"2Days Prog +1", bella partenza per il Festival prog di Veruno
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“2Days Prog +1”, bella partenza per il Festival prog di Veruno

“La pioggia è la pipì degli Dei” – dice dal palco Gianni Leone del Balletto di Bronzo – “che rende eternamente belli e giovani”. Ma nel caso di 2Days Prog +1, il festival di progressive rock che si tiene ormai da undici anni a Veruno (NO), poteva essere l’elemento che avrebbe rovinato la giornata e non solo."2Days Prog +1", bella partenza per il Festival prog di Veruno

Fortunatamente, però, la passione per il prog, insieme a una intensità mai davvero preoccupante della pioggia, hanno fatto sì che i concerti si potessero svolgere regolarmente e il pubblico fosse presente per applaudire tutti i gruppi che si sono avvicendati sul palco.

Ad aprire la giornata la Universal Totem Orchestra, nata nel 1997 ad opera del batterista Uto Giorgio Golin, “Dauno” Giuseppe Buttiglione al basso e alla cantante lirica spagnola Ana Torres Fraile. Quest’ultima, cantante lirica, aggiunge note da soprano a un’architettura musicale complessa, che talvolta ricorda i virtuosismi degli Area.  Particolarmente interessanti i brani dall’ultimo lavoro Mathematical Mother.

Il gruppo  italiano lascia poi il posto ad una formazione inconsueta, i Flor De Loto, Progressive Hard Rock/Fusion band dal Perú, “scovati” da Octavia Brown, anima insieme ad Alberto Temporelli del Festival, dopo averli ascoltati alla ROSFEST in Florida. La particolarità dei Flor De Loto, alla prima esibizione in Italia, è la magica fusione tra le armonie del prog e i fiati tradizionali peruviani, magistralmente suonati dal Maestro Sergio “Checho” Cuadros. Alla loro unica sonorità si accompagnano spesso testi legati alle radici peruviane e ai popoli scomparsi con l’arrivo dei Conquistadores.

Mentre scende la sera, è il turno del Balletto di Bronzo: Gianni Leone, dopo essersi esibito in uno dei suoi innumerevoli travestimenti, afferma che quella attuale è “la migliore formazione del Balletto mai esistita” e probabilmente ha ragione: Ivano Salvatori al basso e Riccardo Spilli alla batteria regalano sonorità veramente di grandissimo livello. I brani sono tratti dal disco simbolo del Balletto, quel Ys che Leone relega al rango di “lavoro adolescenziale” senza crederci davvero. Per rimanere nel tempo dei 90 minuti della scaletta, il gruppo rinuncia a suonare dei brani inediti composti da Leone e questo è stato un peccato.

Questa piccola delusione ha vita breve, però, perché a sanarla arrivano i Caravan, gruppo musicale inglese di rock progressivo formatosi nel 1968 a Canterbury. La loro miscela di pop, jazz rock e rock psichedelico conquista immediatamente il pubblico. I musicisti, con la notevole eccezione del bravissimo batterista Mark Walker, che ha sostituito Richard Coughlan quando si è gravemente ammalato, sono sulla settantina ma hanno un’energia e una tecnica da far invidia a molti ventenni. I grandi classici ci sono tutti e non sono pochi, nel pubblico, a cantarli a memoria.

Quando Geoffrey Richardson, incredibile polistrumentista della band, saluta il pubblico scusandosi per “aver portato il clima inglese in Italia”, è davvero arrivato il momento di chiudere questa giornata. Si prosegue oggi, dalle ore 18, con Arcadelt, Verbal Delirium, Lazuli Alan Simon’s Excalibur.

Per tutti gli appassionati, ricordiamo che presso 2Days Prog +1, in Piazzetta della Musica a Veruno, è attivo un servizio di ristorazione e molti stand di vendita dischi e merchandising.

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2 Commenti

  1. Quello del il balletto di bronzo è stato il miglior concerto dei tre giorni, un filino sopra a quello degli Universal Totem orchestra e dei Lazuli, Leone è un divo e se credi che consideri realmente YS un lavoro adolescenziale, nel senso di acerbo, sei fuori sintonia: in effetti è uno dei migliori lavori prog italiani e lui lo sa benissimo (poi può anche non piacere visto che è talmente avanti che non tutti lo digerirono e tutt’oggi lo digeriscono). Tra l’esclusione dei brani di YS ed eventuali nuovi brani non avrei proprio avuto dubbi su cosa scegliere.Invece i Caravan così poppish e mainstream sono stati di gran lunga la più cocente delusione del progfest. Ovviamente questo è il mio parere personale pertanto opinabilissimo ( come il tuo)

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