ARMONIE D'ARTE: MARTHA ARGERICH, EMMA DANTE, ALESSANDRA FERRI, il festival si avvia alla chiusura con tre straordinarie artiste ARMONIE D'ARTE: MARTHA ARGERICH, EMMA DANTE, ALESSANDRA FERRI, il festival si avvia alla chiusura con tre straordinarie artiste
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ARMONIE D’ARTE: MARTHA ARGERICH, EMMA DANTE, ALESSANDRA FERRI, il festival si avvia alla chiusura con tre straordinarie artiste

ARMONIE D'ARTE: MARTHA ARGERICH, EMMA DANTE, ALESSANDRA FERRI, il festival si avvia alla chiusura con tre straordinarie artiste ARMONIE D'ARTE: MARTHA ARGERICH, EMMA DANTE, ALESSANDRA FERRI, il festival si avvia alla chiusura con tre straordinarie artisteÈ leggenda del pianoforte Martha Argerich, la protagonista di un appuntamento speciale di Armonie d’Arte festival, Martha Argerich Project per quintetto e voce recitante, in scena martedì 25 in un clima di grande intesa artistica. Con lei sul palco Theodosia Ntokou al piano, il Quartetto d’archi della Scala Annie Dutoit-Argerich, voce narrante. Interprete eccezionale per temperamento e personalità, con più di sessant’anni di carriera alle spalle, la grande pianista argentina è legata da un lungo e glorioso rapporto con l’Italia, che parte proprio dalla Calabria, proprio perché a Crotone nacque il suo venerato Maestro Vincenzo Francesco Scaramuzza, il cui metodo ha poi formato anche il pianista ed eccelso direttore d’orchestra Daniel Barenboim. Nata a Buenos Aires nel 1941, la Argerich affascina per la potenza delle sue esecuzioni e per il mistero della sua indomabile personalità, tratteggiando un carattere libero e indipendente, che le ha fatto spesso cambiare repertorio, paese, collaboratori e legami familiari. Un personaggio davvero atipico nella tipica austerità della musica classica: tecnicamente è vertiginosa, eccelle soprattutto nell’esecuzione delle ottave a velocità portentosa, nel controllo delle dinamiche, nella fluidità dell’articolazione e delle note ribattute. È particolarmente famosa per le incisioni dei capolavori del XX secolo, di compositori quali Sergej Rachmaninov, Olivier Messiaen, Sergej Prokofiev e Maurice Ravel, parte del repertorio che sarà eseguito in una serata che si preannuncia memorabile.

Con lo spettacolo I Messaggeri mercoledì 26 arriva a Scolacium per la prima volta Emma Dante. Lo spettacolo-concerto tratto da Euripide e Sofocle, con canti e musica dei Fratelli Mancuso, è un racconto che accosta i messaggeri delle tragedie greche ai nostri messaggeri contemporanei, portatori di dolore e lutto. Scrive la regista nelle note dello spettacolo: Per circa settanta giorni, alle 18.00 in punto, arrivava il bollettino della Protezione Civile; a quell’ora mollavamo tutto e ci piazzavamo davanti alla tv per ascoltare l’epilogo delle ultime ore: quante persone contagiate e soprattutto quanti morti? La nostra giornata in quarantena era scandita da notizie tremende che non dimenticheremo mai più. 

È un dolore che non si può dire con le parole, dice il Messaggero di Eracle prima di raccontare il crimine orrendo che l´eroe compie contro la sua stessa progenie, oppure La vita umana è come ombra e non

esiste al mondo un essere felice, conclude il messaggero di Medea nel racconto tremendo della morte di Creonte e di sua figlia, o ancora il Messaggero che, dopo aver  descritto l´accecamento di Edipo con le fibbie dorate della veste di sua madre-sposa, conclude il suo racconto con queste parole: Occhi mia, voi non vedrete mai né i mali che ho patito, né quelli che ho compiuto, ma d’ora in avanti occhi mia, voi vedrete soltanto ‘a tenebbra’. I messaggeri delle tragedie ci riguardano da vicino, assomigliano ai nostri messaggeri contemporanei, portatori di dolore e lutto. Se accostiamo il racconto della Protezione Civile a quello delle tragedie greche, tra il nostro bollettino e la narrazione dei messaggeri troveremo molte analogie. Il messaggero arriva più o meno verso la fine della giornata in cui si svolge la storia e rivolgendosi direttamente al pubblico, come in un telegiornale, descrive per filo e per segno il racconto dell’orrendo evento. Strutturalmente l’episodio del messaggero è svincolato dal resto della tragedia e resta un racconto a sé stante con un inizio, uno svolgimento e una fine. Contiene nel suo messaggio la parte più cruenta, quella che rende la storia insopportabile al cuore e alla mente.  Parla, dicci cos’è accaduto agli infelici, lo esorta il Coro. E il Messaggero comincia. Senza risparmiarci i particolari che sono punte di coltelli affilati. Attraverso il processo doloroso della catarsi, cerca di impietosirci per mondare il corpo e l’anima da ogni contaminazione.

Giovedì 27 la stella del balletto mondiale Alessandra Ferri, che arriva accompagnata dall’ecclettico virtuoso del violino Alessandro Quarta, ha ideato una produzione speciale in esclusiva dal titolo CORPUS ANIMA. Con titoli e danzatori di habitat inglese, danzerà ad  Armonie d’Arte con un partner di alta classe il connazionale Federico Bonelli, nato a Genova nel 1978, cresciuto al Teatro Nuovo di Torino sotto l’ala delle maestre cubane, vincitore del Prix de Lausanne, solista all’Opernhaus Zürich,  primo ballerino a Het Nationale Ballet di Amsterdam, oggi principal del Royal Ballet e guest alla Scala, all’Opéra de Paris, in Russia e in Giappone, bruno ed elegante danseur noble impegnato anche in un solo molto significativo, Offertoire dal Requiem di Kenneth MacMillan su Fauré, e con tre giovani artisti classico-contemporanei, l’italiano Giacomo Rovero, 22enne, piacentino, vincitore del Grand Prix di New York e ora  al Royal Ballet, e James Pett e Jordan James Bridge dalla compagnia di Wayne McGregor, artista innovativo e poliedrico, in termini formali o narrativi, sia con i ballerini accademici, come coreografo residente al Royal Ballet, sia con i danzatori contemporanei

Alessandra Ferri, nella sua modernità cosmopolita, è erede d’elezione, nel solco di una grande storia, della figura della ballerina italiana, ambita nel mondo. Il suo modo di esprimersi è un messaggio di intensità e di forza unico in una sintonia mirabile tra corpo, musica, emozione. La sua carica drammatica, in ogni ruolo interpretato, ha sempre corrisposto anche a un’autentica prova attoriale. Talento conclamato dall’adolescenza, baby ballerina migrata dalla Scala al Royal Ballet londinese all’American Ballet Theatre, su invito di Mikhail Baryshnikov, non è riuscita a lasciare il palcoscenico, a mettere un punto alla sua carriera folgorante e, dopo aver detto addio alle scarpette, è tornata con entusiasmo rinnovato a sedurre le platee nella sua maturità appassionata, affidandosi a coreografi top class, e restando a tutt’oggi una eterna, toccante Giulietta, per sempre.

Da After the Rain di Crishopher Wheeldon, già coreografo residente al New York City Ballet, a Le Parc di Angelin Preljocaj, il più valente coreografo contemporaneo francese, passando per Senza tempo di Fang-Yi Sheu, taiwanese, già danzatrice di spicco nella Martha Graham Dance Company, Alessandra Ferri brilla di tutto il suo peculiare talento.

La serata Ferri, con il plus della musica anche dal vivo, primo violino Alessandro Quarta con il suo 5et, è su misura per Skylletium/Scolacium, immersa nelle suggestioni che un luogo tanto evocativo emana e proietta intorno a sé, è uno spazio di creatività fluida e generosa, grazie al potere del corpo danzante e al fascino della musica, che sorregge e dà respiro ai generosi artisti in scena.

 

 

I biglietti sono acquistabili sul sito www.armoniedarte.com. Inoltre, la biglietteria del Festival è aperta al Parco Scolacium tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 19, tranne il lunedì, e la sera dello spettacolo sino alle ore 22.

Tutti gli aggiornamenti potranno essere consultati sul sito armoniedarte.com

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