittoria Garibaldi, Presidente e Direttore scientifico del Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e il professor Antonio Sgamellotti, socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei.