Apre al pubblico la mostra “Custodi dell’Antico”
Un omaggio al patrimonio culturale durante il bicentenario del Museo Egizio di Torino
Ha aperto le sue porte una mostra straordinaria che fonde la ricchezza del patrimonio artistico con la memoria storica: “Custodi dell’Antico. Opere dell’Egizio e altri tesori al Castello di Agliè durante la seconda guerra mondiale”. Curata da Alessandra Gallo Orsi ed Elisabetta Silvello, con il coordinamento scientifico di Filippo Masino e supportata da importanti istituzioni come il Museo Egizio e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, l’esposizione racconta una pagina poco conosciuta ma cruciale della storia italiana.
Questo evento, organizzato in occasione del bicentenario del Museo Egizio di Torino, non è solo un tuffo nel passato: è un tributo al ruolo delle opere d’arte come custodi della nostra identità culturale e simbolo di resilienza.
La storia dietro la mostra: arte salvaguardata dalle ombre della guerra
La mostra al Castello di Agliè, iconica residenza sabauda immersa nel Canavese, fa rivivere un intreccio di vicende che risalgono agli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale. Fu proprio in questo periodo buio che le sale del castello vennero scelte come rifugio sicuro per straordinari tesori artistici e culturali custoditi nei musei torinesi, al riparo dalle incursioni aeree e dalle devastazioni belliche.
Negli anni ‘40, mentre la guerra si intensificava, la protezione delle opere d’arte diventò una priorità assoluta per l’intero Paese. Così, in parallelo all’acuirsi dei bombardamenti, si approntarono piani d’emergenza volti a mettere al sicuro le opere mobili del Piemonte in luoghi ritenuti strategicamente più sicuri. Tra questi, il Castello di Agliè, grazie alla sua posizione relativamente isolata ma facilmente raggiungibile, rappresentò un punto chiave nel piano di salvaguardia.
Un viaggio tra casse sigillate e tesori inestimabili
Dall’inizio del 1943, il Castello di Agliè divenne il fulcro di un’operazione di evacuazione artistica senza precedenti. Qui furono trasferiti manufatti preziosissimi, fra cui dipinti, sculture, mobili di valore, tappeti e documenti storici. Tra le opere più importanti che trovarono rifugio figurano:
- Dipinti della Pinacoteca Albertina,
- Gli arazzi e le preziose collezioni della Galleria Sabauda,
- Le testimonianze custodite nei Musei civici torinesi,
- Antichi volumi della Biblioteca Reale,
- Oggetti dell’Armeria Reale,
…e persino 302 casse del Museo Egizio di Torino, contenenti reperti definiti “unici o rarissimi.” Tra questi, si distingue il corredo funerario della celebre tomba di Kha e Merit, capolavoro che ancora oggi affascina studiosi e visitatori da tutto il mondo.
Il Castello di Agliè: da dimora storica a scrigno del sapere
Attraverso un prezioso corpus di fotografie d’epoca, conservato nell’archivio della Soprintendenza Archeologia, possiamo rivivere l’effettivo utilizzo degli ambienti del castello negli anni della guerra. Le casse contenenti i tesori artistici furono sistemate ovunque: dalle sale di rappresentanza agli angoli più discreti, come il cosiddetto “Ospedaletto” e le stanze del secondo piano.
Grazie a questa esposizione, visitare il Castello di Agliè oggi significa immergersi nella sua trasformazione durante gli anni della minaccia bellica, scoprendo come diventò non solo un rifugio per le opere d’arte, ma anche un simbolo di speranza e di protezione del patrimonio culturale.
Un percorso immersivo e multisensoriale
Il viaggio nella mostra “Custodi dell’Antico” comincia con un’emozionante proiezione video intitolata “Custodia: Proteggere il patrimonio culturale dalla seconda guerra mondiale ad oggi”. Qui il pubblico potrà scoprire testimonianze inedite degli anni cruciali in cui si organizzò il salvataggio delle opere, grazie a filmati storici dell’Archivio Storico Istituto Luce, documenti riservati e immagini d’epoca.
Il video approfondisce, inoltre, il ruolo svolto attualmente dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dalla Task Force italiana “Unite4Heritage” (oggi Caschi Blu della Cultura). Si tratta di un corpo specializzato, istituito nel 2016, che rappresenta il primo esperimento al mondo di intervento per la salvaguardia dei beni culturali in contesti di crisi.
Sezione speciale: il Museo Egizio al Castello di Agliè
All’interno del percorso espositivo spicca la sala dedicata alle opere del Museo Egizio, che omaggia almeno una parte dei tesori che trovarono ricovero nel castello durante la guerra. Accanto a queste testimonianze, una sezione intitolata “La passione per l’antico di Carlo Felice e Maria Cristina” svela l’amore di Carlo Felice di Savoia e della sua consorte per l’archeologia.
Grazie a questa passione, nel XIX secolo, Carlo Felice acquistò i primi nuclei della collezione del Museo Egizio e avviò campagne di scavo nei siti di Tuscolo e Veio. I reperti trovati furono poi trasferiti e custoditi proprio al Castello di Agliè, che rappresenta, ancora oggi, un “museo nel museo”.
Il valore culturale del salvataggio: una lezione per le nuove generazioni
Oltre a raccontare il passato, la mostra pone una forte enfasi sull’importanza della custodia e salvaguardia del patrimonio artistico, anche in tempi di pace. Infatti, negli ultimi decenni, l’attenzione verso il pericolo rappresentato da calamità naturali, conflitti armati o furti è aumentata sensibilmente.
Eventi come la distruzione del museo di Baghdad o le stragi culturali perpetrate da Daesh in Medio Oriente hanno sensibilizzato l’opinione pubblica e richiamato governi e istituzioni alla necessità di agire per la protezione delle opere d’arte, tesoro prezioso per l’intera umanità.
Questa consapevolezza ha dato il via a programmi educativi, come quello presente all’interno dell’esposizione, che coinvolge le scuole primarie e secondarie, sensibilizzando le nuove generazioni verso il valore del nostro patrimonio culturale.
Un evento da non perdere: dettagli e informazioni
La mostra “Custodi dell’Antico” sarà visitabile fino al 2 marzo 2025, negli orari di apertura del Castello di Agliè. L’esposizione include, inoltre, un ricco programma di attività, tra cui laboratori didattici e un convegno finale, in collaborazione con l’Università di Torino e le forze specializzate del Nucleo Carabinieri.