Le serate PuntoZip: Un mafioso, un gatto e un sugo perfetto!
Il Padrino (The Godfather) è la prima pellicola della trilogia omonima firmata dal regista Francis Ford Coppola. La sceneggiatura scritta da Coppola e Mario Puzo, è liberamente ispirata al romanzo scritto dallo stesso Puzo.
Il film è ambientato a New York in pieno dopoguerra, tra la fine degli anni ’40 e la prima metà degli anni ’50. Il protagonista è don Vito Corleone, capo di una famiglia mafiosa divenuta col tempo una delle più potenti organizzazioni criminali della Grande Mela, grazie al rispetto e all’onorabilità ottenute dal patriarca e dai figli coinvolti nelle attività malavitose. Quando don Vito rimane vittima di un attentato da parte di un boss rivale, il figlio Michael Corleone (interpretato da un giovanissimo Al Pacino) comincia l’ascesa nell’impero criminale della famiglia, fino a diventare il nuovo “Padrino“.
La cucina ricopre un aspetto fondamentale nella vita dei malavitosi della pellicola, infatti, non solo il primo film della trilogia si apre con il ricevimento del matrimonio della figlia di don Vito, in cui si può notare la grande quantità di cibo presente, ma tutti gli incontri e le riunioni d’affare, si svolgono sempre intorno a una tavola imbandita.
A un certo punto nel film si cita il sugo di salsiccia e polpette, un piatto che è metafora del legame con la terra di emigrazione e tradizione re-inventata dagli italo-americani con aggiunte e varianti (un po’ come gli spaghetti alla bolognese, insomma).
Nella clip del film che vi proponiamo, Clemenza, uno dei picciotti più fidati della famiglia Corleone spiega a Michael come preparare il sugo perfetto:
“Vieni qua guagliò, può succedere che devi cucinare per una ventina di figli! Vedi, si comincia con un poco d’olio, ci friggi uno spicchio d’aglio poi ci aggiungi tomato e anche un poco di conserva. Friggi e attento che non si attacca; quando tutto bolle ci cali dentro salsicce e pulpetta, poi ci metti uno schizzo di vino e nù pucurille ‘e zucchero“.
Cos’altro aggiungere? E’ la ricetta perfetta del sugo perfetto, per condire una pasta cotta al dente, servita ancora fumante, come rivoltelle che hanno appena fatto fuoco!
Mentre si “smanetta” ai fornelli come non ascoltare la leggendaria colonna sonora di Nino Rota…
Curiosità.
Molte sono le curiosità legate alla registrazione della prima pellicola. Quando vogliono imitare Don Vito, tutti si infilano un po’ di cotone in bocca, perché così si dice che abbia fatto Marlon Brando. Si tratta tuttavia di una leggenda metropolitana: in nessuna scena del film l’attore è ricorso a questo stratagemma. In realtà Brando utilizza un apposito apparecchio, costruito da un dentista, che modifica i tratti della sua mascella.
Curioso è anche vedere Don Vito accarezzare un gatto. Eppure il felino nella sequenza che apre il film, non era affatto previsto dalla sceneggiatura originale. In realtà Marlon Brando, pochi minuti prima di girare la scena, si era imbattuto in un gatto abbandonato e si era messo ad accarezzarlo, tanto da non riuscire più a liberarsene. Francis Ford Coppola allora gli permise di portarlo con sé sul set. All’inizio ne furono tutti contenti: il gatto sembrava perfetto per la scena! Più tardi però se ne dovettero pentire: quel piccolo randagio, probabilmente non abituato a ricevere tante attenzioni, fece delle fusa così forti da coprire tutte le battute pronunciate da Marlon Brando che, in sede di post produzione, dovette ridoppiare tutta la scena.
Altra cosa da ricordare è la scena del film in cui vi è la guerra tra le cinque famiglie girata da George Lucas, regista di Star Wars, che chiese di non essere accreditato.
Curiosità macabra infine, è il simbolismo affidato alle arance. Diventano il frutto del malaugurio: le arance, tipicamente provenienti dalla Sicilia e dotate di un succo che ha il colore del sangue, preannunciano sempre una morte violenta. Non vi facciamo troppi esempi perché – in caso non abbiate visto il film, o non ve lo ricordiate in ogni particolare – rischieremmo di guastarvi la visione, ma vi invitiamo a fare caso a tutte le volte che compare una arancia sullo schermo e a quello che succede a chi è protagonista in quella scena. Si tratta di un fil rouge che permane in tutta la trilogia e che viene utilizzato in altri film che vogliono esplicitamente citare Il padrino!
Non vi resta che guardarvi la trilogia, tempo ne avete a sufficienza, c’è da digerire la pasta col famoso sugo perfetto!
Buona serata da Anastasia e lo staff di PuntoZip!