Al via la mostra "Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo" Al via la mostra "Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo"
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Al via la mostra “Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo”

Al via la mostra "Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo" Al via la mostra "Sergei Vasiliev: Russian Criminal Tattoo" In occasione dell’apertura della sua nuova sede, ONO arte presenta la mostra Sergei Vasiliev – Russian Criminal Tattoo una personale del fotografo Sergei Vasiliev dedicata ad una delle sue serie più famose – quella sui tatuaggi dei detenuti delle carceri russe – che è a tutti gli effetti una storia della Russia dagli anni Settanta alla fine dell’era Sovietica raccontata sulla pelle dei suoi cittadini. La mostra è realizzata in collaborazione con l’associazione Amici dell’Ermitage e Francesco Bigazzi.

I tattoo dei criminali sono simboli sbiaditi di una vita dedicata al sangue, alla violenza e come nella tradizione di quest’arte sono portatori di un codice ben definito ed accessibile a pochi. Lontano da essere una variegata collezione di disegni e scritte, ogni tatuaggio ha il suo significato e, per chi li sa codificare, possono essere letti come una sorta curriculum vitae. Queste immagini, a volte inquietanti, altre tragiche o irridenti, sono state scattate da Vasiliev che eccezionalmente ottenne l’accesso a più di 30 delle prigioni più dure della Russia in un periodo di oltre 40 anni, che tocca il suo apice negli anni ‘80. Gli uomini nelle foto sono tutti membri di gang, rinchiusi per una varietà di crimini tra cui furto, racket e omicidio: un pugnale al collo significa che il soggetto ha ucciso e avrebbe ucciso di nuovo al giusto prezzo (il numero di gocce di sangue sulla lama indica il numero di omicidi che ha commesso), mentre una rosa sulla spalla significa che ha compiuto 18 anni in prigione.

I bianchi e neri di Vasiliev, e la sua cifra stilistica, raccontano per immagini un mondo nel quale l’isolamento delle persone più che fisico era spesso soprattutto mentale.

I tatuaggi criminali hanno, oramai da anni, iniziato a destare interesse e ad influenzare fotografi, registi, scrittori e, più in generale, i creativi occidentali e al tempo stesso hanno riportato alla luce un aspetto della Russia e del suo mondo criminale rimasto segreto almeno fino alla fine dell’Unione Sovietica. Sono infatti a tutti gli effetti un aspetto culturale che contraddistingue il mondo russo, in cui la pelle era forse l’unica vera proprietà privata, e rispecchiano il passaggio non indolore dall’Unione Sovietica alla moderna Russia.

Sergei Vasiliev è nato nel 1937 a Chelyabinsk, in Russia. Dopo essersi diplomato alla MVD Academy di Mosca, è entrato nello staff fotografico del giornale “Vecherny Chelyabinsk”, giornale per il quale ha lavorato negli ultimi trent’anni. Contemporaneamente lavora come secondino nel carcere della città, carcere nel quale scatterà alcune delle fotografie che fanno parte della raccolta “Russian Criminal Tatto”, probabilmente una delle sue serie più famose, assieme a quelle dedicate ai bagni turchi e le piscine per i parti in acqua. Ha ricevuto molte onorificenze tra cui International Master of Press Photography dall’International Organization of Photo Journalists (Praga, 1985), Honored Worker of Arts of Russia e il Golden Eye Prize. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale ed è ospitato in numerose collezioni pubbliche e private tra cui Saatchi.

La mostra (10 settembre – 31 ottobre) si compone di 40 scatti vintage realizzati e stampati tra il 1987 e il 1989. Ingresso libero.

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