ALLA RICERCA DI ORFEO: al Teatro Argentina fra musica e parole, da Monteverdi a Berio, da Ovidio alla Duffy, il mito di Orfeo rivive con il racconto di Laura Torelli e l’ensemble strumentale L’Astrée
Musica e parola insieme, nella serata che l’Accademia Filarmonica Romana presenta al Teatro Argentina giovedì 5 marzo (ore 21). Alla ricerca di Orfeo – questo il titolo – prende spunto dal mito di Orfeo, che nel corso di secoli ha ispirato la fantasia di artisti e letterati, musicisti e drammaturghi, dall’antichità ai giorni nostri. “Un Mito è come un piccolo specchio: possiamo estrarlo dalla tasca e interrogarlo in ogni epoca, e fino a quando avrà qualcosa da dirci vorrà dire che la sua forza vitale non si è esaurita, o forse fino a quando siamo capaci di interrogarlo e dargli un nuovo senso, siamo noi ad essere ancora vivi”. Ne sono convinti l’attrice Laura Torelli, voce recitante sul palco dell’Argentina, e Giorgio Tabacco alla guida dell’ensemble L’Astrée, formazione torinese che nel 2021 festeggia trent’anni di attività, specializzata nel repertorio sei-settecentesco che impiega strumenti antichi originali o copie ad essi conformi.
La figura di Orfeo evoca immediatamente il legame tra parola, musica, amore e morte, e con la poesia ha un rapporto esclusivo testimoniato da innumerevoli opere letterarie dall’antichità sino all’epoca contemporanea. Ma Orfeo è anche uno dei padri della musica; i suoni emanati dalla sua lira potenziano il canto poetico della sua voce e creano un effetto di grande suggestione su chi li ascolta congiuntamente. Moltissimi sono gli artisti che si sono ispirati al mito di Orfeo: da Monteverdi a Gluck, da Haydn a Roberto Vecchioni, da Poliziano a Rilke, da Pavese a Carol Ann Duffy, da Bufalino al Buzzati di Poema a fumetti. Numerose sono poi le trasposizioni pittoriche e scultoree, tra le tante: il Paesaggio con Orfeo ed Euridice di Nicolas Poussin, le due statue di Orfeo ed Euridice scolpite da Antonio Canova, lo straordinario quadro di Gustave Moreau Orfeo sulla tomba di Euridice, il capolavoro di John William Watherhouse Le Ninfe ritrovano la testa di Orfeo…
“Con questo lavoro – spiega Giorgio Tabacco – abbiamo dunque voluto provare a restituire parte delle trasformazioni, degli echi, delle domande che il mito di Orfeo ha saputo suscitare nelle diverse epoche e per farlo abbiamo scelto quelle musiche e quelle parole che raccontano la storia, rendendola ogni volta nuova, grazie alla bellezza e alla capacità di evocazione”. Nell’arco della serata, ampia la varietà di riproposizioni e stati d’animo, attraverso un percorso che partendo dalla classicità (con letture da Ovidio, Angelo Poliziano, Alessandro Striggio e Giovan Battista Marino, alternate e sovrapposte a musiche di Claudio Monteverdi e Arcangelo Corelli), approda a un vasto territorio moderno e contemporaneo (da Rainer Maria Rilke a Carol Ann Duffy passando per Cesare Pavese con musiche di Antonio Vivaldi, Christoph W. Gluck e Luciano Berio), dove la favola di Orfeo ed Euridice riesce ancora a sorprendere e a emozionare lo spettatore di oggi per la sua attualità che sfocia a tratti (come nel caso del testo della poetessa e drammaturga scozzese Duffy) in illuminante e graffiante ironia.
Il concerto si inserisce nel ciclo di concerti della Filarmonica Romana “La musica da camera dal barocco alla contemporanea” promosso dalla Regione Lazio.