ArchiViVitali presenta L’ITALIA È UN GIARDINO. Di ricerche estetiche agresti
Prendono parte al progetto espositivo gli artisti: Chiara Camoni, Francesco Carone, Gianluca Concialdi, Diego Perrone, Alberto Scodro, Sofia Silva, Silvia Stefani, Danilo Vitali.
In esposizione opere documentative degli ArchiViVitali, Bellano (LC); e dell’opera di Joseph Beuys, gentilmente concessa dalla Collezione Luigi Bonotto, Fondazione Bonotto, Colceresa (VI).
Nel tentativo di intraprendere una riflessione estetica intorno a quelle fenomenologie artistiche contemporanee che indirizzano la dimensione creativa verso l’ambiente naturale, inteso come quell’universo di risorse fisiche, vegetali e animali che caratterizzano l’ecosistema di un territorio in cui l’essere umano vive e lavora, l’itinerario espositivo identifica sensibilità e pratiche che interpretano l’habitat come il risultato di un sintonico esperire e armonico equilibrio fra uomo e natura, allestendo un repertorio espressivo che restituisce al significato di locus, immagini e figurazioni del paesaggio e della vita agreste, rurale oltreché esplicitare per somme rappresentazioni, attitudini e gesti di contadini, agricoltori e pastori. Non lontano dalle liriche poetiche dei lungo metraggi di Giuseppe Taffarel e Ermanno Olmi, in cui la vita rurale e contadina dettava l’estetica visiva di un’epoca, il progetto L’ITALIA È UN GIARDINO. Di ricerche estetiche agresti, riunisce alcune delle presenze più significative del panorama italiano, che pongono al centro della propria indagine l’esperienza con la natura, ora osservata, contemplata, condivisa, inclusa e adoperata, come soluzione interpretativa al linguaggio culturale dei nostri tempi.
Dall’origine dell’etimo «cultura», da cui trae spunto l’intento espositivo, derivato latino di colĕre ovvero «coltivare», si apprende che la genesi dell’insieme delle conoscenze relative a una particolare disciplina o di quel complesso di cognizioni intellettuali e pratiche che un individuo acquisisce attraverso lo studio e l’esperienza, fa riferimento a quella serie di attività che l’uomo esercita nel curare la terra e nel prendersene cura; risultando che il binomio uomo natura cosicché arte e qualsivoglia agricoltura, siano forme direttamente e inequivocabilmente congiunte. Un accordo che rammenta quel lontano conversare sulle bellezze naturali, la geologia e la geografia fisica d’Italia, del più noto abate lecchese Antonio Stoppani, in cui si presupponeva la cognizione del Bel Paese (1876), attraverso la conoscenza della sede e degli ambienti italiani, ove innegabile fu il complesso legame fra rapporto topografico e campo sociale.
L’approdo in tal direzione deriva inoltre in concomitanza con la celebrazione del centenario del noto artista tedesco Joseph Beuys, in riferimento in particolare alle sue discussioni: Fondazione per la Rinascita dell’Agricoltura, tenutasi il 12 febbraio 1978, a Pescara, e Difesa Della Natura, avvenuta il 13 maggio del 1984, a Bolognano, in Abruzzo, nella tenute di Lucrezia De Domizio Durini, in cui avverrà la prima piantumazione della quercia italiana, anticipando il lavoro delle 7000 Eichen di Kassel. È la biografia medesima di Joseph Beuys a confermare l’ontologia del progetto espositivo: l’artista prima di istituire il suo manifesto e farsi conoscere per l’eredità artistica a lui consacrata, trascorse circa un anno tra il 1956 e il 1957, nella fattoria di amici collezionisti, i fratelli Franz Joseph e Hans Van Der Grinten, prendendosi cura di 15 vacche e 20 maiali. Un percorso terapeutico intrapreso per alleviare il suo stato depressivo, sopraggiunto dopo l’esperienza della guerra e della vita accademica. Il titolo “L’ITALIA È UN GIARDINO“, prende proprio spunto dall’intervento conclusivo dell’artista tedesco Joseph Beuys a Bolognano nel 1984, in cui cita:
«Il nostro scopo è di trasformare in realtà una frase che fu famosa nello scorso secolo qui in Italia, e anche all’inizio di questo: i maestri in tutte le scuole dicevano ad ogni bambino nel paese: l’Italia è un giardino».
Al fine di descrivere e rendere manifesto le connotazioni fra il progetto quivi presentato e il luogo che lo ospita, in cui hanno sede gli ArchiViVitali, nella località di Bellano, situata sulle sponde orientali del lago di Como, ai piedi del gruppo montuoso della Grigna settentrionale, a ridosso fra la Valsassina e la Valtellina, introduce il percorso espositivo, la testimonianza etnografica e storiografica delle attività e delle tradizioni agricole e pastorizie legate al territorio, insieme al corredo di reperti, attrezzi e strumenti da lavoro ad esse dedicate, alcuni provenienti dall’eclettica collezione del Museo del Latte e della storia della Muggiasca di Vendrogno (LC), partner istituzionale del progetto.