Arriva il forum digitale “Not in my bin. La Dieta Mediterranea come strategia di prevenzione degli sprechi e delle perdite alimentari”
La dieta mediterranea come un faro nelle scelte alimentari degli italiani: 6 su 10 dichiarano di averla introdotta nel proprio stile di vita perché è un regime alimentare salutare e il 68% degli intervistati la considera determinante o utile per la prevenzione dello spreco alimentare (dati Osservatorio Waste Watcher Last Minute Market / Swg, settembre 2020). Nei dieci anni dalla proclamazione Unesco della Dieta Mediterranea patrimonio immateriale dell’umanità (16 novembre 2010) e a pochi giorni dalla 1^ Giornata Mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari che le Nazioni Unite hanno indetto per il 29 settembre, arriva un Forum digitale che farà il punto sui riscontri scientifici che attestano l’efficacia della Dieta Mediterranea nell’ottica dello sviluppo sostenibile: appuntamento mercoledì 23 settembre con “Not in my bin. La Dieta Mediterranea come strategia di prevenzione degli sprechi e delle perdite alimentari”, una e-conference promossa da un pool di istituzioni e realtà fortemente impegnate sul terreno dell’educazione alimentare, della sostenibilità nella produzione agroalimentare, dell’economia circolare: con la FAO, Food and Agriculture Organization of the United Nations, e con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, saranno impegnate nei lavori la campagna di sensibilizzazione Spreco Zero, l’Università degli Studi di Bologna e Fondazione FICO. L’evento rientra nel progetto “I principi della Dieta Mediterranea per l’Agenda 2030″, un cartellone di sessioni tematiche promosse dalla Rappresentanza Permanente Italiana per sensibilizzare sull’efficacia della Dieta Mediterranea in prospettiva del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Molti i relatori coinvolti nei lavori del convegno che sarà fruibile su piattaforma Zoom a partire dalle 15.
L’incontro si aprirà con gli interventi introduttivi dell’Ambasciatore Vincenza Lomonaco, Rappresentante Permanente dell’Italia presso la FAO e le altre Organizzazioni Internazionali con sede a Roma, del Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Giorgio Marrapodi, dell’Ambasciatore Niu Dun, Rappresentante Permanente della Repubblica Popolare Cinese presso la FAO, del Chief Economist FAO Maximo Torero Cullen, e ancora di Laura D’Aprile, a capo della Direzione Generale per l’Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e di Felice Assenza, Direttore Generale presso il Ministero dell’Agricoltura. In apertura dei lavori, moderati dall’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e presidente di Fondazione FICO, il divulgatore scientifico Piero Angela porterà il suo saluto con video intervento, mente chiuderà i lavori l’intervento di Mario Lubetkin, Assistente alla Direzione Generale della FAO. Il primo panel sarà dedicato al rapporto fra Dieta Mediterranea e prevenzione degli sprechi, fra i relatori l’antropologo Marino Niola, docente presso l’Università Suor Orsola Benincasa, le esperte di FAO Rosa Rolle e del CREA Laura Rossi, I docenti Luca Falasconi dell’Università di Bologna ed Elisabetta Bernardi dell’Università di Bari. Un ulteriore panel sarà dedicato alle perdite e sprechi alimentari nel contesto dell’economia circolare: interverranno gli esperti Shuwen Lu per l’Istituto di Ricerca della provincia di Heilongjiang, Kogi-Makau per l’Università di Nairobi, Hilke Bos Brouwers per l’Università di Wageningen e Matteo Vittuari dell’Università di Bologna. Nel corso dell’evento l’Ambasciatrore Vincenza Lomonaco proclamerà i tre finalisti del Premio Vivere a #sprecozero 2020, categoria Dieta Mediterranea.
Le diete attuali sono diventate un alto fattore di rischio per malattie e morte: in molte parti del mondo i regimi alimentari hanno subito drastici cambiamenti con aumento del loro contenuto calorico, di grassi saturi, sale e zuccheri. Le ultime stime indicano che globalmente 2 miliardi di adulti sono in sovrappeso oppure obesi e 41 milioni di bambini sono in sovrappeso (SOFA*, 2019). Gli attuali sistemi alimentari non generano problemi solo per la salute umana, ma anche per l’ambiente in cui si produce il cibo. L’agricoltura è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra e del 70% dello sfruttamento e dello spreco delle risorse naturali: acqua, terra ed energia e un importante contributo alla perdita di biodiversità e alla distruzione del suolo e delle foreste.
Una dieta sostenibile dovrebbe garantire la sicurezza alimentare, promuovere stili di vita sani, evitare perdite e sprechi alimentari, contribuire alla riduzione degli impatti ambientali e al miglioramento del benessere delle generazioni attuali e future. La riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari contribuisce a migliorare la sostenibilità dei sistemi e può portare benefici alla società grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra, delle pressioni sulla terra e sulle risorse idriche, grazie al miglioramento della sicurezza alimentare, al potenziamento della produttività e quindi della crescita economica. Spesso gli alimenti più nutrienti come frutta e verdura, in virtù del loro alto grado di deperibilità, sono i più suscettibili ad alti livelli di perdite e sprechi. Il raggiungimento di un sistema di produzione alimentare sostenibile e la riduzione dello spreco di cibo sono fondamentali per contrastare la malnutrizione e la sottoalimentazione di larghe fasce di donne e uomini sulla terra.
Info: sprecozero.it