Al Teatro Florida la rassegna “Materia Prima”
MATERIA PRIMA è un festival organizzato da Murmuris, luogo di confronto tra artisti e pubblico, spazio di dialogo tra le produzioni più significative del panorama non solo nazionale. Sul palco del Teatro Cantiere Florida dal 7 marzo al 13 aprile, la sesta edizione del festival ospiterà cinque tra gli spettacoli più interessanti del 2019 teatrale, una produzione israelo-palestinese in collaborazione con Middle East Now Festival 2019, approfondimenti e incontri con il pubblico, laboratori di formazione, occasioni di confronto con le altre residenze teatrali italiane, una produzione realizzata in collaborazione con Attodue.
Tra i registi della sesta edizione: Giorgio Barberio Corsetti, Roberto Latini, Stefano Cordella, Marta Cuscunà, Emiliano Pergolari; Concita De Gregorio e Massimo Sgorbani tra gli autori; PierGiuseppe Di Tanno (Premio Ubu miglior attore under 35), Gaia Saitta, Cinzia Spanò e Francesco Errico tra gli attori. MATERIA PRIMA racconterà vicende di cronaca, miti, drammaturgie classiche e nuovi autori attraverso i più diversi linguaggi della scena.
giovedì 7 marzo, ore 21.00
GAIA SAITTA | GIORGIO BARBERIO CORSETTI
MI SA CHE FUORI È PRIMAVERA
un progetto di Giorgio Barberio Corsetti e Gaia Saitta
testo Concita de Gregorio
adattamento teatrale Gaia Saitta
regia Giorgio Barberio Corsetti
scene Giuliana Rienzi
video Igor Renzetti
suono Tom Daniels
luci Marco Giusti
costumi Frédérick Denis
produzione Fattore k.
co-produzione Festival Quartieri dell’Arte, Fondazione Odyssea, Forteresse asbl
in collaborazione con Collectif If Human
La storia di Irina Lucidi è tristemente nota alla cronaca. Irina è una donna alla quale un giorno vengono sottratte dal marito le due figlie gemelle di sei anni. L’uomo si uccide e le bambine non saranno mai più ritrovate. Cinque anni dopo la tragedia, Irina Lucidi decide di raccontare la sua storia alla giornalista e scrittrice Concita De Gregorio. Dalla toccante testimonianza di Irina nasce Mi sa che fuori è primavera, libro denso e delicato della De Gregorio.
Di fronte alla perdita delle figlie, in un perenne stato di assedio come lo definisce lei stessa, Irina racconta come si ritrovi a sopravvivere alla sua vita di dopo, senza cedere alla tentazione di sparire lei stessa. All’apice del dolore Irina incontra e sceglie una nuova possibilità di amare ancora. La resistenza di Irina è un atto di amore. Ci troviamo di fronte ad un superbo ritratto di una donna dei nostri giorni che, di fronte a un’esperienza che porta i tratti antichi della tragedia greca, riesce a ricucire i pezzi della sua vita e di sé stessa. Gaia Saitta e Giorgio Barberio Corsetti propongono la versione teatrale e partecipativa del libro. In scena, la nostra Irina — interpretata da Gaia — ritrova tra il pubblico i personaggi principali della storia della sua vita. Indagine in diretta e poesia intima avanzano in parallelo, con la complicità di un pubblico che diventa protagonista della rappresentazione per una sera.
giovedì 14 marzo, ore 21.00
FORTEBRACCIO TEATRO
SEI. E DUNQUE, PERCHÉ SI FA MERAVIGLIA DI NOI?
da Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello
drammaturgia e regia Roberto Latini
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
assistente alla regia Alessandro Porcu
consulenza tecnica Luca Baldini
collaborazione tecnica Daria Grispino
con PierGiuseppe Di Tanno
produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il contributo di MiBACT, Regione Emilia-Romagna
«Torniamo a Pirandello proseguendo da Goldoni. Dopo Il teatro comico, preceduto dal Quartett di Heiner Müller, idealmente proiettati nella riflessione che il teatro contemporaneo aggiunge al suo stesso percorso, fatalmente, inevitabilmente, restiamo nella coscienza del teatro, in un teatro che ammette sé stesso e che diventa insieme al mezzo, il fine, contemporaneamente. Quanto ci viene dal Novecento, sento essere fondamentalmente nella consapevolezza del sipario che si apre, di tutti i sipari che abbiamo aggiunto nelle drammaturgie, dinamiche e occasioni sceniche del teatro che abbiamo definito contemporaneo.
Presentiamo una nuova tappa di questo percorso, in un lavoro decostruito da Sei personaggi in cerca d’autore e nella sensibilità di un solo attore in scena: PierGiuseppe Di Tanno, che avevo già scelto tra quasi 500 candidati under 35 per un laboratorio/produzione organizzato la scorsa primavera dal festival Orizzonti di Chiusi. Quel progetto è naufragato per l’ottimismo pericoloso del direttore artistico e per l’incoscienza desolante degli amministratori locali. PierGiuseppe è stato il primo che ho scelto, insieme ad altri 7 a cui idealmente vorrei dedicare tutta la fase del lavoro, per quanto mancato, per quanto sospeso, per quanto violentemente interrotto. Sono molto felice, artisticamente e quindi politicamente, di questa occasione, che non potrà certamente supplire all’altro futuro mancato, ma sono certo possa riammetterci al presente sospeso. Lo facciamo tentando una drammaturgia in forma di scrittura scenica attraversando la condizione metateatrale dei sei personaggi pirandelliani, e per incontrarli nell’epifanica smania che li porta in scena. La reclamanza, l’urgenza, insieme alla resistenza al palcoscenico, sono la condizione intorno alla quale e dalla quale mi sento di voler muovere. Quanto tenteremo di fissare, trattenere, sappiamo già essere nella delicatezza del poco e del niente. Questo è davvero quello che mi interessa». Roberto Latini
giovedì 21 marzo, ore 21.00
TRENTOSPETTACOLI
LO SOFFIA IL CIELO
Un atto d’amore
uno spettacolo tratto da Angelo della gravità e Le cose sottili dell’aria di Massimo Sgorbani
con Cinzia Spanò e Francesco Errico
disegno luci e spazio scenico Giuliano Almerighi
sound design Gianluca Agostini
costumi Stefania Coretti
grafica Giulio Pierrottet
organizzazione Daniele Filosi
drammaturgia e regia Stefano Cordella
una produzione TrentoSpettacoli
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Centro Servizi Culturali Santa Chiara – Trento, Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia Autonoma di Trento
selezione premio InBox 2018
Lo soffia il cielo. Un atto d’amore è una drammaturgia che prende vita da Le cose sottili nell’aria e Angelo della gravità, due testi di Massimo Sgorbani, uno degli autori e drammaturghi più rilevanti in Italia. In questo adattamento i protagonisti del testo sono una Madre e un Figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini. Lei chiusa in casa e teledipendente, lui considerato “strano” e con grosse difficoltà relazionali. Entrambi si creano il proprio mondo per sopravvivere in una società totalmente “alienata” in cui gli affetti sono condizionati dall’invasione mediatica e la comunicazione viene filtrata. I due sfogano le proprie frustrazioni attraverso monologhi intrecciati, nei quali vengono svelate le drammatiche conseguenze del bisogno d’amore del figlio, vittima anche di un lento e inesorabile “distacco” della madre che guarda al passato con rabbia e disincanto.
Lo spettacolo vuole essere uno specchio della condizione attuale di molte famiglie sempre più chiuse nel proprio guscio, escluse da una società ancora spaventata dalle diversità. Il rischio è quello di finire in un circolo perverso apparentemente senza via d’uscita, che spesso sfocia in tragici atti di violenza. Madre e Figlio chiedono di essere guardati, considerati anche solo per un attimo da una società che li ha messi da parte, e nella loro disperazione tragicomica diventano prepotentemente simbolo dell’universale necessità di essere amati.
giovedì 28 marzo, ore 21.00
MARTA CUSCUNÀ
IL CANTO DELLA CADUTA
Liberamente ispirato al mito del regno di Fanes
di e con Marta Cuscunà
progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani
assistente alla regia Marco Rogante
progettazione video Andrea Pizzalis
lighting design Claudio “Poldo” Parrino
esecuzione dal vivo luci, audio e video Marco Rogante
costruzioni metalliche Righi Franco Srl
partitura vocale Francesca Della Monica
assistente alla realizzazione animatronica Filippo Raschi
distribuzione Laura Marinelli
co-produzione Centrale Fies, CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Torino, São Luiz Teatro Municipal | Lisbona
in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas | Lisbona
residenze artistiche Centrale Fies, Dialoghi– Residenze delle arti performative a Villa Manin, São Luiz Teatro Municipal, La Corte Ospitale
con il contributo del Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale
sponsor tecnici: igus® innovazione con i tecnopolimeri, Marta s.r.l. forniture per l’industria
Marta Cuscunà fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies
Il mito di Fanes è una tradizione popolare dei Ladini, una piccola minoranza etnica che vive nelle valli centrali delle Dolomiti. È un ciclo epico e i suoi contenuti sono del tutto peculiari e diversi dagli altri miti ladini: il mito di Fanes, infatti, parla della fine del regno pacifico delle donne e l’inizio di una nuova epoca del dominio e della spada. È il canto nero della caduta nell’orrore della guerra.
La figura principale del racconto è Dolasilla, principessa dei Fanes, costretta da suo padre (chiamato “il falso re”), a diventare una Tjeduya: una guerriera. Ovvero la mano armata del potere. E sarà proprio questa scelta sciagurata del falso re, ossessionato dal possesso di ricchezze e dal potere sulle terre e sulle genti vicine, a causare la fine del regno matrilineare e del suo popolo. Il mito racconta che i pochi superstiti sono ancora nascosti nelle viscere della montagna insieme alla loro anziana regina, in attesa che ritorni il tempo d’oro della rinascita. Il tempo d’oro della pace in cui il popolo di Fanes potrà finalmente tornare alla vita.
«Mettere in scena Il canto della caduta significa raccontare la guerra cercando un modo per varcare i confini dell’irrappresentabilità dell’orrore che essa porta con sé. Nel primo spettacolo della trilogia sulle resistenze femminili, È bello vivere liberi!, ho sperimentato come il teatro visuale e i pupazzi potessero evocare l’orrore indicibile dei lager nazisti. Per questo nuovo progetto teatrale, vorrei cercare una strada simile per aprire le porte a un racconto diverso da quello a cui ci hanno assuefatto i telegiornali in cui la distruzione bellica è talmente esibita ed esposta da risultare ormai inoffensiva.Vorrei cercare di rendere visibile ciò che caratterizza i personaggi del mito e che porta alla nascita dell’ideologia della sopraffazione: il tradimento della natura umana e del proprio ruolo in favore della spada e del profitto individuale». Marta Cuscunà
Giovedì, 04 Aprile ore 21
I, DAREEN T.
in collaborazione con Middle East Now Festival 2019
uno spettacolo di Einat Weizman
regia di Nitzan Cohen
scritto da Dareen Tatour e Einat Weizman
video Nimrod Zin
musica Tamer Nafar e Itamar Zigler
scenografie Tal Arbiv
light design Nadav Barnea
Lo spettacolo I, Dareen T. è uno degli eventi speciali di MIDDLE EAST NOW 2019 festival di cinema e cultura contemporanea sul Medio Oriente Firenze, 02 – 07 Aprile 2018 www.middleastnow.it
I, Dareen T. è un documentario in forma di monologo teatrale basato sulla storia della poetessa palestinese Dareen Tatour, condannata dalle autorità israeliane per “incitamento alla violenza” a causa di una poesia e due post pubblicati su Facebook. Dareen ha quindi ingaggiato una lunga battaglia legale (nel corso della quale è stata agli arresti domiciliari) per dimostrare che la sua poesia e i suoi post costituivano una legittima protesta contro i crimini dell’occupazione israeliana. Nel maggio 2018 è stata condannata a 5 mesi di reclusione. Durante questa battaglia legale, Einat Weizman, un’attrice e attivista ebrea israeliana, ha incontrato Dareen e ha deciso di affiancarla. L’incontro tra le due ha portato a un’amicizia speciale dalla quale è nato lo spettacolo basato sulle memorie di Dareen scritte durante il periodo degli arresti domiciliari, sulle sue poesie, sui suoi pensieri intrecciati con i testi della stessa Einat. Anche Einat sta affrontando una battaglia contro la censura delle sue opere teatrali che da sempre cercano di portare in scena la narrativa palestinese. L’attrice, che dà corpo e voce alla poetessa permettendole di parlare attraverso di lei, usa la propria presenza come un canale per trasmettere la testimonianza di Dareen. Testimonianza di una doppia oppressione: quella del governo israeliano sul popolo palestinese, e quella della società patriarcale sulla donna. La narrativa di Dareen e quella di Einat si fondono permettendo di rendere più labile la linea di confine che le separa.
Sabato, 06 Aprile ore 21
MEMORY BOX
regia Emiliano Pergolari
con David Rinaldini, Matteo Ciccioli
scene e luci a cura di Emiliano Pergolari, David Rinaldini
progetto video a cura di Matteo Ciccioli, Emiliano Pergolari
produzione Coop. Ge. Ci. Te.(ZUT), Associazione ZoeTeatro
Un uomo dondola all’interno della sua tana, e ricorda…
Arriva un momento in cui vale la pena tracciare un bilancio, soppesare i successi e i fallimenti di una vita. Quest’uomo è lì, e dondola e medita, alla ricerca di quel momento unico che ha cambiato la sua vita e l’ha reso l’uomo che è ora. Che cosa rende quel ricordo immutabile? Soprattutto quel ricordo è reale? Se tra le sue sfumature si annidasse altro? Che cosa succederebbe a ognuno di noi se si trovasse il modo di modificare i propri ricordi, di giocare a piacimento con la propria memoria? Siamo partiti da Krapp, uno dei personaggi simbolo dell’opera beckettiana, un uomo, solo, coi suoi ricordi, le sue registrazioni e quel momento in cui tutto sarebbe potuto cambiare. Si sarebbe potuto tentare. Questa voltà però la stessa situazione diventa un esperimento pubblico, l’uomo e i suoi ricordi, l’uomo e i suoi fallimenti. La ricetta è dimenticare i propri dolori, immaginare un nuovo passato per un presente ed un futuro più sereni. Forse. Lo strumento è la tecnologia, il progresso, il futuro, sebbene, come sappiamo, è proprio dietro l’angolo, a un tiro di schioppo. Ce la farà il nostro eroe ad adeguarsi ai tempi?
Prenotazione obbligatoria.
Max 50 spettatori.
A corollario dello spettacolo la compagnia terrà un laboratorio di formazione per gli studenti dell’Isis Leonardo Da Vinci.
Evento speciale
Presso Riva Lofts Firenze in Via Baccio Bandinelli 98
Venerdì 12 e Sabato 13 Aprile ore 21
Giusto la fine del Mondo
di Jean Luc Lagarce
uno spettacolo Murmuris + Attodue
traduzione Franco Quadri
drammaturgia Simona Arrighi, Laura Croce
regia Simona Arrighi
cura Silvano Panichi
con Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri, Roberto Gioffrè, Riccardo Naldini
costumi Francesco Migliorini
organizzazione Elisa Bonini, Davide Grassi
produzione Attodue, Murmuris
con il sostegno di MIBACT, Regione Toscana
Giusto la fine del mondo è un testo immenso: sull’amore, sulla famiglia, sulla morte, sul coraggio, sul viaggio, sulla distanza, sul silenzio, sulla potenza della parola. Un uomo torna a casa, dalla sua famiglia, per comunicare che presto morirà. Se ne andrà senza averlo detto, ma l’incontro con la madre, la sorella, il fratello e la cognata, sarà per tutti l’occasione per rivelarsi. Così, tra ricordi sbiaditi, speranze deluse e dinamiche impietose, entriamo nella verità di questa famiglia, che è la nostra famiglia, che è tutte le famiglie. Luogo di sicurezza, ma anche di rancori, di rimpianti, di aspettative, di gelosie. Giusto la fine del mondo non è un testo, è un luogo dove accade ogni cosa. Un oceano infinito di parole che i protagonisti riversano l’uno sull’altro, eppure si avverte solo il silenzio e l’impossibilità di dirsi davvero qualunque verità. Così ci ritroviamo là, giusto alla fine del mondo, alla fine della vita, alla fine di questa menzogna. La catarsi c’è, come in ogni tragedia che si rispetti, e noi la viviamo. Ma non è alla conclusione, come vuole Aristotele, bensì durante, nelle parole violente, nella forza che i protagonisti esercitano contro sé stessi.
Prenotazione obbligatoria.
Max 30 spettatori.
Progetto TEENS al festival Materia Prima
Il Progetto TEENS, laboratorio di social media storytelling per teenagers, ideato e condotto da Simone Pacini arriva a Firenze. I partecipanti saranno gli studenti dell’ITT Marco Polo che fanno parte della redazione del giornale della scuola “Oltre il Polo”. In tutto una cinquantina di ragazzi che, dopo una prima lezione frontale, invaderanno il Teatro Cantiere Florida per raccontare sul web il festival di teatro contemporaneo Materia Prima a cura di Murmuris.
Si tratta di un’attività rivolta alle scuole superiori del territorio, che risponde al desiderio di coinvolgere gli adolescenti in un evento culturale offrendo loro la possibilità di viverlo dall’interno, rendendoli protagonisti del racconto della sua preparazione, di ciò che accade in scena e del dietro le quinte.
È un progetto di sviluppo e coinvolgimento del pubblico delle performing arts dedicato agli studenti: un laboratorio teorico-pratico per vivere un evento culturale in modo interattivo e divertente, armati di smartphone e fotocamere. I partecipanti saranno inizialmente formati sull’utilizzo attivo dei social media, in seguito diventeranno “social media reporter” dell’evento, raccontando il dietro le quinte degli spettacoli, i luoghi che li ospitano e le persone che li realizzano.
Sarà un’occasione utile per gli studenti che potranno conoscere meglio le possibilità delle nuove tecnologie e raccontare la propria esperienza in rete, utilizzando l’anima ludica e l’immediatezza dei social. Collegando i social agli eventi culturali e mettendo fianco a fianco studenti e professionisti della comunicazione il progetto vuole sensibilizzare verso un uso consapevole, creativo e non aggressivo dei nuovi media. Creando una staffetta intergenerazionale fra adolescenti e professionisti, questa attività può inserirsi facilmente nei percorsi di alternanza scuola/lavoro.
È possibile seguire e interagire con il progetto attraverso l’hashtag ufficiale: #materiaprimateens
e con gli account di @fattiditeatro (Fb e Insta), @_murmuris_ (Insta) e @wearemurmuris (Fb).
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TEATRO CANTIERE FLORIDA
Via Pisana, 111r Firenze
+39 055 7135357
[email protected]
www.materiaprimafestival.com