A Casa Bruschi al via la mostra: “BRUNO GALOPPI. Il design orafo tra gli anni Cinquanta e Settanta ad Arezzo.”
Apre giovedì 2 dicembre, con inaugurazione prevista per le 17.30, la mostra “BRUNO GALOPPI. Il design orafo tra gli anni Cinquanta e Settanta ad Arezzo. Un dialogo con l’arte del Novecento da Nativi a Burri.” Una mostra a cura di Paolo Torriti dell’Università di Siena, realizzata dalla Fondazione Ivan Bruschi, con il sostegno della Fondazione CR Firenze, oltre il contributo di Intesa Sanpaolo e all’importante apporto di Giovanni Raspini.
Attraverso i progetti e i gioielli creati da Bruno Galoppi, l’allestimento alla Casa Museo Ivan Bruschi ripercorre il design, le tendenze e la moda della società italiana e la produzione della prima azienda orafa di Arezzo, l’UNOAERRE, di cui Galoppi era dipendente.
Per sottolineare quel dialogo virtuoso di assonanze e richiami esistente tra le arti, ogni sezione della mostra è arricchita da opere pittoriche di Nativi, Cagli, De Gregorio, Margonari con l’eccezionale esposizione dell’opera “Combustione CP3 – 1964” di Alberto Burri.
Per questa speciale occasione la Casa Museo ospita anche le geniali e suggestive creazioni di Giovanni Raspini, maestro argentiere e immaginoso ideatore di ‘wunderkammer mediterranee’ che ben figurano nel variegato mondo del collezionismo: la Sala della Robbia al primo piano diviene scrigno delle meraviglie grazie ai quattro preziosi busti delle Divinità del mare, opere in legno con ricche applicazioni in argento da lui realizzate.
Renzo Parisotto, Presidente della Fondazione Ivan Bruschi dichiara: “Sono orgoglioso di poter anticipare che la Fondazione Bruschi, grazie all’esposizione che ci apprestiamo ad inaugurare, darà vita ad una serie di eventi e mostre che fanno perno sull’artigianato. Questo è da sempre un fattore tipico del nostro Paese ed espressione della creatività e laboriosità che ci contraddistingue. Le vicende non favorevoli con cui siamo costretti a convivere da mesi possono trovare delle soluzioni anche in questo modo più circoscritto di svolgere le attività lavorative rispetto alle grandi imprese ovvero creare uno stimolo per trovare nuove risposte al mutato scenario. Il sistema museale ne ha fatto un principio non solo essenziale ma per certi versi anche di sopravvivenza, dove le piccole realtà espositive hanno saputo anche durante la pandemia mantenere un dialogo sempre vivo con la collettività in cui sono inserite: è questo il nostro caso!”
“La mostra dedicata a Bruno Galoppi, riconosciuto capostipite del design orafo ad Arezzo, rivolge l’attenzione all’ambito dell’artigianato osservato nelle sue più prestigiose e còlte manifestazioni, in linea con la ricca varietà di oggetti offerta dal percorso espositivo della Casa Museo, il quale racchiude un quasi completo campionario di manufatti dall’antichità al Novecento – commenta Carlo Sisi, Conservatore della Fondazione Ivan Bruschi. – L’obiettivo è quello di recuperare i principali esempi delle peculiarità artigianali cittadine e di coinvolgere quindi nel progetto coloro che ancora oggi si impegnano a preservare i valori di un’inestimabile tradizione artistica”.
“Questa mostra rappresenta un passo avanti per un ulteriore sviluppo culturale di una città d’Arte come Arezzo. In questa prospettiva si uniscono forze istituzionali, economiche e culturali, tra cui anche quella della sede di Arezzo dell’Università degli Studi di Siena. L’esposizione parte dallo stile floreale e animalier, molto in voga negli anni cinquanta, per passare alle creazioni della fine degli anni sessanta influenzate dalle missioni spaziali e dal paesaggio lunare e illustra inoltre le linee di gioielli interamente firmate dal designer, fino alle ultime creazioni geometriche degli anni settanta” sottolinea Paolo Torriti, curatore della mostra.
La mostra è aperta fino al 13 marzo 2022, dal martedì alla domenica con orario 10-13 e 14-18, ed è compresa nel biglietto di ingresso al Museo, al costo di 5,00 euro, con ridotto a 3,00 euro.
Speciali proposte di visita sono previste per i gruppi organizzati ed è possibile riservare visite personalizzate anche individuali, contattando lo 0575354126 o scrivendo a [email protected].
Per ammirare la mostra con i più piccoli, sono disponibili le “Carte didattiche”: un percorso che le famiglie possono richiedere gratuitamente alla biglietteria di Casa Bruschi con indovinelli, schede da colorare e parole nuove da inventare.
In base alle vigenti normative nazionali, l’accesso al Museo Bruschi è regolato da specifiche modalità di visita in sicurezza. Maggiori dettagli sul sito www.fondazioneivanbruschi.it