Andrea Loreni è il protagonista del primo dialogo de LA VIA SELVATICA, un progetto curato da Matteo Caccia
Con il funambolo da grandi altezze Andrea Loreni inizia il 12 settembre “La via selvatica”, il progetto curato da Matteo Caccia e proposto dalla Famiglia Ceretto, composto da 12 dialoghi che faranno emergere le esperienze profonde dei protagonisti.
Il progetto vuole essere un percorso che dia voce alla natura selvatica e autentica, alle sue regole immutabili, alla sua ostinata capacità di ripetersi, alla sua ricerca di un’armonia smarrita, di un equilibrio virtuoso in cui l’uomo sia capace di interagire con rispetto nella consapevolezza che la vera protagonista è la natura. E anche fare il vino è parte di questa via selvatica perché come dice Bruno Ceretto: “La nostra strada è segnata dal rispetto della qualità che significa rispetto della natura. Con orgoglio ricordo il cammino intrapreso grazie a mio nipote Alessandro che ci ha portati oltre 10 anni fa ad affrontare il biologico e il biodinamico. L’agricoltura sostenibile è stata per noi un nuovo punto di partenza, una nuova sfida che ci dà oggi risultati entusiasmanti, producendo un vino sano, buono e capace di esprimere al meglio questo territorio in termini di sfumature non convenzionali. Proteggere la terra con il nostro lavoro quotidiano è il nostro impegno verso le prossime generazioni per indicare un modo diverso di fare vino e fare la differenza”.
Il primo dialogo di questo percorso lungo un anno avrà per protagonista il funambolo Andrea Loreni. “Quando Andrea Loreni cammina sul cavo si porta con sé ognuno di noi. Non è solo un funambolo è un uomo che cerca la via più ostinata alla verità, senza paura, senza infingimenti. Ecco perché iniziamo con lui il percorso della Via Selvatica, perché ci da la direzione e la giusta postura” presenta così Matteo Caccia il protagonista della conversazione che si intitola “Tenere a bada la paura”, trasmessa il 12 settembre sul sito www.ceretto.com
“Mentre cammino sul cavo lascio andare i pensieri e mi affido alla parte più selvatica e autentica di me, quella che mi permette risposte immediate, nel senso di istantanee e non mediate, perché in diretto contatto con il contesto, capace di fondersi con il cielo e l’acciaio, senza distinzione, di muoversi in armonia con ciò che mi circonda, accogliendo ciò che c’è, paura compresa.” Commenta Andrea Loreni.
Andrea Loreni, torinese classe 1975, unico funambolo italiano specializzato in traversate a grandi altezze. Negli anni Novanta si laurea in Filosofia teoretica presso l’Università di Torino, inizia a praticare teatro di strada e ad approfondire le arti di strada alla Scuola FLIC della stessa città, per poi specializzarsi in tecniche di circo contemporaneo al Circus Space di Londra. Ha stabilito il record italiano di camminata su cavo (250 metri di lunghezza, a un’altezza di 90 metri da terra), tra i colli di Penna e Billi in Romagna. Tra le sue imprese più spettacolari: una traversata di 220 metri sul fiume Adda, una traversata con un’altezza massima di 160 metri tra i picchi di Rocca Sbarua (Torino), una traversata a 26° di inclinazione – da 0 a 30 metri – a Lodi. È formatore per atenei e aziende, cui propone laboratori teorici ed esperienziali sulla gestione del disequilibrio, del cambiamento e sull’accoglienza della paura del rischio. È anche formatore del gruppo italiano di funamboli che partecipa all’evento Wires Crossed a Galway in agosto 2020. Ospite di diverse trasmissioni televisive, tra cui Vertigo gli abissi dell’anima, SuperQuark Speciale Equilibrio e ITTEQ! (Japan TV), protagonista del video musicale di Niccolò Fabi per la canzone “Solo un uomo e funambolo su cavo infuocato” nella scena finale del film di Matteo Garrone “Il Racconto dei Racconti”, è inoltre autore di “Zen e funambolismo” e di “Breve corso di funambolismo per chi cammina col vento. Sette passi per attraversare la vita”.
Con “La via selvatica” un funambolo, un paesaggista, una lupologa, un allenatore sportivo, un musicista, ma anche una chef, un meteorologo, una scrittrice, uno storico, un navigatore, un semiologo e un esploratore, in un percorso lungo un anno, riveleranno l’essenza più autentica dell’uomo, necessaria per essere nuovamente capaci di ascoltare la natura e vivere in equilibrio con essa.
Scenario di questi dialoghi i luoghi intatti e autentici all’interno dei territori Ceretto – dalle vigne, al ristorante Piazza Duomo, alla Cappella del Barolo, alla Casa d’artista, passando per le cantine della Tenuta Monsordo Bernardina e Bricco Rocche – sintesi di cura e valorizzazione del territorio.
I primi interventi saranno trasmessi e resi fruibili online (dal 12 settembre, ogni 12 del mese su www.ceretto.com), e a partire dal 2021 il pubblico potrà finalmente assistere dal vivo agli incontri.
La conclusione del progetto avverrà con un’esperienza a 4 mani con gli chef Ana Roš ed Enrico Crippa, impegnati a far scoprire il lato più selvatico della loro cucina.
Calendario dei successivi appuntamenti:
12 ottobre: Paolo Pejrone, Paesaggista
La natura si riprende gli spazi
Portare a casa la natura e lasciare alla natura la nostra casa. Perché non possiamo fare a meno di costruire giardini e addobbare terrazzi, per tenerci vicino il mondo vegetale.
12 novembre: Mauro Berruto, Allenatore sportivo
Allenare la mente
Se è vero che usiamo solo una piccola parte del potenziale della nostra mente è vero anche che il segreto è imparare a metterla al nostro servizio e non disperdere quelle energie che il nostro corpo potrebbe sfruttare.
12 dicembre: Ana Roš, Chef
Prime materie prime
La coltivazione, la raccolta, l’allevamento e la trasformazione. Come la maestria di una grande chef addomestica le materie prime sulla tavola.
12 gennaio: Emilio Previtali, Esploratore
Il lato nascosto e selvaggio di ognuno
Dal Nanga Parbat alle colline dietro casa. Esplorare ha a che fare con il liberare l’istinto della scoperta.
12 febbraio: Ambrogio Beccaria, Navigatore
Burrasche e calme
In mezzo all’acqua e al vento. Navigare i mari del mondo rimanendo vicini alla parte più selvaggia di sé.
12 marzo: Luca Mercalli, Meteorologo
La furia e la dolcezza del clima
Siamo abituati a vivere in un unico costante microclima: riscaldato in inverno. Rinfrescato in estate. Ma il clima sta cambiando e ci obbligherà ad essere più onesti con noi e con lui.
12aprile: Mia Canestrini, Lupologa
Il ritorno dei lupi
I lupi sono tornati, o forse non se ne sono mai andati. Ce ne siamo accorti quando noi uomini abbiamo iniziato a disinteressarcene lasciando liberi e intatti gli spazi che i lupi si sono ripresi.
12 maggio: Nadia Terranova, Scrittrice
La scrittura selvaggia, da Pavese a…
Scrivere è un gesto solitario e selvaggio che deve infrangere le regole del civico pudore per liberare la sua energia. Scrivere è non essere domestici.
12 giugno: Franco Cardini, Storico
Il territorio e la sua storia
La storia ci insegna qualcosa? La storia delle religioni ci racconta chi siamo? Addomesticare il passato per comprendere un presente che spesso ci sfugge.
12 luglio: Tommy Kuti, Musicista
La musica non addomesticata
Il Rap, la musica delle periferie, la voce di chi non aveva voce. Come le parole cesellate e incastonate in rime e versi liberano forze nuove in chi le ascolta.
12 settembre: Stefano Bartezzaghi, Semiologo
“Salvatico è chi si salva” (Leonardo da Vinci).
La lingua cresce in noi spontanea, coi suoi frutti, i fiori, i rovi, i veleni. Cultura, o coltura, è provarsi a ordinare la selva senza sradicarla e senza rinunciare all’energia che la origina.
Il Gruppo Ceretto è un’azienda familiare che ha le sue radici in un territorio di rara bellezza come quello delle Langhe, e da tre quarti di secolo unisce alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano la promozione dell’arte.
Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultare il sito www.ceretto.com