È il 7 settembre 1920 quando un fortissimo terremoto – 6.8 della scala Richter – devasta i territori della Lunigiana e della Garfagnana. È una tragedia che ha un forte impatto sulla popolazione di quei luoghi. Il bilancio è di 171 morti e 650 feriti. Nel giorno dell’anniversario, Rai Cultura ricorda uno degli eventi sismici più distruttivi del ventesimo secolo in Italia con lo speciale “1920. Il terremoto in Garfagnana e Lunigiana”, in onda sabato 7 settembre alle 18.00 su Rai Storia. Il filmato ricostruisce la cronaca dei tragici accadimenti e tutto il periodo successivo con le ricostruzioni degli storici, le testimonianze e i materiali d’archivio. Si è trattato certamente di uno dei primi eventi “mediatici”. E ha portato le istituzioni, coinvolte nell’intervento post-sisma, a trovare un coordinamento organico, dando il via al percorso di nascita della Protezione Civile.
La zona dell’epicentro è situata tra l’Appennino tosco-emiliano e le Alpi Apuane, sopra un’area di subduzione tra la placca adriatica e tirrenica; la regione, attraversata da diversi sistemi di faglie attive, presenta variazioni notevoli nella composizione del terreno. La zona è stata interessata da fenomeni di tettonica estensionale dal tardo Miocene al Pliocene. Questa estensione è il risultato dello stesso processo che ha aperto il mar Tirreno durante lo stesso periodo. L’estensione continua ha portato ad una serie di faglie orientate prevalentemente in senso nordovest-sudest, che delimitano bacini riempiti da sedimenti più recenti.
L’evento del 7 settembre fu preceduto durante il giorno precedente da scosse di minore intensità: alle 16:25 da una scossa del sesto grado Mercalli, alle 22:30 da un’altra del quarto grado Mercalli. Il sisma del 7 settembre, alle ore 7:56, interessò un’area di circa 160 km² nella Toscana settentrionale, ai confini con la Liguria: all’epicentro l’intensità registrata fu del IX-X grado della scala MCS (Mercalli Cancani Sieberg).
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