Annunciati i documentari in concorso del SalinaDocFest, il Festival internazionale del documentario narrativo fondato e diretto da Giovanna Taviani, giunto alla sua XIV edizione, incentrato quest’anno sul tema Giovani/L’età Giovane.
La XIV edizione del festival avrà un’anteprima romanadal 18 al 20 settembre all’orto Botanico, nell’isola verde della capitale, per poi spostarsi dal 24 al 26 settembre a Salina.
Saranno 6 i documentari in concorso con 2 le anteprime mondiali. Un filo rosso unisce tutti i film in selezione per riflettere a partire da approcci registici tra loro complementari su quell’età giovane che è al centro del tema dei lavori in concorso quest’anno. Dalla Francia alla Palestina, arrivano gli sguardi inediti di alcuni dei cineasti più sorprendenti del nostro panorama cinematografico.
Un’edizione che vede i giovani protagonisti anche come giurati. Sarà infatti un gruppo selezionato di studenti eoliani e palermitani, ad assegnare il Premio Signum del Pubblico. A fare da giurati gli allievi dell’ultimo anno dell’Istituto Isa Conti, Eller Vainicher di Lipari e della scuola Maria Adelaide di Palermo in collaborazione con l’Associazione Culturale Officina Immagine. Il Premio Tasca d’Oro al Miglior documentario in concorso sarà invece assegnato dalla Giuria composta da Jasmine Trinca, Richard Copans e Catherine Bizern.
Il primo doc. in concorso è One More Jump di Emanuele Gerosa girato fra Italia Svizzera e Libano. Jehad e Abdallah sono due ragazzi palestinesi, nati e cresciuti insieme nella Striscia di Gaza. Nel 2005 hanno fondato il Gaza Parkour Team per dare alle nuove generazioni un’alternativa alla guerra. Dopo essere riuscito a scappare, oggi Abdallah vive in una casa abbandonata in Italia come rifugiato politico, non trova lavoro e riesce a malapena a sopravvivere. Jehad è ancora intrappolato nella Striscia, si prende cura dei genitori malati e guida da solo la squadra, nella terribile situazione politica di Gaza. Non si parlano ormai da anni: Jehad non ha mai perdonato Abdallah per averlo lasciato indietro. Nonostante la sua scarsa forma, come tentativo disperato di realizzare il suo sogno, Abdallah decide di partecipare a una competizione internazionale di parkour. Jehad capisce che non c’è futuro nella Striscia e chiede un visto per cambiare il suo destino. La loro amicizia è stata spezzata dalle scelte passate, ciò nonostante i loro destini si rispecchiano l’uno nell’altro. Oggi più che mai devono scoprire se esista la strada che conduce alla libertà chi, come loro, è nato in una prigione.
Il Caso Braibanti di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese in anteprima romana, rievoca un clamoroso scandalo giudiziario dell’Italia del ‘900. Nel 1968 Aldo Braibanti, ex partigiano, poeta e artista sperimentale, venne accusato dalla famiglia del suo giovane compagno di averlo “plagiato” per costringerlo ad avere rapporti omosessuali. Intervennero in sua difesa Pasolini, Morante, Maraini, Pannella, Eco e molti altri. Braibanti venne incredibilmente condannato a nove anni di reclusione, mentre il suo compagno fu ricoverato in manicomio, dove subì ben 40 elettrochoc. Il documentario selezionato alla 56 Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, ha vinto il premio del pubblico, “Premio Cinema in Piazza”.
Fuoritutto di Gianluca Matarrese girato tra Italia e Francia in anteprima romana. Fondata negli anni ’70, la cooperativa di calzature Togo contava una trentina di punti vendita tra Torino e provincia. Fino al 2012, quando quel sogno e quell’impero hanno iniziato a sgretolarsi. Oggi restano due negozi e 450 mila euro di debiti. Ogni mattina i genitori e la sorella del regista si svegliano non sapendo cosa inventarsi per andare avanti. Gianluca è l’unico che ha scelto un’altra strada, quella del cinema e della televisione, a Parigi. Per anni si è tenuto a distanza, concentrato sulla sua professione, e quando si è accorto del disastro era già troppo tardi, li ha raggiunti e, con il pretesto di girare il suo primo documentario sull’Italia in crisi, ha assistito prima divertito, poi sgomento, all’esplosione dei malesseri che per anni aveva fatto finta non esistessero. Il crollo economico nasconde ben altri fallimenti.
In anteprima mondiale sarà presentato Movida di Alessandro Padovani. Dei bambini giocano alla guerra tra le case abbandonate di un paese di montagna. Gli adolescenti Tommaso e Riccardo costruiscono un triciclo a motore, passando l’estate con altri ragazzi tra parcheggi e capannoni abbandonati. Lorenzo ha la stessa età ed è il figlio di un pastore transumante, però non vorrebbe continuare il mestiere del padre, ma passare un’estate come i suoi coetanei. Il bellunese è una delle tante province italiane che si sta spopolando. Movida lo racconta attraverso lo sguardo di bambini e ragazzi che lo abitano. L’altraanteprima mondiale della kermesse sarà Blocconove di Michele Silva, Federico Ferfel e Léa Delbés. Miriam e Kevin vivono la loro storia d’amore. Miriam ha 20 anni ed è di origini napoletane, Kevin, 17 anni, ha il fisico da atleta, è nato a Niguarda ma dentro si sente palermitano, come tutta la sua famiglia, e ha un unico sogno: diventare calciatore. Per chi come lui è cresciuto alle Case Rosse di Niguarda, un futuro di fama e ricchezza è l’unico vero modo per andarsene a testa alta. Alla fine dell’estate Kevin è costretto a lasciare il quartiere e con l’autunno si apre un nuovo capitolo verso l’età adulta. Kevin è concentrato sul proprio obiettivo, Miriam con un percorso interiore prova a superare il suo blocco, l’ansia che le rende impossibile allontanarsi dal quartiere da sola. La Nostra Strada di Pierfrancesco Li Donni in anteprima romana. Daniel e Desirée frequentano l’ultimo anno della scuola media Bonfiglio, a Palermo. I loro pomeriggi sono quasi sempre fughe lontano dal quartiere e prove generali della vita adulta. Giovanni, il loro professore di italiano, sa che l’ultimo anno delle medie potrebbe essere l’ultimo tra i banchi di scuola. Intanto Daniel e Desirée hanno voglia di diventare grandi. In classe insieme a loro altri 15 ragazzi. Vivono in simbiosi con il quartiere di Palermo. Si muovono spesso da una casa all’altra, sia essa di un compagno o di una zia, di un amico o di un parente lontano. Quando fa bel tempo, invece, stanno fuori perdendo i giorni e immaginando fughe lontano dal rione o da un’età anagrafica che sta loro stretta. Il regista prova a ritrovare un dialogo con la propria città natale, in quella parte che sembra essersi fermata nel tempo.
Il SalinaDocFest diretto da Giovanna Taviani è realizzato con il sostegno di Banca del Fucino – Gruppo Bancario Igea Banca, è entrato nel 2011 nel Calendario dei Grandi Eventi della Regione Sicilia, nel 2019 è stato realizzato con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – MiBACT, con il contributo della Regione Siciliana, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo – Sicilia FilmCommission, nell’ambito del progetto “Sensi Contemporanei”, con il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.
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