Stasera "'14 -'18. Grande Guerra cento anni dopo"
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Stasera “’14 -’18. Grande Guerra cento anni dopo”

La Grande Guerra sui mari

Stasera "'14 -'18. Grande Guerra cento anni dopo"

Non solo logoranti assedi in trincea e scontri sanguinosi. Il primo conflitto mondiale si è combattuto anche per mare. Se ne parla nell’appuntamento con “’14 – ’18. Grande Guerra 100 anni dopo” – la serie di Rai Cultura presentata da Paolo Mieli, con la narrazione di Carlo Lucarelli e con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi – in onda venerdì 2 agosto alle 22.55 su Rai Storia. Il programma ripercorre la storia della lotta per il dominio dei mari, dall’affondamento del transatlantico Lusitania alla battaglia dello Jütland. In primo piano, l’utilizzo del sottomarino, mezzo fondamentale nelle battaglie delle grandi flotte navali.

Le grandi operazioni navali delle marine degli Imperi centrali (la Kaiserliche Marine tedesca, la k.u.k. Kriegsmarine austro-ungarica e la Osmanlı Donanması ottomana) furono invece caratterizzate dalla strategia della “flotta in potenza”: numericamente superate, le flotte di superficie degli Imperi Centrali non si impegnarono in scontri frontali con il grosso del nemico, ma mantennero una minaccia “potenziale”, cercando di usurare le forze avversarie, di forzarne il blocco e di insidiarne le rotte commerciali attraverso l’utilizzo di unità leggere, sommergibili e navi corsare.

Le operazioni belliche coinvolsero (in maniera più o meno diretta e più o meno intensa) tutti gli oceani e gli specchi d’acqua principali del globo. Se il Mare del Nord fu teatro degli scontri a distanza tra la Hochseeflotte tedesca e la Grand Fleet britannica, nel Mar Mediterraneo le flotte combinate di Italia, Francia e Regno Unito (con piccoli contributi da parte di Giappone, Australia e Grecia) si confrontarono con la marina austro-ungarica, praticamente asserragliata all’interno dei suoi porti sul Mare Adriatico.

L’immenso Impero russo si trovò ad affrontare la Germania nel mar Baltico e l’Impero ottomano nel Mar Nero, mentre le poche navi tedesche a guardia delle colonie dell’Oceano Pacifico furono surclassate dalle più numerose flotte giapponese.

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